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Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm e non solo. Ecco le banche che castrano i dividendi per volontà della Bce

Intesa Sanpaolo ha sospeso la distribuzione di dividendi cash agli azionisti per 3,4 miliardi di euro. Tutte le mosse di banche e assicurazioni dopo il divieto di Bce e Bankitalia e l'invito di Eiopa e Ivass.

Dividendi kaputt per gli istituti di credito e non solo. Ecco che cosa sta succedendo.

IL BALLO DEI DIVIDENDI DI BANCHE E ASSICURAZIONI

Le banche e le assicurazioni tengano fieno in cascina per i prossimi durissimi mesi che attendono l’Europa. E’ questo il messaggio, neppure troppo velato, che arriva dalla Bce, dalla Banca d’Italia, dall’Eiopa (European Insurance and Occupational Pensions Authority) e dall’Ivass che hanno invitato – con più fermezza Francoforte e Via Nazionale – gli istituti e le compagnie sorvegliate a non pagare dividendi agli azionisti. Almeno fino al 1° ottobre, afferma la Bce, imponendo però una data che potrebbe facilmente rimandare gli eventuali pagamenti al 2021.

LA RACCOMANDAZIONE DELLA BCE

Il 27 marzo scorso la Banca centrale europea ha diramato una raccomandazione agli istituti di credito sotto la sua sorveglianza perché sospendano la distribuzione dei dividendi fino al 1° ottobre 2020. Nel mirino ci sono gli utili da distribuire già proposti ma non ancora deliberati e relativi al 2019 e al 2020 e le operazioni di buy-back ovvero i riacquisti di azioni. Il messaggio di Francoforte alle banche è molto chiaro: visto il momento complicato, è meglio conservare la liquidità e il capitale per sostenere le molte imprese e famiglie che – passata l’emergenza sanitaria – si troveranno a fare i conti anche con difficoltà finanziarie.

Secondo Andrea Enria, ex presidente dell’Eba e attuale capo del Consiglio di sorveglianza della Bce, si tratta di un “cuscinetto” da 30 miliardi di capitale aggiuntivo Cet 1 “patrimonio che darà capacità aggiuntiva per fare prestiti per 450 miliardi”.

E QUELLO DELLA BANCA D’ITALIA

Anche la Banca d’Italia ha rivolto lo stesso appello agli istituti di credito meno significativi evidenziando che “il Paese è impegnato in uno sforzo collettivo senza precedenti nel contenere la diffusione del Coronavirus, con importanti limitazioni a tutto il sistema economico e produttivo italiano”. Nel lungo comunicato Via Nazionale rileva che la raccomandazione ha lo scopo di “destinare gli utili al rafforzamento dei mezzi propri e di mettere il sistema finanziario nella condizione migliore per assorbire le perdite che si materializzeranno a causa dell’emergenza sanitaria e per poter continuare a sostenere l’economia”.

E c’è di più: Palazzo Koch chiede ai gruppi che non intendano conformarsi alla raccomandazione a “contattare immediatamente la Banca d’Italia per spiegare le loro motivazioni”.

COSA FARANNO LE BANCHE ITALIANE

Il primo istituto a muoversi – seguendo l’invito di Francoforte – è stato Unicredit (qui l’approfondimento di Start). Oggi – 31 marzo – sono attesi i consigli d’amministrazione di Intesa Sanpaolo, di Banco Bpm e di Ubi Banca. In seguito sono attese le decisioni di Bper e di Credem (9 aprile), invece Mediolanum e Banca Generali hanno rinviato la delibera sui dividendi che puntano a riattivare appena possibile.

LA DECISIONE DI INTESA SANPAOLO

Il consiglio d’amministrazione di Intesa Sanpaolo ha deciso di sospendere la proposta di distribuzione cash agli azionisti di circa 3,4 miliardi di euro, pari 19,2 centesimi di euro per azione, all’ordine del giorno dell’assemblea ordinaria convocata per il 27 aprile 2020, e ha deliberato di proporre alla prossima assemblea ordinaria l’assegnazione a riserve dell’utile dell’esercizio 2019. La decisione è stata presa in coerenza con la raccomandazione Bce.

I PROSSIMI PASSI DI INTESA SANPAOLO

La proposta del consiglio d’amministrazione di Intesa Sanpaolo, se approvata dall’assemblea, si traduce in un ulteriore rafforzamento della già elevata solidità patrimoniale del gruppo. Tenendo conto delle ultime novità e delle contestuali revisioni del Countercyclical Capital Buffer, l’ammontare di capitale Cet1 del gruppo eccedente il requisito aumenterebbe a circa 19 miliardi di euro. Subordinatamente alle indicazioni che saranno comunicate in merito dalla Bce e al presidio della solidità patrimoniale del gruppo in relazione all’evoluzione del contesto conseguente all’epidemia da Covid-19, il cda di Intesa Sanpaolo intende convocare un’assemblea ordinaria successivamente alla data dell’1 ottobre per dare esecuzione alla distribuzione di parte delle riserve agli azionisti entro l’esercizio 2020, anche in considerazione del supporto alla situazione finanziaria delle famiglie e alle erogazioni da parte delle fondazioni particolarmente necessario nel contesto conseguente alla pandemia.

