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Intesa Sanpaolo, che cosa farà Isybank su input del Garante

Ecco come si è chiusa la querelle fra Antitrust e Intesa Sanpaolo su Isybank, la banca digitale del gruppo capeggiato da Messina. Tutti i dettagli e che cosa cambia per i correntisti

 

Si chiude in casa Antitrust il caso Isybank, la banca digitale del gruppo Intesa Sanpaolo. Ecco tutti i dettagli.

L’ESITO DEL DOSSIER ANTITRUST SU ISYBANK

Si chiude con impegni chiari a vantaggio dei consumatori la querelle fra l’Antitrust e Intesa Sanpaolo (https://www.startmag.it/economia/che-cosa-succede-fra-istituzioni-e-intesa-sanpaolo/) sulla vicenda Isybank, la banca digitale del gruppo creditizio guidato da Carlo Messina.

COSA VOLEVA FARE INTESA SANPAOLO 

Per capire meglio la questione occorre ricordare che Ca de’ Sass aveva pianificato in due tranche il trasferimento di alcuni suoi clienti a Isybank: la prima, il 16 ottobre 2023, ha riguardato circa trecentomila clienti; la seconda, che comprendeva oltre due milioni di clienti, sarebbe partita il 18 marzo 2024.

Il passaggio doveva riguardare un totale di circa 2,4 milioni di correntisti digitalmente evoluti e cioè con meno di 65 anni, che non sono stati in filiale neppure una volta nell’ultimo anno e senza un deposito titoli. Venivano esclusi, invece, i clienti con giacenze oltre i 100 mila euro. Due i cambiamenti principali: nessuna filiale sul territorio e internet banking solo via app; un nuovo Iban (ma per un po’ di tempo i bonifici effettuati all’Iban precedente sarebbero stati trasferiti in automatico a quello nuovo).

Va detto poi che Isybank non consente di fare trading online né investimenti, non fornisce ai propri correntisti carte virtuali per effettuare acquisti online in sicurezza, assegni bancari e accesso ai contratti di mutuo.

COSA CONTESTAVA L’ANTITRUST

Secondo l’Autorità guidata da Roberto Rustichelli, però, il trasferimento dei clienti da una banca all’altra era stato previsto secondo modalità non compatibili con il Codice del Consumo: le modifiche dei contratti in precedenza stipulati erano state imposte unilateralmente, ossia senza la richiesta del consenso al passaggio. Inoltre, le comunicazioni relative al trasferimento ad Isybank erano state trasmesse ai clienti nella sezione archivio dell’app di Intesa Sanpaolo senza adottare accorgimenti che ne sollecitassero la lettura (ad esempio notifiche push e pop-up) e non lasciavano capire che in questo modo i clienti si sarebbero potuti opporre al passaggio. Infine, nelle comunicazioni non erano state bene indicate le modifiche relative alle condizioni economiche previste dal nuovo conto corrente e ai servizi non più inclusi.

A fine novembre, dunque a meno di un mese dall’avvio dell’istruttoria, l’Autorità aveva deciso di intervenire in modo più incisivo e di adottare un procedimento cautelare per impedire il passaggio alla banca digitale dei correntisti di Intesa Sanpaolo che non avessero fornito il proprio consenso espresso. Allo stesso tempo, chi si fosse dichiarato contrario avrebbe potuto mantenere il precedente conto corrente alle stesse condizioni. A Piazza Verdi erano giunte allora oltre 5.000 segnalazioni da parte di singoli consumatori e di associazioni che li rappresentano, di cui più di 3.000 dopo l’avvio.

GLI IMPEGNI PROPOSTI DA INTESA SANPAOLO E ACCETTATI DALL’AGCM

Secondo quanto si legge nella nota stampa diffusa dall’Antitrust, gli impegni garantiscono a tutti i clienti “informazioni chiare ed esaustive sulla natura e sulle condizioni del trasferimento” che sono state fornite dal 10 gennaio al 29 febbraio scorso attraverso comunicazioni individuali tramite un banner dall’app Isybank (per chi è stato trasferito ad ottobre) o dall’app e dal sito di Intesa Sanpaolo (per il gruppo successivo).

Inoltre le due società hanno fatto tre tentativi nei confronti della clientela che non ha risposto a quelli precedenti e hanno attivato un’altra campagna di comunicazione tramite mail e push, nelle settimane del 22 gennaio e del 12 febbraio e dopo il 29 febbraio.

Questa attività, spiega l’Autorità, è servita a comunicare ai clienti del rimo gruppo “che viene loro garantita la possibilità, entro il 31 dicembre 2026, di rientrare in Intesa Sanpaolo, godendo di condizioni economiche migliorative rispetto a quelle applicate prima del trasferimento: un conto corrente con canone uguale o inferiore, carte di debito con canone gratuito, condizioni gratuite sui servizi transazionali ed eventuale deposito titoli con canone gratuito. Ai clienti che ne facciano richiesta, viene anche garantita la riattribuzione dell’Iban originario”.

Per questi clienti, inoltre, verrà riconosciuta la gratuità del rapporto presso Isybank, dalla data del trasferimento al 30 giugno 2024 o alla data di eventuale chiusura del rapporto, se precedente.

Analoghe le misure proposte per l’informativa e per le relative modalità attuative nei confronti dei clienti del secondo gruppo. La comunicazione a questi clienti, rileva l’Autorità, è servita ad informarli dell’impegno preso dalle due banche di trasferire a Isybank solo i clienti che abbiano manifestato in maniera esplicita il proprio “consenso espresso” al trasferimento del conto e alle relative modifiche contrattuali. L’insieme delle misure è stato completato il 4 gennaio scorso con un comunicato pubblicato su 21 quotidiani a diffusione nazionale e in cui si chiariva che i clienti trasferiti in Isybank il 16 ottobre avrebbero potuto decidere di aprire un nuovo rapporto di conto presso Intesa Sanpaolo a condizioni pari o migliorative rispetto a quelle originarie. Per i clienti del secondo gruppo, invece, si evidenziava che non si sarebbe potuto procedere in assenza del loro consenso espresso.

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