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Industriali

Perché in Germania gli agricoltori arano la protesta contro il governo

Dopo la pausa natalizia, in Germania si riaccendono le proteste degli agricoltori contro il taglio ai sussidi: il ministro dell'Economia, Robert Habeck, è stato aggredito. Tutti i dettagli.

Nell’ultimo giorno delle vacanze natalizie del ministro dell’Economia Robert Habeck, il governo tedesco ha deciso di cedere alla rabbia degli agricoltori e di cancellare una parte dei tagli previsti ai sussidi agricoli, che avevano scatenato la protesta dei trattori a metà dicembre. Lo stesso Habeck aveva definito la marcia indietro del suo governo come “un approccio buono ed equo”, cercando di stemperare l’animosità che quelle misure avevano creato nel mondo agricolo.

L’AGGRESSIONE AL MINISTRO HABECK

Ma il compromesso cercato dal governo non è stato sufficiente. In preda alla rabbia, un gruppo di circa 100 agricoltori ha marciato con i trattori fino al porto dei traghetti di Schlüttsiel, nello Schleswig-Holstein, dove il ministro Habeck stava tornando in traghetto dall’isola di Halig Hooge al termine del periodo di vacanza. I contadini hanno cercato di prendere d’assalto il traghetto, gridando, fischiando e lanciando petardi.

Habeck ha tentato invano di dialogare con i dimostranti, come ha riferito una portavoce del ministero federale dell’Economia al quotidiano Tagesspiegel. Alla fine, però, la polizia ha dovuto intervenire e, secondo un portavoce, ha usato spray al peperoncino contro i manifestanti. Il traghetto è poi ripartito.

IL MALESSERE DEGLI AGRICOLTORI TEDESCHI

La vicenda di Schlüttsiel ha svegliato il mondo politico tedesco dalla soporifera ripresa post-natalizia, riportando in primo piano il malessere del mondo agricolo per nulla sopito dal ripensamento governativo sui tagli ai sussidi. La manifestazione di metà dicembre, con centinaia di trattori fatti convergere dalle campagne del nord della Germania sotto la simbolica Porta di Brandeburgo a Berlino, aveva evidenziato toni molto accesi, non facilmente ricomponibili con una azione di mediazione. È come se qualcosa si fosse rotto tra agricoltori e governo, scatenando una rabbia cieca che non cercava più mediazioni neppure fra le componenti politiche tradizionalmente vicine a quel mondo, quelle cristiano-democratiche oggi all’opposizione.

LE CRITICHE

L’aggressione al ministro Habeck, con il contorno di scontri con la polizia e il bilancio di un poliziotto ferito da un trattore, segna uno spartiacque. Il commento del settimanale WirtschaftsWoche, generalmente sensibile alle istanze che arrivano dal mondo più ampio dell’economia, utilizza parole dure: il governo deve ora inviare un segnale chiaro, altrimenti darà un esempio devastante, ritirando tutte le concessioni fino a quando non saranno concordate forme di disputa politica almeno a metà strada. “Nel nostro paese è consentito manifestare e protestare”, aggiunge il settimanale economico, “ma chi viola la convivenza civile in modo così palese come il centinaio di agricoltori che protestavano al terminal dei traghetti non può farla franca”.

WirtschaftsWoche entra poi nel merito della questione che agita gli agricoltori. E dà ragione al governo: “È giunto il momento di ridurre i sussidi alle imprese agricole in Germania”, scrive il periodico, “le misure inizialmente previste dal governo federale sono moderate. Dopo tutto, gli agricoltori continueranno a ricevere una quantità di sussidi molto superiore a quella che verrà cancellata”.

Inoltre, per WirtschaftsWoche l’argomentazione degli agricoltori è più che fallace: la tesi secondo cui gli agricoltori utilizzano poco la strada con i loro trattori e non dovrebbero quindi pagare la tassa di circolazione è incomprensibile, sostiene il settimanale, “dopo tutto, anche gli automobilisti che percorrono solo poche centinaia di chilometri all’anno devono pagare le stesse tasse di chi ne percorre centomila. E gli agricoltori che non utilizzano affatto le strade pubbliche possono eliminare i loro trattori e non pagare la tassa”.

L’azione violenta nei confronti di un ministro non alimenta simpatia per le istanze degli agricoltori nella stampa consolidata, tantomeno nel mondo politico. Dagli uffici stampa governativi trapela un solo aggettivo – “vergognoso” – per definire il blocco di Schlüttsiel. Ma Joachim Rukwied, il presidente dell’associazione di categoria (il Bauernverband), nonostante le critiche per quanto avvenuto in Schleswig-Holstein, ha difeso la settimana di azione prevista contro i piani del governo, una campagna di mobilitazione che si aprirà lunedì prossimo. “Il malcontento è più che giustificato, abbiamo avuto molti anni di siccità in termini di reddito”, ha dichiarato Rukwied al quotidiano berlinese Tagesspiegel in merito alla situazione delle aziende agricole.

Il 2023 ha rappresentato una boccata d’ossigeno per molte aziende agricole, con gli aumenti dei prezzi dovuti al caro energia e all’inflazione in generale, ma Rukwied prevede un nuovo calo dei guadagni nell’anno appena iniziato. “Ad esempio, il prezzo del latte al litro, che ha raggiunto un picco di 60 centesimi, è ora sceso a circa 40 centesimi, il prezzo del grano, che in passato aveva raggiunto i 400 euro per tonnellata, è sceso nuovamente a circa 220 euro e anche i prezzi dei suini sono diminuiti”, ha sottolineato Rukwied nell’intervista. Una certosina lista della spesa che contiene sull’altro lato l’aumento del costo del lavoro e gli alti costi dell’energia.

NUOVE PROTESTE IN VISTA

La protesta resta dunque in piedi e l’animosità mostrata al porto di Schlüttsiel non è certo garanzia di manifestazioni pacifiche. Certo, è immaginabile che il ministero dell’Interno avvierà una maggiore mobilitazione delle forze dell’ordine, anche se nessuno sente il bisogno di esacerbare il confronto e di arrivare a scontri di piazza.

La settimana di protesta prevede raduni di agricoltori con i loro trattori in tutti i Länder e dimostrazioni quotidiane. Ma anche finestre di confronto con il mondo politico, con il quale almeno la componente istituzionale della protesta intende riaprire il dialogo. “Ci saranno molti colloqui con i parlamentari e il 15 gennaio ci sarà una grande manifestazione a Berlino, per la seconda volta in poche settimane”, ha confermato Rukwied.

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