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Energia

I numeri sulla strage del turismo in Italia

Che cosa emerge da uno studio della Banca d'Italia sulla bilancia dei pagamenti. L'analisi di Giuseppe Liturri

 

Proprio nei giorni in cui diventano più rigide le misure restrittive per numerose attività economiche e per la libertà personale, è quanto mai opportuno commentare i dati relativi alla bilancia commerciale con l’estero del turismo. Una specifica sezione della bilancia dei pagamenti pubblicata da Bankitalia rileva la spesa dei residenti all’estero e quella degli stranieri in Italia per motivi personali diversi da cure e studio.

Il quadro che ne emerge è impressionante. Nei dodici mesi del 2020 è stata letteralmente piallata la spesa degli stranieri, crollata da 37 a 14 miliardi. Ben 23 miliardi in meno.

Ben magra consolazione è quella di aver assistito anche alla riduzione della spesa degli italiani all’estero, scesa da 17 a 5 miliardi. 12 miliardi in meno.

Il risultato netto è il calo del saldo della bilancia commerciale turistica che diminuisce di ben 11 miliardi nel 2020, attestandosi a 8 miliardi, contro 19 del 2019.

La lettura dei dati mensili, esposti nel grafico è ancora più eloquente.

Nel grafico in pagina, le linee descrivono l’andamento della spesa mensile degli italiani e degli stranieri nel 2020 (linee continue) e nel 2019 (linee tratteggiate). Gli istogrammi invece descrivono il saldo della bilancia commerciale, sempre per gli anni 2020/2019.

Ciò che è accaduto nei mesi di marzo/aprile/maggio, quelli caratterizzati dalle misure restrittive più rigide, è evidente senza bisogno di particolari commenti ed anche giugno mostra conseguenze negative. Proprio nei mesi in cui la spesa degli stranieri cominciava a salire con l’avvento della primavera, lo schiacciamento è stato totale. Scomparsi gli stranieri dall’Italia e pure gli italiani dall’estero, con l’evidente differenza che i primi generavano un ammontare di spesa ben più rilevante. Il saldo commerciale si è sostanzialmente azzerato e, in quei quattro mesi, ben 11 miliardi di spesa degli stranieri sono andati in fumo, rispetto al 2019.

Un minimo respiro per il settore è arrivato solamente nella stagione estiva a cavallo tra luglio e settembre. Tuttavia il picco di agosto è rimasto molto indietro rispetto allo stesso mese del 2019: gli stranieri hanno fatto registrare una spesa inferiore del 40% rispetto all’anno precedente. In questi tre mesi centrali il calo del saldo non è stato poi così marcato, grazie alla contemporanea discesa dei viaggi degli italiani all’estero.

Di rilievo anche il calo di ottobre, mese tradizionalmente mite e molto apprezzato dagli stranieri. In un solo mese si sono volatilizzati 2,5 miliardi di spese degli stranieri rispetto al 2019.

Ancora peggiore l’andamento di novembre e dicembre. Le nuove misure restrittive, pur più blande rispetto a quelle della primavera, hanno distrutto il movimento turistico sia in entrata che in uscita. Una eloquente linea piatta accomuna quei due mesi.

Sono dati senza precedenti, sulla base dei quali cominciano ad essere in tanti a chiedere che l’efficacia del lockdown nel contenere l’epidemia e le vittime, tangibile ma purtroppo rivelatasi modesta, debba essere messa a confronto con i danni enormi e certi arrecati all’economia dei Paesi, come l’Italia, che più hanno creduto nel lockdown duro.

Se perfino il Wall Street Journal è arrivato a pubblicare tre articoli in due giorni sull’argomento, ponendosi la stessa domanda e giungendo a conclusioni che mettono in dubbio l’efficacia di quanto fin qui fatto in molti Paesi, probabilmente a qualcuno non conviene conoscere la risposta.

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