skip to Main Content

Abi Sindacati

Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Banco Bpm. Come procede il rinnovo del contratto dei bancari

Fatti, nomi e indiscrezioni su tempi e modi sul rinnovo del contratto dei bancari. La riunione in casa Abi, i temi al centro del dibattito, il nuovo corso del Casl e i rumors su un prestito della Popolare di Vicenza a...

Primi passi nella complessa partita per il rinnovo del contratto di lavoro degli oltre 280.000 lavoratori bancari, che scade a dicembre, e degli oltre 37.000 delle banche di credito cooperativo scaduto da oltre quattro anni.

CHE COSA SI E’ DETTO IERI ALL’ABI SUL RINNOVO DEL CONTRATTO DEI BANCARI

Ieri il tema è stato al centro del comitato esecutivo dell’Abi, riunito a Roma. Il match entrerà nel vivo tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019. Cosa dicono, intanto, i banchieri? Apparentemente, la situazione è abbastanza tranquilla e i big del credito intendono sfruttare il tempo che manca al kick off per approfondire quattro temi centrali: gli inquadramenti, i ruoli chiave dei direttori di filiale, le innovazioni tecnologiche e una netta divisione tra gli argomenti di competenza del contratto nazionale e di competenza dei piani industriali.

I 4 TEMI CENTRALI ALLA BASE DEGLI APPROFONDIMENTI

La ragione di questi approfondimenti tematici l’ha spiegata a StartMag uno dei maggiorenti della Confindustria del credito. Che intende far passare un’idea precisa: prima delle rivendicazioni sindacali sulla parte economica, si deve parlare di altro. Le questioni economiche, per le banche, vengono dopo, ma i sindacati, su questo punto, sono pronti ad alzare le barricate.

LE DIVERGENZE TRA BANCHIERI E BANCARI

Anche perché gli istituti chiederanno a gran voce incrementi salariali legati alla produttività e ai risultati raggiunti: vorrebbero introdurre una sorta di salario variabile, con una parte fissa e una parte agganciata ai risultati commerciali delle aziende di credito. Mentre i sindacati oltre all’inflazione vogliono chiedere aumenti economici legati al ritorno agli utili delle banche. Abi infatti prevede oltre 10 miliardi di euro di profitti nel 2019.

LA RIUNIONE COLLABORATIVA

Sta di fatto che, secondo una fonte, la riunione dell’esecutivo di ieri è stata “collaborativa, serena e unitaria”. Nessuna contrapposizione fra i gruppi, al momento. Tutto ruota attorno al Comitato affari sindacali e del lavoro dell’Abi e alla strategia che la stessa contrapporrà ai sindacati. Infatti il ruolo “regolatore” del contratto nazionale non ha negli ultimi tre anni funzionato perché le banche fra loro si sono fatte concorrenza a colpi di accordo sui piani industriali e deroghe al contratto nazionale. C’è chi si lamenta infatti che i sindacati aziendali hanno usato due pesi e due misure avvantaggiando Intesa Sanpaolo a danno degli altri gruppi. Tanto per fare un esempio, grazie a un accordo tra sindacato e Ca de’ Sass, il cost income del gruppo è il più basso d’Europa.

IL RUOLO DEL CASL CON LODESANI

C’è da dire che il Casl si è anche arricchito di manager bancari con spiccata professionalità innovativa, come Rosario Strano di Intesa Sanpaolo. Un nuovo corso, quello affidato alle cure del neopresidente Salvatore Poloni (Banco Bpm), che certamente si distinguerà dalla gestione – giudicata inconcludente – di Eliano Omar Lodesani, che l’ad del gruppo Intesa, Carlo Messina, ha appena collocato in pensionamento. Sarebbe stato proprio l’ex leader del Casl ad alimentare le tensioni nate a cavallo tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018 con gli esponenti del mondo sindacale. In particolare, Lodesani era ai ferri corti con il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, certamente uno leader sindacale dal carattere non facile, ma al quale tutti – anche gli avversari – riconoscono una visione organizzativa, strategica e politica di alto livello.

