Ottime notizie per Intesa Sanpaolo dalla trimestrale presentata oggi. Nei primi nove mesi dell’anno il gruppo guidato da Carlo Messina ha visto crescere l’utile netto a 6,12 miliardi (+85,3% dai 3,30 miliardi dello stesso periodo del 2022). Niente male anche il terzo trimestre, con 1,9 miliardi a fronte dei 957 milioni di luglio-settembre 2022. Numeri che fanno brindare gli azionisti, nelle cui tasche entreranno 4,3 miliardi di dividendi, di cui 2,6 a novembre come acconto. Nei giorni scorsi Intesa Sanpaolo aveva comunicato la decisione di non pagare la tassa sugli extraprofitti (come aveva già fatto Unicredit) ma di mettere a riserva circa 2,01 miliardi di euro, pari a 2,5 volte l’ammontare dell’imposta.
IL CONTO ECONOMICO DI INTESA SANPAOLO
Dai risultati consolidati pubblicati da Ca’ de Sass si viene a sapere che nei primi nove mesi del 2023 il gruppo ha registrato interessi netti per 10,6 miliardi, +65,5% rispetto ai 6,4 di un anno prima. In calo le commissioni nette, sopra i 6.4 miliardi (-3,7%). Nel terzo trimestre invece l’istituto di credito ha messo a segno interessi netti per oltre 3.813 miliardi (+6,4% su trimestre e + 59,7% a livello tendenziale). In flessione anche stavolta le commissioni nette a 2 miliardi (-5,5% rispetto a livello congiunturale).
QUALITÀ DEL CREDITO IN MIGLIORAMENTO
Altre buone notizie dal fronte della qualità del credito: a fine settembre scorso lo stock di crediti deteriorati è sceso del 5,3% rispetto a un anno prima al netto delle rettifiche di valore e dell’1,4% al lordo. L’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi è pari all’1,2% al netto delle rettifiche di valore e al 2,4% al lordo.
PATRIMONIALIZZAZIONE SOLIDA
Molto solida, come atteso, la patrimonializzazione con il Common Equity Tier 1 ratio a regime pari al 13,6%.
MATURATI 4,3 MLD DI DIVIDENDI
Il buon andamento economico del gruppo ha consentito di far maturare circa 4,3 miliardi, di cui circa 2,6 miliardi in distribuzione come acconto dividendi a novembre. In particolare il board ha deliberato di distribuire 14,40 centesimi di euro per azione come acconto a valere sui risultati del 2023. Va osservato che l’acconto dividendi per azione è praticamente raddoppiato quest’anno rispetto al 2022 salendo da 7,38 a 14,40 centesimi di euro, importo che corrisponde a un rendimento (dividend yield) pari al 5,7%.
ESPOSIZIONE VERSO LA RUSSIA ANCORA IN CALO
Ridotta ancora l’esposizione verso la Russia che è scesa dell’80% (2,9 miliardi di euro) rispetto a fine giugno 2022 e sotto lo 0,2% dei crediti a clientela complessivi del gruppo.
IL CREDITO A SUPPORTO DI FAMIGLIE E IMPRESE
Nel periodo gennaio-settembre 2023 Intesa Sanpaolo ha fornito nuovo credito a medio-lungo termine per circa 44 miliardi, di cui 29 in Italia. Del credito dato sul territorio nazionale circa 26 miliardi sono stati erogati a famiglie e piccole e medie imprese e così 2.800 aziende italiane sono state riportate in bonis da posizioni di credito deteriorato e 140 mila dal 2014, fatto che ha consentito di preservare rispettivamente 14 mila e 700 mila posti di lavoro.
LE PROSPETTIVE
Per il 2023 il gruppo prevede un significativo aumento del risultato della gestione operativa, derivante da una solida crescita dei ricavi trainati dagli interessi netti (oltre 14 miliardi di euro nel 2023 e in ulteriore crescita nel 2024 e nel 2025) e da un continuo focus sul cost management, e un forte calo delle rettifiche di valore nette su crediti, che porterebbe l’utile netto a oltre 7,5 miliardi di euro.
MESSINA: NEL 2023 SI STIMA UTILE NETTO DI OLTRE 7,5 MLD, PRIMI IN EUROPA PER DIVIDEND YELD
“La nostra banca risulta la prima in Europa quanto a dividend yield” di cui “circa il 40% è destinato alle famiglie italiane e alle Fondazioni nostre azioniste, consentendo importanti interventi di carattere sociale nei territori di appartenenza” ha affermato Messina durante la conference call, secondo quanto riferisce Radiocor. “I numeri – ha proseguito – sono la dimostrazione della nostra capacità di proseguire nello sviluppo di una banca dalla profittabilità elevata e sostenibile, promotrice del più importante progetto per la coesione sociale nel Paese, impegnata nel disegnare le nuove strategie di leader europeo. Ne traggono e ne trarranno rilevante beneficio tutti gli stakeholders”.
Durante la call Messina ha anche confermato “l’intenzione di procedere con l’aumento richiesto di 435 euro mensili per il 2024 ma vogliamo anticipare entro la fine del 2023 gli incrementi retributivi a valere sul quarto trimestre dell’anno, procedendo anche al ripristino della base piena di calcolo del Tfr, in attesa degli esiti della contrattazione nazionale di settore. La tutela dell’occupazione rimane la nostra priorità assoluta – ha aggiunto il ceo -, anche nel contesto a forte spinta tecnologica. La qualità professionale delle nostre persone è il fattore chiave per raggiungere risultati solidi e sostenibili a favore di tutti gli stakeholder: a loro va il nostro grazie”.
IL CAPITOLO ISYBANK
Nella trimestrale si fa il punto anche su Isybank, la banca digitale del gruppo che è finita sotto la lente dell’Antitrust proprio per il trasferimento dei correntisti da Intesa Sanpaolo. Isybank è un “elemento qualificante del nostro piano d’impresa che ci colloca all’avanguardia in termini di offerta interamente digitale alla nostra clientela” ha detto Messina secondo quanto riferisce l’Ansa. “I clienti passati da Intesa Sanpaolo a Isybank sono circa 300.000, con un indice di soddisfazione assai elevato, così come è positiva l’adesione a Isybank di oltre 50.000 clienti provenienti da altre banche”. In totale entro il 2025 si stima che la banca online avrà circa 5 milioni di clienti di cui circa un milione di nuovi correntisti non previsti nel Piano di Impresa.