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Infrastrutture

Ecco le infrastrutture critiche Ue a rischio attacco

Cosa dice il rapporto dell'Unione europea e della Nato sulle infrastrutture critiche per l'energia, i trasporti, il digitale e lo spazio maggiormente esposte al rischio di attacchi e sabotaggi.

 

Dopo tre mesi di lavori si è chiuso il lavoro della task force congiunta Ue-Nato sulla valutazione dei rischi per la sicurezza delle infrastrutture critiche. Energia, trasporti, digitale e spazio. “La guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina ha portato nuovi rischi, attacchi fisici e informatici, spesso combinati come una minaccia ibrida“, si legge nel rapporto di valutazione finale della task force congiunta tra le due organizzazioni, che traccia una mappa delle attuali sfide alla sicurezza nei quattro settori-chiave “di importanza trasversale”.

Il risultato delle analisi sui rischi e le minacce alle infrastrutture critiche iniziate le scorso 16 marzo sono state presentate oggi (29 giugno) con una serie di raccomandazioni per mitigare la situazione nel prossimo futuro. In primis c’è il settore dell’energia: “Il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream ha evidenziato la vulnerabilità delle infrastrutture energetiche“, è l’incipit del primo capitolo con il riferimento al sabotaggio di fine settembre 2022 dei due gasdotti nel Mar Baltico. “La sicurezza energetica è più impegnativa nell’attuale contesto geopolitico”, anche considerando che “le attività militari dipendono in modo significativo dalle reti e dalle forniture energetiche civili” e che “sono collegate in rete, quindi un’interruzione in un luogo può avere un impatto più ampio”. Nella valutazione viene riconosciuto che gli Stati membri Ue e gli alleati Nato “hanno compiuto passi decisivi per ridurre la dipendenza dall’energia russa“, mentre parallelamente “anche il crescente utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e l’elettrificazione possono rafforzare la resilienza”, riducendo la dipendenza da un unico sistema centrale. Allo stesso tempo non va dimenticato che “la maggiore dipendenza dalle energie rinnovabili comporta anche potenziali vulnerabilità“, perché “molti dei loro componenti critici sono ancora in gran parte concentrati al di fuori” dei Paesi membri Nato e Ue.

“Le infrastrutture di trasporto, compresi gli aeroporti e i porti marittimi, sono anch’esse vulnerabili agli attacchi informatici, che possono infliggere ingenti danni economici ed eventualmente causare interruzioni per l’uso da parte delle forze armate”, è invece l’avvertimento lanciato sul piano dei trasporti: “Le nostre forze armate fanno grande affidamento sulle infrastrutture di trasporto civili e commerciali per lo svolgimento delle loro attività”. A questo si aggiunge il fatto che “la crescente elettrificazione dei trasporti porterà a una maggiore dipendenza dalla rete elettrica, dalle batterie e dalle relative infrastrutture” e che “le infrastrutture di trasporto sono sempre più digitalizzate”, tutti fattori di maggiore rischio. A proposito di digitale, il riferimento esplicito è a cavi in fibra ottica sotterranei e sottomarini, stazioni base cellulari, satelliti e reti 5G: “Comportano rischi dovuti alle limitate capacità di riparazione e alla maggiore vulnerabilità“. E infine lo spazio: “Concorrenti strategici e potenziali avversari stanno sviluppando capacità contro-spaziali che potrebbero minacciare l’accesso e la libertà operativa della Nato e dell’Ue nello spazio, interrompendo potenzialmente le infrastrutture critiche”, specifica il testo.

Oltre alla task force Ue-Nato, da mesi per i Ventisette la protezione delle infrastrutture critiche è diventata una priorità sempre più urgente, come aveva messo in chiaro la presidente von der Leyen, anticipando il piano in cinque punti al vaglio della Commissione: “Abbiamo visto quanto sono vulnerabili sia i gasdotti sia i cavi sottomarini, che sono la spina dorsale dell’economia globale e dell’energia”. Dal momento in cui le infrastrutture critiche “sono diventate obiettivi militari per la prima volta nella storia“, le istituzioni comunitarie hanno chiesto una maggiore coordinazione sotto la supervisione della Commissione, sempre considerata la competenza degli Stati membri nel campo della sicurezza nazionale.

(Estratto da un articolo pubblicato su Eunews; qui la versione integrale)

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