A sole sei settimane dalle elezioni americane, la corsa alla presidenza nei principali Stati in bilico è ancora aperta e imprevedibile. Il dibattito ha conquistato l’attenzione di elettori, media e commentatori di tutto il mondo, ma il suo impatto generale è ancora da vedere. In ogni caso, il prossimo presidente potrebbe lavorare per portare avanti un programma politico nel 2025 con un Congresso diviso o quasi.
Dopo il dibattito
I sondaggi successivi al dibattito sono in arrivo e appaiono contrastanti. Anche se lo slancio a livello nazionale sembra essere dalla parte della Harris, con il suo vantaggio che si è ampliato all’1,7% secondo RealClearPolitics (RCP), gli Stati in bilico rimangono incredibilmente tirati. Il più importante di questi, la Pennsylvania, sembra testa a testa, secondo RCP, anche se in quello stato i sondaggi sono stati limitati dopo il dibattito. Si tenga presente che in questo momento, nel 2020, Biden era in vantaggio su Trump di quasi 6 punti a livello nazionale, ma è riuscito a batterlo solo di poco negli swing state chiave.
A prescindere da ciò che si pensa delle performance di Harris e Trump in quello che potrebbe essere il loro unico dibattito, resta aperta la questione di quanto sarà importante, visto quanto sono cristallizzate le opinioni di molti elettori. Detto questo, il dibattito potrebbe influenzare le decisioni di quel 5-10% di elettori ritenuti “persuadibili” – ovvero coloro che sostengono un candidato ma che potrebbero prendere in considerazione l’altro, o gli elettori che sono veramente indecisi. Dovremmo continuare a osservare i sondaggi, in particolare negli Stati in bilico, per vedere l’effetto che il dibattito ha avuto sulla corsa. Si dovranno osservare gli spostamenti tra gli elettori persuadibili e se Harris guadagnerà terreno tra gli elettori indipendenti e i latinos, che potrebbero essere cruciali per le sue chances. In una corsa così serrata, ogni movimento può essere significativo.
Si tenga inoltre presente che due degli Stati in bilico, North Carolina e Pennsylvania, dovrebbero dare presto avvio all’early voting, mentre altri Stati in bilico – Arizona, Georgia, Nevada, Wisconsin e Michigan – inizieranno in ottobre.
Il dibattito offre (alcuni) spunti di riflessione sulla politica
I candidati sono stati interpellati su una serie di temi di politica, e le risposte sono state più generiche che altro.
Economia: Harris ha parlato della sua visione di una “opportunity economy”, che includerebbe un credito d’imposta per i figli a carico di 6.000 dollari (rispetto agli attuali 2.000), una deduzione fiscale di 50.000 dollari per le piccole imprese e politiche volte a creare 3 milioni di nuove unità abitative. Tuttavia, la Harris non è stata esplicita sui dettagli di queste politiche sulla casa. In precedenza, aveva parlato di un credito di 10.000 dollari per chi acquista una prima casa e di un’espansione del credito d’imposta per gli alloggi a prezzi accessibili. Alla domanda sull’economia, Trump ha parlato brevemente di dazi, ma si è concentrato molto sull’immigrazione. Ha concluso affermando di aver “creato una delle più grandi economie nella storia del Paese” e che “lo farà di nuovo e ancora meglio”.
Sanità: Alla Harris è stato chiesto del suo precedente appoggio a Medicare for All, ma non ha risposto direttamente alla domanda. Si è invece soffermata sul suo sostegno all’Affordable Care Act (ACA) e ha discusso la politica dell’amministrazione Biden di consentire a Medicare di negoziare i prezzi di alcuni farmaci e di fissare un tetto al prezzo dell’insulina. Ha anche sottolineato i tentativi falliti di Trump di revocare l’ACA. In risposta, Trump ha definito l’ACA “misero” e ha dichiarato che “ancora oggi non è così valido”, ma ha indicato che lo sostituirebbe solo se riuscisse a trovare una soluzione migliore e più economica. Quando gli sono stati chiesti dettagli su quale potrebbe essere, ha detto di avere “idee per un piano”, ma non ha fornito dettagli.
Energia e fracking: Nel corso del dibattito il fracking è stato menzionato 11 volte, a conferma dell’importanza della questione nel cruciale swing state della Pennsylvania, dove si è tenuto il dibattito. Harris ha preso le distanze dalla posizione politica che aveva rivendicato durante il ciclo del 2020, quando aveva dichiarato che avrebbe “assolutamente sostenuto un divieto federale sul fracking”. In questo dibattito ha ribaltato la posizione, affermando non solo il suo sostegno al fracking, ma anche celebrando il fatto che l’amministrazione Biden ha sovrinteso al “più grande aumento della produzione nazionale di petrolio nella storia”. Ha sottolineato la necessità che gli Stati Uniti “investano in fonti energetiche diversificate in modo da ridurre la dipendenza dal petrolio estero”. In altre parole, sembra che la Harris non sostenga più il Green New Deal. Trump ha replicato che “la Harris non permetterà mai il fracking in Pennsylvania” e che “ha sostenuto il divieto di fracking negli ultimi 12 anni”.
Immigrazione: Nel corso del dibattito si è parlato molto di immigrazione e del confine meridionale. Trump ha ribadito il suo punto di vista sul gran numero di immigrati che “lei e Biden hanno fatto entrare nel Paese”, affermando che molti sono criminali violenti e che “devono essere fatti uscire in fretta”. Harris ha detto che solleciterà il Congresso ad approvare la legge bipartisan sull’immigrazione fallita all’inizio dell’anno, che lei e molti repubblicani sostengono che Trump abbia “condannato a morte” perché “ha preferito cavalcare un problema invece di risolverlo”.
Ucraina: Trump ha detto che avrebbe posto fine alla guerra tra Russia e Ucraina “prima ancora di diventare presidente”, mentre Harris ha parlato del conflitto ucraino nel contesto più ampio della difesa della democrazia (un messaggio che trova solo in parte il favore degli elettori). Ha anche affermato che “dittatori e autocrati fanno il tifo affinché [Trump] diventi presidente” perché “possono manipolarlo con lusinghe e favori”. In risposta, Trump ha dichiarato: “Il conflitto non sarebbe avvenuto con me. I leader degli altri Paesi pensano che Biden e Harris siano deboli e incompetenti”.
Conflitto in Medio Oriente: Trump non ha fornito una spiegazione approfondita sui suoi piani riguardo al conflitto in Medio Oriente, ma ha affermato che “Israele sparirà nell’arco di due anni” se Harris sarà eletta. Nelle sue dichiarazioni, Harris ha cercato di bilanciare il suo sostegno a Israele con il riconoscimento che “troppi palestinesi innocenti sono stati uccisi”. Ha poi aggiunto che “deve essere tracciata una rotta per una soluzione a due Stati. E in questa soluzione, ci deve essere sicurezza per il popolo israeliano e per Israele e in egual misura per i palestinesi”.
Nota Bene: La realtà è che, a prescindere da chi vincerà, il prossimo presidente si troverà probabilmente ad affrontare un Congresso diviso o quasi, il che metterà porrà dei vincoli a ciò che potrà essere realizzato – quindi la retorica della campagna elettorale potrebbe essere molto diversa dalla realtà politica. Detto questo, prevediamo che i disavanzi rimarranno elevati – 6-7% del PIL all’anno – indipendentemente da chi sarà eletto, il che avrà implicazioni per la parte lunga della curva dei rendimenti dei Treasury statunitensi nell’orizzonte di lungo termine.