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Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo e Acri, tutti i messaggini di Profumo in Compagnia

Ecco che cosa ha detto, che cosa ha fatto capire e che cosa non ha detto il presidente della Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo, sul vertice di Intesa Sanpaolo e sull'Acri

 

Che cosa pensa Profumo di Gros-Pietro? Può e deve restare presidente di Intesa Sanpaolo oppure Profumo punta a succedere a Gros-Pietro?

Sono le domande che si pongono oggi nella finanza del Nord dopo l’intervista di Francesco Profumo al quotidiano il Sole 24 Ore.

Le domande vertono su un interrogativo di fondo: le parole del presidente della Compagnia di San Paolo, primo azionista di Intesa con il 6,79%, denotano un ok alla riconferma di Gian Maria Gros-Pietro alla presidenza del gruppo bancario presieduto da Carlo Messina oppure no?

Le risposte sono diverse, anche in ambienti dell’Acri. C’è chi ha letto le parole di Profumo come un auspicio alla riconferma di Gros-Pietro e chi ha scorto un tono diplomatico e poco appassionato per questo scenario. Anche perché non si tacitano le voci secondo cui lo stesso Profumo potrebbe aspirare, se Giuseppe Guzzetti e Giovanni Bazoli volessero, a prendere il posto di Gros-Pietro. Ma i candidati, veri o potenziali, potrebbero essere anche altri.

Di sicuro il presidente della fondazione torinese è pronto a candidarsi al vertice dell’Acri, dove Guzzetti è in scadenza e non potrà essere prorogato. E lo dice in maniera esplicita al Sole 24 Ore.

Ma vediamo di preciso che cosa ha detto, e che cosa non ha detto, Profumo.

CHE COSA HA DETTO PROFUMO DELLA COMPAGNIA SAN PAOLO SU INTESA

In verità l’intervista parla soprattutto d’altro: “Dobbiamo riflettere sul fatto che nel cda in scadenza solo il 68% dei consiglieri di Intesa Sanpaolo aveva tra le sue competenze l’esperienza internazionale. Secondo i dati Consob, solo il 7% dei partecipanti ai consigli delle società quotate a Milano non e’ italiano. E’ un dato insufficiente. Che dovrà portare a valutare le Fondazioni e i fondi se nominare uno o più consiglieri stranieri nel cda di Intesa Sanpaolo”, ha detto il presidente della Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo.

IL BOARD IDEALE PER IL FUTURO DI INTESA SANPAOLO

“Alla banca – avverte Profumo – serve un board adeguato alle nuove sfide del piano su estero e fintech”. Si tratta, ha spiegato Profumo, di un’altra tappa verso l’evoluzione di una vera e propria public company: “Intesa Sanpaolo è nei fatti una public company fin dalla sua nascita, avvenuta con la fusione del 2007. Se quasi dodici anni fa questo assetto societario era una rarità, oggi questo è predominante nelle banche italiane. Con una differenza: gli altri istituti ci sono arrivati non per scelta ma a causa di una violenta diluizione detenute in passato dalle Fondazioni, a seguito di ripetuti aumenti di capitale”.

IL RUOLO DELLE FONDAZIONI

“Le Fondazioni azioniste di Intesa Sanpaolo – ha continuato – in questi anni hanno potuto continuare a erogare risorse al territorio, differenziando sempre più gli investimenti per rafforzare il proprio capitale, cresciuto in parallelo ai dividendi distribuiti dalla banca. E questo e’ avvenuto garantendo un controllo stabile sull’operatività del management, contrastando al contempo il vero tallone d’Achille delle public company ovvero l’eccesso di potere concesso, in alcuni casi, ai manager”.

LA CONFERMA DI MESSINA ALLA GUIDA DI INTESA

Per quanto riguarda le nomine nella banca, Profumo esprime apprezzamento “sia come azionisti, sia come italiani” per il ceo Carlo Messina di cui appare scontata la conferma mentre sul presidente Gian Maria Gros Pietro dice: “Il consiglio ha funzionato bene”.

DOSSIER PRESIDENZA INTESA SANPAOLO

Ha chiesto Il Sole: “Veniamo alle nomine del nuovo cda visto che, in quanto primo azionista, sarete proprio voi di Compagnia San Paolo a presentare la lista di maggioranza. Scontata la riconferma del ceo Carlo Messina, non è ancora chiaro se sarà confermato anche il presidente Gian Maria Gros Pietro. Cosa ci può dire?”. Risposta di Profumo: “Abbiamo un giudizio estremamente positivo sull’operato del management guidato da Messina, sia come azionisti che come soggetti interessati al sistema-Paese. Quanto ai nomi dei nuovi consiglieri, capisco la curiosità ma i ragionamenti sui nomi non sono ancora partiti. Lo faremo appena avremo il documento che la banca sta mettendo a punto con il processo di valutazione dei consiglieri uscenti, da incrociare con i requisiti chiesti dalla Vigilanza Bce e con le norme per il rispetto delle quote di genere e l’interlocking”. Sì, ma Gros Pietro? “l consiglio ha funzionato bene”, è la sibillina risposta di Profumo.

CAPITOLO ACRI

A giugno va rinnovata la presidenza dell’Acri. In molti hanno fatto il suo nome per il dopo Guzzetti. Lei è disponibile?, chiede il quotidiano. Risposta di Profumo: “Sono onorato che alcuni colleghi presidenti di Fondazione abbiano fatto il mio nome. Ma è presto per parlarne, la democrazia deve avere le sue dinamiche naturali”. La democrazia o Guzzetti?

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