skip to Main Content

Guerra di carta tra prof: Perotti straccia Alesina e Giavazzi su tagli e fisco

Ecco come gli ex commissari alla spending review, Perotti e Giavazzi,  duellano su conti fisco della manovra finanziaria. Scrive Perotti: "A dimostrazione di quanto sia difficile tagliare la spesa, quando avanzano proposte concrete anche Alesina e Giavazzi finiscono per proporre aumenti di tasse”.

Tagliare la spesa pubblica? A parole è un’operazione facile ma c’è un motivo per il quale tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi anni si sono trovati a sbattere contro un muro: “La politica ha paura di fare proposte di rottura” e “il diavolo si trova nei dettagli che sono molto pesanti”, scrive l’economista bocconiano Roberto Perotti, ex commissario alla spending review durante il governo Renzi, su La Repubblica.

MANOVRA, IL SOLITO AUMENTO DI TASSE E ANNUNCI DI LOTTA ALL’EVASIONE MA TAGLIARE LA SPESA È DIFFICILE

“Il progetto di bilancio è il solito insieme di aumenti di tasse (per 13 miliardi) e di spesa, di annunci di lotta all’evasione, con un piccolo taglio al cuneo fiscale. Un film già visto, ma almeno girato con moderazione: non c’era tempo né soldi per fare diversamente. Di riduzioni di spesa neanche l’ombra, se si eccettuano i soliti tre miliardi dell’immancabile “revisione e razionalizzazione della spesa”, rigorosamente senza dettagli. Eppure tutti a parole vogliono ridurre la spesa “improduttiva”. Perché tanta differenza tra sogni e realtà? Perché tagliare la spesa è molto più difficile di quanto si creda. Il modo più istruttivo per capirlo è leggere le proposte di due fautori dei tagli di spesa, Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, sul Corriere della Sera del 28 settembre”, sottolinea Perotti.

LA RIDUZIONE DELLE SPESE FISCALI? ALCUNE INIQUE, ALTRE SENSATE MA LE CIFRE SONO DELUDENTI

In cima alla lista c’è la riduzione delle tax expenditures, “il complesso ormai leggendario di agevolazioni e sconti su tasse e imposte, che tanti pensano siano un frutto da 32 miliardi che attende solo di essere colto – scrive Perotti -. Ce ne sono centinaia, e ognuno ha il suo elenco. Molte sono folkloristiche, come l’estensione alla pesca lacustre e fluviale di alcune agevolazioni della pesca marittima nate per fronteggiare la concorrenza dei pescherecci greci e spagnoli. Altre sono inique, come quelle per il cinema, molto più alte che negli altri Paesi. Ma parecchie sono perfettamente sensate, per motivi di equità sociale (le agevolazioni per gravi disabilità nel nucleo familiare, per esempio) o di efficienza economica. Non si può entrare con il lanciafiamme”.

CIFRE SPESSO DELUDENTI DAI TAGLI

Inoltre le cifre in gioco sono spesso deludenti, osserva Perotti: “Si cita spesso l’aliquota agevolata per il gasolio, che farebbe perdere cinque miliardi all’erario. In realtà sono tre, ma se anche la si abolisse, i risparmi verrebbero in gran parte mangiati da un’altra agevolazione, che isola gli autotrasportatori dall’aumento del gasolio, e che attualmente vale poco più di un miliardo. Supponiamo, esagerando, che se ne tagli la metà (e già si manderebbero sul lastrico parecchie aziende). Sento già il politico: ‘E io dovrei rischiare che tre Tir messi di traverso sull’A1 blocchino l’Italia per un mese, il tutto per risparmiare 500 milioni?”.

RISPARMI MODESTI DALL’ELIMINAZIONE DELLE AGEVOLAZIONI IN BASE AL REDDITTO

“Un altro classico è eliminare le agevolazioni fiscali sopra una certa soglia di reddito. Giusto, ma quando si fanno i calcoli si scopre che i risparmi sono modesti: per esempio anche se si riducessero progressivamente le detrazioni per spese mediche sopra i 55mila euro di reddito, eliminandole completamente dai 75mila euro in su (una proposta drastica che non passerà mai), si risparmierebbero 350 milioni”, spiega Perotti.

