Caro direttore,
sono trascorsi vent’anni da quella sera in cui Marco Biagi venne assassinato, sotto casa, all’ora di cena, da un commando sgangherato di brigatisti che sarebbero fuggiti se ad accompagnare il professore ci fosse stato, oltre alla bicicletta, almeno un vigile urbano.
In tutti questi anni quella tragica ricorrenza è stata ricordata con numerose iniziative, promosse dalle istituzioni, dalla famiglia, dai suoi allievi e da associazioni culturali.
E’ sorprendente questa costante e vittoriosa sfida all’oblio e al rancore che la figura di questo giurista ancora si porta appresso.
Marco continua a suscitare tra i giovani un grande interesse al pari di quanti (sono sempre meno) sono disposti a pagare di persona per le proprie idee, benché consapevoli dei rischi che corrono.
Vi racconto il riformista Marco Biagi. Firmato: Cazzola
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