L’ANALISI DEL SOLE 24 ORE

Secondo i calcoli del Sole 24 Ore per le banche italiane quotate ci sono in ballo circa 5,7 miliardi di dividendi. Se trattenuto integralmente nelle casse degli istituti, è una cifra che varrebbe un rafforzamento del capitale primario di 58 punti base e che porterebbe il Cet 1, secondo Equita Sim, al 13,6%. In questo modo i nostri istituti di credito sarebbero capaci di gestire 14 miliardi di crediti deteriorati supplementari. Tra le imprese hanno già comunicato la scelta di sospendere le cedole Tod’s, Brembo, Avio, Immsi, Fila mentre Azimut e Poste hanno confermato la  cedola.

COSA FARANNO LE BANCHE STRANIERE

Anche nel resto d’Europa le banche si stanno muovendo. La prima a bloccare il pagamento dei dividendi è stata la spagnola Santander, poi lo hanno fatto le olandesi Abn Amro e Ing, la belga Kbc, la tedesca Commerzbank e Bank of Ireland. Potranno invece sorridere gli azionisti della svizzera Ubs nonostante la Authority locale abbia confermato la raccomandazione di Francoforte.

IL CASO UNICREDIT

La prima banca italiana ad “obbedire” all’invito della Bce è stata Unicredit che ha deciso di congelare il dividendo da 0,63 euro per l’esercizio del 2019 e di ritirare l’autorizzazione all’acquisto di azioni proprie per un valore di 467 milioni di euro annunciati nei mesi scorsi. Secondo l’amministratore delegato, Jean Pierre Mustier, “in questa situazione senza precedenti è più importante che mai supportare le Fondazioni bancarie nostre azioniste aiutandole a garantire la continuità del loro straordinario impegno a favore delle comunità e dei territori in cui operano. Per questo motivo – ha dichiarato – abbiamo deciso di offrire finanziamenti dedicati senza interessi alle nostre Fondazioni che sono all’origine del nostro Gruppo” fino a un valore pari all’ammontare dei dividendi.

Piazza Gae Aulenti ha pure comunicato che dopo il 1° ottobre 2020, o in seguito a nuove raccomandazioni da parte della Bce, il board potrebbe convocare una nuova assemblea degli azionisti per ripresentare le proposte di dividendo ritirate.

IL COMMENTO DI EQUITA

Interessante l’interpretazione – riportata da Repubblica – fornita dall’analista di Equita, Giovanni Razzoli. “La mossa conferma la gravità della situazione: mai un regolatore si era spinto a chiedere di cancellare i dividendi – commenta -. Secondo noi non si tratta di una sospensione, ma di una cancellazione tout court che rende quasi impossibile pagare nel 2020: gli utili verranno destinati a riserve e, se venisse eliminato il divieto, le banche dovrebbero chiedere autorizzazione per distribuirle, con ridotte probabilità di successo”.

Insomma, la sensazione è che le risorse serviranno, oltre che per fare più credito, per arginare prossime sofferenze. Per i dividendi, perciò, se ne riparlerà dal 2021: per Equita, saranno Intesa, Mediobanca e Credem “le banche in grado di ripristinare più rapidamente la politica dei dividendi”.

L’INDICAZIONE DELL’IVASS

Sulle orme di Bce e Banca d’Italia si è mossa pure l’Ivass, la Vigilanza delle compagnie assicurative, che ieri ha mandato una lettera alle aziende del settore alle compagnie in cui non vieta la distribuzione delle cedole ma invita a usare massima prudenza. Inoltre l’Ivass annuncia che monitorerà le strategie delle compagnie e che – laddove occorra – prenderà iniziative per tutelarne la stabilità e l’interesse dei clienti.

Per quanto riguarda le big italiane, Generali il 13 marzo scorso ha annunciato il pagamento di un dividendo di 0,96 euro seguita da UnipolSai con una cifra ben più bassa, 0,16 euro (+10% rispetto allo scorso anno). In stand by Cattolica che ha rimandato l’assemblea ma ancora non ha calendarizzato una nuova data; in programma assise a Bologna il 29 aprile per Unipol e a Torino il 30 aprile per Generali.

Nelle scorse settimane, come aveva anticipato MF-MilanoFinanza, era stata l’Eiopa a invitare le assicurazione europee alla prudenza. L’Authority si era detta pronta a  intervenire sulle regole di Solvency II e a chiedere a Bruxelles misure per proteggere le compagnie dal crollo dei mercati se però le stesse avessero mostrato prudenza su dividendi e premi variabili.

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