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Unipol

Il Corriere di Cairo slurpa Cimbri di Unipol (socio Rcs), Infratel coccola Open Fiber, Leonardo si sollazza col Sole

Unipol, Rcs, Open Fiber, Infratel, Leonardo e non solo. Pillole di rassegna stampa a cura di Michele Arnese

 

CIMBRI DI UNIPOL (AZIONISTA DI RCS CON IL 4,8%) COCCOLATO DAL CORRIERE DELLA SERA

 

HA VINTO SANCHEZ IN SPAGNA?

 

IL PROFONDO ROSSO DI OPEN FIBER

 

I TRUCCHETTINI PRO OPEN FIBER DI INFRATEL

 

I CONTI DI RYANAIR DECOLLANO

 

IL MURO DI BIDEN

 

DOSSIER BALTICO

 

CARO FARMACO

 

LEONARDO SI SCALDA SOLO COL SOLE

 

ELKANN MON AMOUR

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BREVE ESTRATTO DELL’INTERVISTA DEL CORRIERE DELLA SERA A CARLO CIMBRI DI UNIPOL (socio di Rcs):

L’inizio è lo stesso cantato da Luca Carboni nel 1992 in Mare mare, la hit che trionfò sulle spiagge, nelle radio, al Festivalbar. Stesso mezzo («Ho comprato anche la moto/usata ma tenuta bene»), stessa partenza («Son partito da Bologna/con le luci della sera»), stesso approccio al viaggio, tutto sommato normale, senza fronzoli, di quella normalità che respira tra i gesti semplici del viaggiatore navigato («Ho fatto il pieno in autostrada/prendo l’aria sulla faccia»), per cui una sigaretta fumata all’autogrill, con lo sguardo rivolto ai chilometri che mancano e il pensiero a quelli che sono alle spalle, non sarà mai uguale a una sigaretta qualunque.

Il motociclista solitario è Carlo Cimbri , classe 1965, presidente oggi dopo molti anni da amministratore delegato di Unipol, l’unico tra i top manager italiani che nell’ultimo mezzo secolo abbia portato in giro una faccia più da motociclista che da top manager. Uno dei pochissimi che ha lavorato sempre nello stesso posto, scalando la società — presa per mano dopo il tragico capitolo delle scalate bancarie, poi messa a posto e addirittura rilanciata nel giro di pochissimo con l’acquisto di Fondiaria — dal primissimo gradino, «impiegato normalissimo», a quello più alto. Il suo viaggio inizia da Bologna, arriva a Gibilterra e ritorna a Bologna. Soli, lui e la motocicletta. Giorni: dieci. Chilometri: cinquemilaseicento.

Perché la Spagna?
«Perché in Spagna sono stati i miei primi viaggi da ragazzo. Perché quando c’era la lira e tu eri uno studente senza grandissime possibilità economiche, ecco, la tua lira si difendeva bene o in Spagna o in Grecia».

Perché la moto?
«Io mi ritengo un velista prestato al mestiere che faccio tutti i giorni. E chi ama la vela ama anche la moto».

Come se lo spiega?
«Il vento. Con entrambe hai il senso del vento, che a bordo di una macchina ti manca proprio. Se lo chiede al mio amico Max Sirena, il capobarca di Luna Rossa, le darà più o meno la stessa risposta. Anche lui è un velista che ama la moto».

Bologna la partenza, Gibilterra la meta. E l’itinerario?
«Diverso da quello che avrei privilegiato da ragazzo. Infatti, scendendo da Nord sulla costa orientale, ho virato verso il cuore della Spagna prima di arrivare nei posti in cui la Costa Brava diventa simile alle spiagge del nostro Adriatico, che pure erano stati meta di qualche viaggio di gioventù e che a tutt’oggi sono l’approdo spagnolo di tantissimi ragazzi. Il primo problema, però, è stato trovare il tempo per fare questo viaggio in moto da Bologna a Gibilterra, che sognavo di fare da anni, da solo. Ci sono riuscito, alla fine, mettendo insieme le vacanze di Pasqua e i ponti del 25 aprile e del primo maggio».

Per un top manager cercare il tempo è più facile o difficile che cercare capitali?
«Mi viene in mente la mia prima operazione di fundraising (raccolta fondi, ndr), che risale a molto prima della laurea. Aveva proprio a che fare con le due ruote: mio padre, che avevo convinto a comprarmi un Ciao della Piaggio al compimento dei miei quattordici anni, non ne voleva sapere di andare oltre. La Vespa Px 125 e poi la prima moto, una Honda XL500 usata, le comprai da solo. Quest’ultima aveva un elemento di difficoltà che la rendeva una moto non proprio per principianti: l’accensione a pedale che, se non eri bravo, tornava indietro e ti scassava un ginocchio».

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