Dopo lo stop alla cessione americana, il governo punta a un socio pubblico per Tekne, l’azienda della difesa abruzzese.
La scorsa primavera la statunitense Nuburu, quotata al Nyse e guidata da Alessandro Zamboni, aveva tentato di acquisire il controllo di Tekne. Tuttavia l’operazione, sottoposta al Golden Power, è stata bloccata ad agosto dall’esecutivo. Secondo indiscrezioni, lo stop sarebbe legato a dubbi sulla governance e alla mancanza di garanzie sul futuro industriale dell’azienda di Ortona che oggi conta quasi 200 addetti, metà dei quali ingegneri.
Tekne produce veicoli speciali (camion, bus) e militari (blindati e veicoli tattici) oltre a soluzioni di elettronica per la difesa. L’azienda abruzzese è salita alla ribalta a fine 2022: l’ex presidente ucraino Petro Poroshenko aveva annunciato che un veicolo corazzato italiano MLS Shield, prodotto proprio da Tekne, ha salvato 11 soldati ucraini dopo un colpo da una mina di mortaio. Il mezzo aveva dimostrato quindi un alto livello di protezione.
Un’azienda dunque di grande valore strategico, ma che dall’anno scorso è in crisi di liquidità, con ripercussioni sui lavoratori, rimasti in cassa integrazione per sei mesi tra il 2024 e il 2025.
Sfumata la vendita dell’azienda alla società americana, quale futuro per Tekne? Secondo Radiocor è in arrivo un socio pubblico per Tekne.
Tutti i dettagli.
INGRESSO DI UN SOCIO PUBBLICO IN TEKNE
Dopo aver usato in estate il Golden Power per bloccare l’acquisizione da parte dell’americana Nuburu, il Governo – secondo quanto ricostruito da Radiocor – ha deciso per l’intervento pubblico nel capitale, attraverso Invitalia o un altro soggetto da individuare, per assicurare la continuità nella produzione e nell’occupazione dell’azienda abruzzese che conta 200 addetti ed è impegnata in un settore strategico come quello della difesa.
IL DOSSIER SUL TAVOLO DEL MIMIT
In base a quanto riferiscono fonti vicine al dossier, l’operazione è al vaglio del ministero delle Imprese e del Made in Italy e passerà, in una prima fase, per il rafforzamento del capitale con l’intervento di una controllata pubblica che metterà almeno un rappresentante nel consiglio di amministrazione, rileva ancora Radiocor.
La gestione operativa resterà nelle mani dell’amministratore delegato e principale azionista Ambrogio D’Arrezzo. In futuro si valuterà un riassetto volto a rafforzare la solidità aziendale e sostenere la crescita, anche alla luce delle manifestazioni di interesse già pervenute da altri gruppi.
COSA FA L’ABRUZZESE TEKNE
Tekne è un’azienda italiana nata negli anni ’90 che progetta e produce sistemi elettronici e sistemi elettrici, concentrandosi, fin dall’inizio, su veicoli speciali e macchine agricole. “Da azienda familiare per la progettazione e produzione di sistemi elettronici e impiantistica elettrica, decide sin dai suoi primi anni di puntare al settore dei veicoli speciali. Oggi, Tekne, con oltre 100 dipendenti e commesse in tutto il mondo, ha in Abruzzo sedi a Poggiofiorito (divisione elettronica generale e cablaggi); Ortona (engineering e produzione veicoli); Termoli (produzione veicoli) e Chieti (divisione difesa e sicurezza)” scriveva nel 2022 il Centro.
LA CRISI DI LIQUIDITÀ NEL 2024
Un anno fa, Tekne ha avviato una procedura di composizione negoziata della crisi a seguito di “una profonda crisi di liquidità” e di “criticità gestionali” – riporta la relazione di bilancio 2024 – dopo il forte incremento dei ricavi nel periodo 2021-23 non accompagnato però da un adeguato rafforzamento organizzativo e dei sistemi di controllo di gestione.
Nel 2024 i ricavi ammontavano a 34 milioni complessivi, in netta discesa dai 54 milioni del 2023. Il portafoglio ordini è importante, pari a circa 500 milioni.
NAUFRAGATA L’OPERAZIONE L’AMERICANA NUBURU
Dopo la comunicazione ricevuta dagli uffici della Presidenza del Consiglio, Nuburu ha ribadito l’intenzione di proseguire le trattative con Tekne, presentando una road map e dichiarandosi pronta a rispondere alle osservazioni del Governo italiano per poter riproporre la richiesta di acquisizione.
In particolare, i vertici di Nuburu avevano annunciato l’intenzione di procedere gradualmente con Tekne siglando dapprima una joint venture negli Stati Uniti, con contratti iniziali da 7,5 milioni di dollari per veicoli speciali destinati ai mercati esteri, e prospettando un ingresso nel capitale in minoranza in vista di una nuova richiesta di autorizzazione per arrivare al controllo.
La collaborazione puntava a gestire gli ordini internazionali di Tekne, produrre per le Americhe e sviluppare nuove tecnologie di difesa integrando le licenze Tekne con la tecnologia laser blu di Nuburu.
Il governo italiano, invece, ha scelto di seguire un percorso diverso per l’azienda della difesa abruzzese.