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Astrazeneca

Gli antitumorali fanno schizzare i conti di Astrazeneca

Astrazeneca ha alzato per la seconda volta in meno di quattro mesi le previsioni di fatturato e di utili annuali grazie alla domanda di farmaci antitumorali e per le malattie rare. Tuttavia, non manca qualche problemino con la Cina... Fatti, numeri e commenti

 

Dopo che i risultati del terzo trimestre hanno battuto le stime, questa mattina Astrazeneca ha alzato per la seconda volta in meno di quattro mesi le previsioni di fatturato e di utili annuali. Il merito è in particolare della buona tenuta della domanda dei suoi farmaci antitumorali e per le malattie rare.

Le buone notizie, però, secondo Bloomberg, non sono bastate a risollevare a sufficienza le azioni della casa farmaceutica, che devono ancora riprendersi dalla recente notizia che la Cina sta indagando su presunte importazioni illegali di medicinali.

GRANDI INVESTIMENTI PER GRANDI OBIETTIVI

Astrazeneca ha annunciato che investirà 3,5 miliardi di dollari negli Stati Uniti per espandere la propria attività di ricerca e sviluppo entro la fine del 2026. In particolare, circa 2 miliardi di dollari di questi investimenti andranno ad ampliare gli impianti di produzione in Maryland, Texas e California.

L’investimento deve aiutare l’azienda a raggiungere l’obiettivo di 80 miliardi di dollari di fatturato entro il 2030 “e la chiave – scrive Bloomberg – è l’espansione in America, già il suo mercato più grande. Un altro fattore chiave sono i suoi farmaci antitumorali”.

ANTITUMORALI, LA PUNTA DI DIAMANTE DELLE VENDITE

Le forti vendite di questi farmaci infatti hanno fatto crescere gli utili del terzo trimestre di Astrazeneca, spingendola ad aumentare gli obiettivi annuali di profitto e di vendita.

La multinazionale biofarmaceutica anglo-svedese, scrive Teleborsa, “ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con un fatturato totale in aumento del 19% a 39.182 milioni di dollari, trainato da un aumento del 19% nelle vendite di prodotti e dalla continua crescita del fatturato dell’alleanza dai farmaci in partnership. La crescita del fatturato totale da oncologia è stata del 22%, CVRM del 21%, R&I del 24% e malattie rare del 14%”.

“I ricavi totali e il Core EPS – ha commentato il Ceo Pascal Soriot – sono aumentati rispettivamente del 21% e del 27% nel terzo trimestre, riflettendo la crescente domanda dei nostri medicinali in oncologia, biofarmaceutica e malattie rare e supportando un aggiornamento delle nostre linee guida per l’intero anno 2024″.

Bloomberg aggiunge inoltre che la sperimentazione di fase tre di un farmaco utilizzato per il trattamento di una patologia che causa la crescita di tumori lungo i nervi è andata bene.

CHE SUCCEDE ALLE AZIONI DI ASTRAZENECA?

Queste notizie positive dovrebbero quindi rispecchiarsi nell’andamento delle azioni di Astrazeneca, eppure, ricorda Reuters, sono scese di circa il 17% negli ultimi tre mesi e di quasi il 6% quest’anno, sottoperformando il rialzo di quasi il 9% del più ampio settore sanitario europeo.

Questa mattina sono salite di circa il 2% nei primi scambi, risultando il maggior guadagno del FTSE 100, tuttavia, secondo Bloomberg, “a giudicare dalle prime contrattazioni non sembrano in via di guarigione nonostante la triplice serie di notizie positive di questa mattina”.

LE TENSIONI CON LA CINA

Astrazeneca, che generalmente gode di buoni rapporti con Pechino, la scorsa settimana ha dichiarato che il suo presidente Leon Wang, cresciuto in Cina e in azienda da più di dieci anni, era stato arrestato dalle autorità cinesi per il presunto coinvolgimento nel più grande caso di frode assicurativa nel settore farmaceutico del Paese da anni.

L’indagine in corso, stando a quanto riferito da Astrazeneca, è iniziata tre anni fa. Inizialmente ha interessato un numero ridotto di dipendenti, che si è poi allargato a circa 100 ex dipendenti che sono stati condannati al carcere. Il nodo riguarda le vendite di Tagrisso, farmaco contro il cancro ai polmoni molto venduto in Cina a causa dell’elevato numero di questi tumori dovuti all’inquinamento atmosferico e ai livelli di tabagismo.

Ma non finisce qui. Oltre all’indagine sulle assicurazioni e a quella su Wang, è in corso una terza indagine in Cina che coinvolge due attuali e due ex dirigenti. Questa volta i farmaci al centro del caso sono proprio due antitumorali, Imjudo ed Enhertu, che sarebbero stati importati illegalmente da Hong Kong alla Cina continentale. Nel mirino ci sarebbero i singoli individui e non l’intera società.

LA REAZIONE DELLA BORSA E DEGLI AZIONISTI

In seguito alla notizia dell’arresto di Wang, martedì scorso le azioni di Astrazeneca hanno registrato il peggior giorno dal marzo 2020 e il calo ha cancellato circa 14 miliardi di dollari dal valore di mercato dell’azienda.

Un azionista che ha partecipato al briefing sulle relazioni con gli investitori ha detto a Reuters che “il tono è stato rassicurante, ma l’azienda è apparsa limitata in ciò che può dire e in ciò che sa” e quindi “è difficile prevedere se la questione si aggraverà”. Astrazeneca, che ha investito molto in Cina, dichiara di avere lì circa 12.000 dipendenti e le vendite nel Paese rappresentano il 13% del fatturato complessivo dell’azienda.

Di fronte a questa situazione, gli analisti di Barclays hanno scritto in una nota che la svendita del titolo “sembra di gran lunga esagerata” e che gli attuali livelli rappresentano un “punto di ingresso molto interessante” in vista del 2025, anno in cui sono previsti i dati di una serie di studi clinici molto attesi.

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