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Grano Cappelli

Grano Senatore Cappelli, l’Antitrust arerà Sis e Coldiretti?

Tutti i rilievi dell'Antitrust alla Società italiana sementi (Sis), legata a Coldiretti secondo Italia Oggi. Oggetto: il grano Senatore Cappelli

Fare del grano antico (e pregiato) un monopolio. È questo quello che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato rimprovera alla Società italiana sementi (Sis), legata a Coldiretti. Protagonista della storia è il rinomato grano Senatore Cappelli che, secondo l’istruttoria Antitrust, sarebbe stato venduto solo a chi si impegnava a rivenderlo alla stessa Sis.

ACORDO CREA-SIS SU SEME CAPPELLI

Nel giugno 2016 il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura (Crea) di Foggia, presieduto all’epoca da Salvatore Parlato e sostenuto dal Ministero per le Politiche Agricole, ha deciso di concedere la licenza esclusiva dei diritti di moltiplicazione del grano duro Senatore Cappelli a una ditta di Bologna, la Società Italiana Sementi che – secondo Italia Oggi – “afferisce a Coldiretti” (il presidente di Sis, Mauro Tonello, è anche esponente di primo piano di Coldiretti).

Contestualmente, perdevano il diritto alla commercializzazione le altre due ditte sementiere che riproducevano e certificavano in purezza il Senatore Cappelli da diversi anni: la Selet di Tuili, nel campidano, e il sementificio di Peppino Scaraia in provincia di Matera.

POSIZIONE DOMINANTE

Licenza esclusiva, però, ha significato di fatto, secondo l’Agcm, “monopolio” e “discriminazione” per la vendita del seme da riproduzione. La Sis ha venduto il grano solo a coltivatori aderenti a Coldiretti e ha dato vita ad una filiera chiusa attraverso cui costringeva l’acquirente a consegnare l’intero raccolto, al prezzo imposto da Sis (con aumenti ingiustificati del 60%).

LE ACCUSE DA PARTE DI AGCM

“Le evidenze agli atti mostrano come Sis abbia subordinato la fornitura delle Sementi all’accettazione del vincolo di filiera chiusa, facendosi forte dell’esclusiva ottenuta in base alla Licenza-CREA, ciò che per di più è avvenuto a valle di una fase di notevole sviluppo della varietà Cappelli e la conseguente crescita della richiesta commerciale di prodotti alimentari a base della stessa”, si legge sull’istruttoria dell’Autorità Antitrust.

“Dato un siffatto squilibrio contrattuale, dalle risultanze istruttorie è emerso che Sis ha fatto leva su di esso – in particolare per l’esclusiva legale detenuta sulle Sementi in base alla licenza Crea – per imporre ai coltivatori la stipula del Contratto – Sis, ai sensi del quale gli stessi s’impegnano a conferire il Raccolto. Sis, inoltre, ha ritardato o definitivamente denegato la fornitura di Sementi in maniera ingiustificata, discriminando tra i coltivatori richiedenti sulla base di considerazioni del tutto sconnesse da motivazioni obiettive e leali. Sis, infine, non appena ottenuta l’esclusiva sulle Sementi ha praticato un incremento di prezzo assai significativo rispetto a quelli registrati in precedenza risultato ingiustificato rispetto agli impegni e spese sostenuti da Sis in quel momento procedendo a ulteriori aumenti di prezzo anche negli anni successivi”, si legge nel documento Agcm.

SI CHIEDE INTERVENTO BELLANOVA

Qualcuno chiede l’intervento, deciso, del ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova (Italia Viva). “La Coldiretti, con questo legame incestuoso, da quanto per ora si evince sembra dimostrare di non aver saputo gestire in maniera leale e corretta la riproduzione del seme Cappelli bio previsto dalla licenza esclusiva avuta dal Crea”, afferma il senatore del Gruppo Misto in Commissione Agricoltura del Senato Saverio De Boni, aggiungendo: “Immediatamente alla luce di queste violazioni, il ministro Bellanova deve liberalizzare l’uso del seme con revoca immediata della licenza ottenuta e con la messa in mora e l’accertamento di eventuali danni subiti dai coltivatori che ne sono stati danneggiati”, aggiunge.

“Occorre inoltre riportare i prezzi agli standard naturali. Non sappiamo con che genere di sanzioni vorrà reagire l’Agcm ma una cosa è certa: Il Mipaaf deve riportare le cose in ordine. E con urgenza”, ha detto De Bonis.

IL GRANO SENATORE CAPPELLI

Facciamo un passo indietro. Il grano Cappelli o grano del senatore Cappelli è una varietà di pregio centenaria, risultato di una selezione fatta dal genetista marchigiano Nazareno Strampelli, che la dedicò al senatore nonché marchese di origine abruzzese Raffaele Cappelli. Per decenni è stato il grano più coltivato, nel Sud e nelle isole, per poi scomparire dopo la seconda guerra mondiale, quando i coltivatori, per fare cassa, optarono per grani duri più precoci nella maturazione. Ad inizio anni Novanta, poi, sono stati gli agricoltori biologici, a rimettere in coltivazione questa varietà. La proprietà della qualità del grano appartiene allo Stato italiano.

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