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Gkn, che cosa cambia dopo la sentenza del tribunale di Firenze sui licenziamenti

Il tribunale del lavoro di Firenze ha accolto il ricorso contro i licenziamenti collettivi dei 422 lavoratori della Gkn di Campi Bisenzio. Il punto della situazione

 

Il tribunale del lavoro di Firenze ha accolto il ricorso della Fiom contro i licenziamenti collettivi dei 422 lavoratori della Gkn di Campi Bisenzio, avvisati attraverso una email dello scorso 9 luglio, congelando, di fatto, il conto alla rovescia della chiusura del sito.

Per il giudice l’azienda ha violato l’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori, mettendo in atto comportamenti antisindacali.

Si apre dunque uno spiraglio per i lavoratori dello stabilimento di Campi Bisenzio che, dopo un’estate calda e sofferta rischiavano di vedersi recapitare nelle ore le lettere di licenziamento, visto che dopodomani, il 22 settembre, scadevano i 75 giorni dall’annuncio della procedura di licenziamento.

Il Tribunale del Lavoro di Firenze ha dunque dato una boccata d’ossigeno alla vertenza portare, di fatto, a un temporaneo congelamento delle procedure.

E questo è avvenuto proprio nel giorno in cui la crisi della Gkn approda alle 17 al tavolo che si riunirà al ministero dello Sviluppo economico.

Una decisone attesa, quella del Tribunale di Firenze, che arriva a poche ore dalla imponente manifestazione, che sabato scorso ha visto scendere in piazza, a Firenze, le maestranze dell’azienda di Campi e di altre importanti realtà del Paese. Dalla mail di chiusura del 9 luglio sono passati ormai due mesi: nel mezzo ci sono stati tavoli di confronto tra Governo, proprietà aziendale e sindacati, grandi manifestazioni in tutto il Paese, appelli delle forze politiche e tanti gesti di solidarietà.

Ma la trattativa non ha mai ingranato a causa della granitica posizione del fondo inglese Melrose, proprietaria dell’azienda.

L’ultima offerta del Mise è 13 settimane di cassa integrazione per prendere tempo, nel tentativo di trovare un acquirente o reinserire parte dei lavoratori.

Il dialogo, per sindacati e Governo, rimane vincolato alla scelta di ritirare i licenziamenti. Un’ipotesi mai presa in considerazione dalla proprietà inglese che anche poche settimane fa hanno ribadito la volontà di andare avanti, annunciando la messa in liquidazione dell’azienda.

L’AZIENDA

Gkn Driveline è una multinazionale inglese, fondata nel 1759, attiva nel settore dell’automotive, nella produzione di semiassi e di elementi di trasmissione. Dal 2018 è entrata a far parte del portafoglio del fondo Melrose Industries con un fatturato di 8,7 miliardi. Attualmente Gkn conta su 51 stabilimenti sparsi in 20 Paesi, per un totale di circa 27.500 dipendenti. In Italia ci sono due impianti: uno a Brunico, in provincia di Bolzano, e l’altro a Capalle, periferia del Comune di Campi Bisenzio, alle porte di Firenze. I prodotti dello stabilimento toscano vengono assorbiti per l’80% dal gruppo Fca, ovvero Stellantis, per il restante 20% i gruppi Maserati, Audi, Bmw, Land Rover e Ferrari.

LA STORIA

Il 9 luglio scorso l’azienda Gkn, gestita dal fondo Melrose, ha comunicato con una mail ai 422 dipendenti il licenziamento e la chiusura dello stabilimento senza rivolgersi agli ammortizzatori sociali. Da allora è scattato il presidio permanente dello stabilimento che prosegue ancora oggi. Nel corso del mese hanno portato il loro sostegno e le loro idee ai lavoratori varie istituzioni politiche (tra cui il ministro Orlando e la viceministra Todde) e componenti dei sindacati (compreso il segretario nazionale della Cgil Landini).

(estratto di una scheda a cura dell’agenzia Agi)

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