RIDURRE L’EVASIONE NELLA CULTURA ITALIANA RICHIEDERÀ DECENNI, E GOVERNI FORTI CHE NON ABBIAMO

La seconda proposta dei boccoaniani Alesina&Giavazzi sul Corsera di Cairo è ‘Ridurre l’evasione. In altri Paesi ci sono riusciti: basta volerlo davvero’. “Ne siamo sicuri?”, si chiede ancora Perotti, che argomenta: “In Grecia, che pure era sotto il pugno di ferro della troika, l’evasione dell’Iva è addirittura aumentata durante l’austerità. E cosa significa esattamente ‘ridurre l’evasione’? La famosa lotteria sugli scontrini In Slovacchia non ha avuto molto successo, ne ha avuto di più in Portogallo, ma non ha certo risolto il problema. Ridurre l’evasione nella cultura italiana richiederà decenni, e governi forti che non abbiamo”.

ANCHE FAR PAGARE IL COSTO DELL’UNIVERSITÀ ALLE FAMIGLIE DEGLI STUDENTI PIÙ ABBIENTI È DIFFICILMENTE ATTUABILE

Per quanto riguarda la proposta di far pagare il costo dell’università alle famiglie degli studenti più abbienti, Perotti parla di proposta “condivisibile”: “All’università vanno soprattutto i ricchi, è ingiusto finanziarli con le tasse pagate anche dai più poveri. Ma finché permane l’evasione ai livelli italiani questa proposta non è tecnicamente attuabile. E nemmeno politicamente: abbagliati dalla retorica del “diritto allo studio” persino gli studenti di sinistra non si rendono conto che la proposta va tutta a loro vantaggio, e bloccherebbero le università per mesi come fecero nel 2008 per molto meno. Il tutto per guadagnare, forse, un miliardo: no grazie, dice il politico”.

In sostanza, evidenzia Perotti su La Repubblica, se si guarda a tutte queste proposte con l’analisi appena fatta ci si accorge che si tratta di “aumenti di tasse”. Scrive Perotti: “A dimostrazione di quanto sia difficile tagliare la spesa, quando avanzano proposte concrete anche Alesina e Giavazzi finiscono per proporre aumenti di tasse. Quando si spingono a fare proposte di tagli di spesa, sono inevitabilmente vaghe” come quella di ridurre il peso delle pensioni.

LE DUE ECCEZIONI (MA DI DIFFICILE ATTUAZIONE): QUOTA 100 E GABBIE SALARIALI

A giudizio di Perotti vi sono però due eccezioni che possono dare ossigeno al fisco: la prima si chiama eliminare Quota 100 la seconda le gabbie salariali: nel primo caso “quindi chi ha avuto ha avuto ma da adesso in poi non entra più nessuno creando così un nuovo esercito di simil-esodati? Se invece si intende alla scadenza naturale, alla fine del 2021, è più realistico ma, appunto, bisogna aspettare due anni”. La seconda è “’diversificare i salari pubblici a seconda del costo della vita’, che nel Sud Italia è più basso di circa il 25 per cento. È il ritorno alle odiate ‘gabbie salariali’ una proposta talmente esplosiva che nessun politico vorrebbe parlarne nemmeno con il proprio confessore. Ma supponiamo che venga attuata. Se significa ridurre del 25 per cento i salari pubblici al Sud. Non sono a conoscenza nella storia del dopoguerra di tagli neanche lontanamente di tale entità, in nessun Paese. Riceverebbe esattamente zero voti in Parlamento. Se significa aumentarli del 25 per cento al Nord, si tratta addirittura di un aumento di spesa… Tutti vogliono tagliare la spesa, ma il diavolo è nei dettagli, e sono dettagli molto, molto pesanti”.

Back To Top