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Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo e Cdp, le ambizioni di Guzzetti e i subbugli nella Compagnia di Torino

Che cosa sta succedendo a Giuseppe Guzzetti? Come mai il numero uno di Cariplo e dominus dell’Acri, l’associazione delle fondazioni bancarie, non fa più tanti gol come in passato? E‘ quello che con preoccupazione si dice in ambienti dell’Acri e quello che si dice invece con soddisfazione ai vertici del Movimento 5 Stelle, dove gli…

Che cosa sta succedendo a Giuseppe Guzzetti? Come mai il numero uno di Cariplo e dominus dell’Acri, l’associazione delle fondazioni bancarie, non fa più tanti gol come in passato?

E‘ quello che con preoccupazione si dice in ambienti dell’Acri e quello che si dice invece con soddisfazione ai vertici del Movimento 5 Stelle, dove gli enti di natura creditizia non godono di tanti apprezzamenti.

Sta di fatto che, al momento, fra Roma e Torino, Guzzetti non manda a compimento i progetti che ha architettato.

Prima ha dovuto abbandonato a se stesso Claudio Costamagna presidente di Cdp, sostituito con un altro candidato, Massimo Tononi, già in Goldman Sachs, sottosegretario al Tesoro nel governo Prodi, da sempre considerato vicino al fondatore dell’Ulivo. La presidenza della Cassa, controllata dal Tesoro, spetta per statuto alle fondazioni bancarie, azioniste di minoranza della Cdp con il 16% circa.

La soluzione ideale per la guida operativa della Cassa per Guzzetti era, in sintonia con il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, con il premier Giovanni Conte e, pare, con il Quirinale, il ticket Dario Scannapieco amministratore delegato (non a casa presente con tutti gli onori alla recente assemblea dell’Acri, dove è stato presente – non programmato – il capo dello Stato, Sergio Mattarella) e Fabrizio Palermo direttore generale.

Ma M5S e Lega (più i pentastellati che i leghisti) hanno fatto saltare il tavolo: Di Maio, alla fine, è riuscito a far indicare Palermo come amministratore delegato. Una soluzione non troppo gradita a Guzzetti

In questi giorni Guzzetti affronta un altro tipo di grattacapo a Torino, ai vertici della Compagnia di San Paolo, fondazione-perno di Intesa Sanpaolo: è il maggior socio con il 7,1% delle azioni della banca guidata dall’ad, Carlo Messina.

Guzzetti ha da tempo mobilitato il presidente della fondazione Francesco Profumo – che il numero uno di Cariplo spinge per succedergli in Acri e per sostituire in Intesa il presidente Gros-Pietro con Paolo Colombo – per il successore di Pietro Gastaldo, storico segretario generale della Compagnia torinese.

Il designato è Stefano Firpo, economista torinese, specializzazione alla Lse, poi in Intesa quando era capitanata da Corrado Passera, che portò Firpo al ministero dello Sviluppo economico, dove ora è ancora direttore generale per la politica industriale, la competitività e le piccole imprese.

Ma nonostante il cognome di peso, le relazioni ad ampio spettro e gli apprezzamenti multipartisan, il nome di Firpo non va in porto. Perché?

Il piano di Guzzetti e Profumo si scontra nella Compagnia soprattutto contro il muro costruito – secondo le indiscrezioni bancarie – da due esponenti del comitato di gestione della Compagnia: Licia Mattioli, vicepresidente di Confindustria con delega all’internazionalizzazione e presidente dell’Unione degli industriali di Torino, e Annamaria Poggi docente di Diritto costituzionale all’università di Torino.

Mattioli e Poggi preferirebbero a Firpo un altro economista, Pietro Garibaldi, già membro del consiglio di sorveglianza di Intesa SanPaolo tra il 2007 e il 2016, per anni coautore di saggi ed editoriali con Tito Boeri, con cui ha fondato il sito Lavoce.info. Phd alla Lse, ora professore di Economia del lavoro a Torino, Garibaldi è ricercatore di CEPR (Londra) e IZA (Bonn) e responsabile degli studi del lavoro alla Fondazione Debenedetti. Inoltre, è presidente del programma Visit Inps, un’iniziativa di ricerca lanciata nel 2015 proprio sotto la presidenza di Boeri.

Per Profumo, la sconfitta sul segretario generale della Compagnia di San Paolo segnerebbe quasi inevitabilmente un addio ai sogni di gloria di presidenza dell’Acri. E Guzzetti, a malincuore, dovrebbe trovarsi un nuovo successore, non potendo fare affidamento su un re travicello incapace di regnare in casa propria. Figuriamoci nell’impero Acri.

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