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I casotti di Crt e Fondazione Sicilia scuotono il Tesoro di Giorgetti. Che diamine succede?

Le ultime notizie su Crt, i passi felpati del Mef, l'attivismo dei magistrati e un altro casotto che sta per scoppiare in Sicilia... La lettera di Walsingham

Caro direttore,

vedo che i primi caldi estivi ti hanno fiaccato, a farne le spese è la tua consueta concentrazione. Il risultato è inusitato: non stai dedicando la giusta attenzione al lodo Crt. Eppure proprio oggi, 2 luglio, potrebbe esserci una decisione da parte del ministero dell’Economia, almeno stando a quanto filtra da Torino.

Il 2 luglio, infatti, è prevista la presenza al Mef della nuova presidente di Crt, l’ambiziosissima costituzionalista Anna Maria Poggi. E’ in programma un confronto con il direttore del Dipartimento Economia del Mef, Marcello Sala, e con il dirigente che si occupa di fondazioni bancarie, Vincenzo Meola. Non si sa se si affaccerà anche il ministro Giancarlo Giorgetti.

Ti sintetizzo quanto risulta a me. Punto primo: la Procura di Torino ha già spiccato otto avvisi di garanzia e non ha mandato giù di giri il motore. Attende, casomai, le mosse del ministero dell’Economia, per capire se dovrà di nuovo scalare le marce e riprendere a sventagliare avvisi di garanzia.

Punto secondo: Sala e Meola hanno letto la relazione degli ispettori della Ragioneria, che riportano all’Ispettore Generale Capo, Fabrizio Corbo. Già, perché il Dipartimento Economia, che vigila sulle fondazioni, non dispone di propri ispettori e li “affitta” dalla Ragioneria, come ti ho raccontato in una mia precedente lettera: avevi timori di smentite, che invece – come ti avevo assicurato al telefono – non sono arrivate perché la circostanza è vera. Quando mai si è vista una vigilanza priva di propri vigilantes, mi dicevi al telefono. Ti sbagliavi. Tutto (o quasi) è possibile in Italia.

Punto terzo: la Poggi sta sostenendo la tesi per cui non c’è bisogno di commissariare, perché basta lei a “domare la tigre”, come ha fatto capire in alcuni dichiarazioni, favorendo dialogo e disponibilità di chiarimenti agli uomini di Giorgetti.

In realtà chi osserva la vicenda da vicino mi assicura che trattasi di mera cosmesi di superficie, e non certo di interventi strutturali per estirpare un male pronto a recidivare.

Punto quarto: mentre va in scena la vicenda Crt, da Palermo giungono notizie inquietanti. La gloriosa fondazione Banco di Sicilia (ora ribattezzata semplicemente Fondazione Sicilia) è a soqquadro, straziata da guerricciole tra cordate con accuse e contraccuse di favoritismi e altro. A Palermo già s’ode un tintinnio di esposti. E dire che nella fondazione siciliana ha anche un proprio rappresentante, previsto per statuto. Non si tratta un dirigente Mef – in passato il Mef nel Banco aveva nominato figure del calibro di Roberto Ulissi o Nunzio Guglielmino – ma, udite udite, di un attivissimo (troppo?) ex politico. A questo punto diventa difficile sostenere la tesi per cui Crt sia un caso isolato. Molto più probabile che buona parte del mondo fondazioni, dopo decenni di regno guzzettiano, sia cariata, e che la vigilanza debba scegliere se e come dare un segnale.

Direttore, credimi: non proprio c’è da invidiarlo, il Sala. E comunque se conosci qualche collega siciliano sondalo perché secondo potrebbe rivelarti cose sfiziosissime ovvero tristissime.

Buon lavoro

Francis Walsingham

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