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Intesa Sanpaolo, la nomina in Compagnia e il profumo di Quaglia nell’Acri di Guzzetti

Fatti, nomi, indiscrezioni e scenari sulla successione all’Acri a latere di una nomina di peso in Compagnia di San Paolo azionista di Intesa Sanpaolo Alberto Anfossi è il nuovo segretario della Compagnia di San Paolo, fondazione-perno di Intesa Sanpaolo. Lo ha nominato oggi all’unanimità il comitato di gestione della fondazione presieduto da Francesco Profumo Compagnia…

Alberto Anfossi è il nuovo segretario della Compagnia di San Paolo, fondazione-perno di Intesa Sanpaolo. Lo ha nominato oggi all’unanimità il comitato di gestione della fondazione presieduto da Francesco Profumo

Compagnia di San Paolo è il maggior socio con il 7,1% delle azioni della banca guidata dall’amministratore delegato, Carlo Messina.

Chi è Anfossi? Quarant’anni, laureato con lode in Fisica all’Università di Torino e dottore di ricerca al Politecnico di Torino, nel 2018 viene selezionato in Compagnia di San Paolo per il ruolo di Direttore Sviluppo del Territorio con la responsabilità di coordinare le diverse unità per rendere operativo il piano strategico 2017-2020.

Un interno alla fondazione, dunque, ha sconfitto un esterno come Stefano Firpo, il candidato su cui Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri, aveva da tempo mobilitato il presidente della Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo, per la successione di Pietro Gastaldo, storico segretario generale della Compagnia torinese.

Firpo, economista torinese, specializzazione alla Lse, poi in Intesa Sanpaolo quando era capitanata da Corrado Passera – che portò Firpo al ministero dello Sviluppo economico, dove ora è direttore generale per la politica industriale – era dunque il candidato gradito a Profumo e Guzzetti

Ma nonostante il cognome di peso, le relazioni ad ampio spettro e gli apprezzamenti multipartisan, il nome di Firpo non è andato in porto ai vertici della fondazione torinese. Perché?

Il piano di Guzzetti e Profumo si è scontrato nella Compagnia soprattutto contro il muro costruito – secondo le indiscrezioni bancarie – da due esponenti del comitato di gestione della Compagnia: Licia Mattioli, vicepresidente di Confindustria con delega all’internazionalizzazione e presidente dell’Unione degli industriali di Torino, e Annamaria Poggi, docente di Diritto costituzionale all’università di Torino.

Ma il piano di Guzzetti non realizzato da Profumo potrebbe segnare un addio ai sogni di gloria di presidenza dell’Acri per Profumo, si mormora in ambienti delle fondazioni: Guzzetti, al vertice dell’Acri dal 2000, è stato rieletto nel giugno 2016 per un altro triennio.

Fabrizio Palenzona, già vicepresidente di Unicredit, ex presidente degli Aeroporti di Roma e ora neo presidente di Conftrasporto oltre che presidente di Aiscat, l’associazione che riunisce le concessionarie autostradali, ha un’idea: Giovanni Quaglia, presidente della fondazione torinese Crt.

Un’idea non solo di Palenzona, ora. C’è infatti chi ha notato come il 23 luglio, a Torino, Guzzetti ha presentato il libro scritto di recente da Quaglia “La forza della società”. Tema? L’attualità del Codice di Camaldoli. Una passione anche di Guzzetti, ex dc come Quaglia e Palenzona. Tanto che il numero uno di Cariplo e Acri ha scritto la prefazione al saggio di Quaglia.

Dunque Quaglia è entrato nei cuori di Guzzetti prendendo il posto di Profumo per i piani alti dell’associazione delle fondazioni? Si vedrà.

Di sicuro l’eventuale elezione di Quaglia alla presidenza dell’Acri l’anno prossimo segnerebbe due novità di fondo. Da un lato lo spostamento del baricentro dell’Acri da Milano e dalla Lombardia a Torino e al Piemonte. Dall’altro si delineerebbe una prospettiva non più solo solo “bancaria”: da tempo la Cassa di risparmio di Torino, oltre a una partecipazione in Unicredit meno rilevante del passato, è azionista con oltre il 5% di Atlantia, il gruppo che fa capo ai Benetton, da sempre in ottimi rapporti con Palenzona.

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