IL NUOVO CORSO DEL CASL CON POLONI

Il nuovo corso del Casl, in ogni caso, ha preso forma e qualche risultato concreto, in effetti, Poloni l’ha già raggiunto. Il tema è quello delle libertà sindacali: la soluzione sarà la stessa adottata per il contratto nazionale ovvero una proroga dei termini per la disdetta dell’accordo del 2015. L’ipotesi conviene a tutti. Conviene alle banche, che accetteranno di sottoscrivere l’accordo sulle libertà sindacali una volta che avranno chiara la portata del contratto nazionale; e conviene pure ai sindacati perché dimostreranno trasparenza alla categoria. In effetti, non sarebbe capita dai lavoratori la scelta di negoziare le libertà sindacali mentre ci sono le trattative in corso sul contratto.

COME PROCEDE IL DIALOGO TRA BANCHIERI E SINDACATI

Clima sereno al momento, dunque, tra i banchieri e pure fra i sindacati è tornato il dialogo: tra le sigle è riemersa, infatti, una certa tranquillità. Perché la Uilca ben guidata da Massimo Masi ha capito che deve avere il suo spazio legittimo e la sua autorevolezza nell’ambito di sani rapporti con Fabi, Fisac Cgil e Unisin. Si sta quindi delineando un asse importante e unitario – secondo le indiscrezioni raccolte da StartMag – che porterà avanti tre argomenti principali: rivendicazioni economiche, salvaguardia e rilancio dell’occupazione, difesa dell’area contrattuale.

I TEMPI PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO

Tuttavia, fino al congresso della Fisac Cgil – che si svolgerà a Roma a fine novembre – non si muoverà nulla tranne la preparazione della piattaforma unitaria. Abi aspetterà il braccio bancario della Confederazione di Corso Italia esattamente come ha atteso i congressi delle altre organizzazioni. Nelle prossime settimane, comunque, la piattaforma delle sigle sarà preparata e poi sarà portata alle assemblee dei lavoratori. Per la Fisac Cgil in agenda c’è il cambio al vertice e in rampa di lancio c’è il romano Giuliano Calcagni. Il quale è un bancario che conosce bene il settore ed è stato capace di raggiungere un accordo unitario con le diverse e variegate componenti del mondo Fisac Cgil. Il nuovo segretario generale prende il posto di Agostino Megale che lascia perché ha raggiunto il limiti di due mandati, al quale saranno comunque affidati dalla Cgil altri importanti incarichi.

TUTTE LE NOVITA’ PER LE BCC

C’è altro nel ricco menù delle questioni sindacali dell’industria bancaria. Dal primo gennaio, diventa operativa la riforma delle Bcc, che al massimo potrà slittare di due mesi. Da quel momento dovrà essere affrontato anche il rinnovo del contratto del settore fermo da anni e il tema degli esuberi che verrà gestito gruppo per gruppo, come avviene da sempre anche per le banche che aderiscono ad Abi. Insufflando la polemica nel credito cooperativo, la Lega sta cercando visibilità. Ma né gli attuali vertici della categoria (Iccrea e Cassa centrale) né la Bce hanno fatto un passo indietro rispetto alla riforma. I giochi sono fatti: le bcc dovranno adeguarsi, in futuro risponderanno alla Banca d’Italia e direttamente alla Bce. Il nuovo corso non può essere più fermato. La politica non può fare più nulla. E la stessa trasversale associazione creata da alcuni banchieri in Toscana, Articolo 2, che altro non è che una lobby di pressione, sta velocemente perdendo incisività fagocitata dai vertici dei tre gruppi Iccrea, Cassa Centrale, Raiffesen.

I RUMORS

Si rincorrono poi le voci di un prestito a condizioni particolarmente vantaggiose, a un segretario generale di un sindacato bancario, da parte della Popolare di Vicenza sotto la gestione di Gianni Zonin. La vicenda potrebbe avere a breve risvolti ancora più rilevanti. Risulta intanto a StartMag che sarebbero stati presentati denunce-esposti ad alcuni comandi provinciali della Guardia di finanza di città del Nord Italia, a cominciare da quella di Bolzano. Denunce che vedrebbero coinvolto sempre lo stesso personaggio.

(TUTTI I SUBBUGLI POLITICI SU UNICREDIT-SOCGEN)

(CHE COSA SUCCEDE IN CREVAL?)

(COME SI DEVONO MUOVERE LE BANCHE SUGLI NPL. REPORT KPMG)

Back To Top