Assicurazioni Generali distribuirà il dividendo ma in due tranche, Cattolica ha rimandato la distribuzione, Unipol lo ha confermato ma non per la capogruppo, Vittoria lo ha ridotto.
Sono scelte diverse quelle fatte dalle maggiori compagnie assicurative italiane sullo stacco della cedola 2019 per gli azionisti dopo il richiamo dell’Eiopa, la Vigilanza europea, il 17 marzo scorso, e il monito dell’Ivass, pochi giorni dopo, dovuti al timore per le ricadute economiche e finanziarie causate dalla pandemia per il Covid-19.
Stesso panorama variegato tra i più importanti gruppi del Continente, da Allianz ad Axa, da Aviva a Direct Line.
COSA HA DECISO ASSICURAZIONI GENERALI
Generali ha deciso di proseguire sulla strada scelta mesi fa. Dunque il cda ha deliberato di distribuire il dividendo – pari a 0,96 euro per azione – suddividendolo in due tranche: la prima – di 0,50 centesimi – pagabile a maggio, la seconda – di 0,46 centesimi – pagabile entro fine 2020 ma soggetta a verifica consiliare “sul rispetto al 30 settembre prossimo dei limiti previsti dal Risk Appetite Framework di Gruppo – HA spiegato il Leone in una nota -, nonché al positivo accertamento della conformità alle disposizioni e alle raccomandazioni di vigilanza al tempo vigenti relativamente al pagamento di dividendi”.
La prima tranche del dividendo sarà dunque in pagamento dal prossimo 20 maggio, con data di legittimazione a percepire il dividendo il 19 maggio e stacco cedola a partire dal 18 maggio. “Anche se gli esatti effetti della crisi legata alla diffusione del Covid-19 restano incerti, non ci sono ragioni per avere dubbi sulla stabilità del Gruppo, il cui coefficiente di solidità patrimoniale rimane solido e ampiamente all’interno dell’intervallo desiderato” ha puntualizzato il gruppo il cui board “riconosce l’importanza del flusso cedolare per molti azionisti istituzionali e retail particolarmente nell’attuale contingenza”.
Da registrare che “i componenti del Group Management Committee e gli altri Dirigenti con Responsabilità Strategiche hanno deciso volontariamente di ridurre la propria remunerazione fissa del 20%, a partire da aprile 2020 e fino a fine anno”.
LE TAPPE DEL PAGAMENTO DA PARTE DI GENERALI
Il 23 marzo scorso la precedente riunione del cda aveva stabilito di pagare i dividendi così come deliberato il 12 marzo. Poi il 30 marzo – dopo il richiamo dell’Eiopa del 17 marzo – è arrivato il monito dell’Ivass. A rincarare la dose ci si è messo pure il collegio sindacale che nella relazione sul bilancio 2019, che ha raggiunto ottimi risultati, ha scritto: “Si richiama l’importanza che il cda di Generali, che si riunirà prossimamente al fin di valutare le indicazioni provenienti dai regolatori, assuma le proprie determinazioni secondo un approccio di ragionata prudenza coerente con l’attuale situazione di incertezza”.
Va ricordato che Generali negli ultimi anni ha sempre pagato le cedole ai suoi azionisti tra cui spiccano Francesco Gaetano Caltagirone, vicepresidente del Leone, e Leonardo Del Vecchio che si metteranno in tasca circa 80 milioni di euro ciascuno, considerando il valore attuale del titolo. Addirittura 200 milioni di euro verrebbero pagati al principale azionista, Mediobanca (13%).
IL COMMENTO DI AFFARI & FINANZA
La decisione del colosso assicurativo guidato dall’amministratore delegato Philippe Donnet una sorta di “compromesso tra varie istanze”, ha commentato il dorso economico-finanziario di Repubblica, “Affari & Finanza”: “A partire dalle esigenze del mercato e dalla fame di liquidità – a volte anche di sostegno al reddito – di una parte di investitori di Generali, in larga misura piccoli, oltre ai fondi pensione e alle casse professionali: per loro, i flussi previsti dalle cedole sono garanzia di erogare le prestazioni agli associati-pensionati”.
COME SI SONO COMPORTATI CATTOLICA, UNIPOL E VITTORIA
Una soluzione mista è quella che ha adottato Unipol. Il board che si è riunito il 2 aprile scorso ha rinviato la distribuzione del dividendo della capogruppo, pari a 0,28 euro per azione, mentre ha confermato quello della controllata UnipolSai, pari a 0,16 euro per azione. La cedola, in aumento del 10% rispetto allo scorso anno, sarà staccata a maggio. Comunque il cda della compagnia guidata dall’ad, Carlo Cimbri, ha fatto sapere che “si è riservato – non appena ricorreranno le condizioni, passata l’attuale situazione di emergenza in cui si trova l’intero Paese – di convocare un’assembla dei soci per dare esecuzione alla distribuzione di riserve di utili entro l’esercizio 2020”.
Inoltre il gruppo ha deciso pure di sospendere “ogni valutazione in merito al riconoscimento della remunerazione variabile di competenza dell’esercizio 2019 per tutto il personale dirigente, incluso l’amministratore delegato, rinviando qualsiasi decisione in merito ad una successiva riunione consiliare, da fissarsi nei prossimi mesi tenuto conto dell’evoluzione del contesto generale”.
COME CATTOLICA ASSICURAZIONI HA RINVIATO
Il 19 marzo scorso è stata Cattolica Assicurazioni la prima a rinviare la distribuzione della cedola, senza aspettare che si pronunciasse la Vigilanza. Il suo board “ha ritenuto opportuno posticipare la decisione sulla distribuzione dei dividendi. Tale scelta è legata alla estrema volatilità dei mercati finanziari – ha chiarito la società in una nota – conseguente alla diffusione della pandemia legata al Covid-19. Pur nella consapevolezza della solida posizione di solvibilità del Gruppo (S-II ratio a 175% a fine 2019), si è ritenuto corretto posticipare la decisione in modo da avere auspicabilmente un quadro più delineato in cui assumere la stessa”. Il board di Cattolica provvederà a comunicare la destinazione degli utili nei tempi decisi dal nuovo decreto legge.
CHE COSA HA DECISO VITTORIA ASSICURAZIONI
Altra scelta per Vittoria Assicurazioni che nella riunione del 7 aprile scorso ha ridotto il dividendo da 0,3 euro per azione a 0,2 euro per azione. “Vittoria Assicurazioni S.p.A. ha costantemente dimostrato un atteggiamento prudente nel servizio dei dividendi: il dividend payout medio degli ultimi anni si attesta infatti intorno al 20%” si legge in un comunicato diffuso dal gruppo che “ha inteso dare un segnale di particolare attenzione alle raccomandazioni dell’Ivass e di EIOPA e ha conseguentemente riapprovato il progetto di Bilancio di Vittoria Assicurazioni e il Bilancio Consolidato al 31 dicembre 2019, mantenendone invariate le risultanze, modificando unicamente la proposta di distribuzione di un dividendo pari a 0,3 euro per azione per l’esercizio 2019, deliberata nella precedente riunione del 27 febbraio 2020, prima che l’emergenza epidemiologica da COVID-19 si manifestasse, e proponendo alla prossima assemblea degli Azionisti la riduzione del dividendo a 0,2 euro per azione”.
COS’E’ SUCCESSO NEL RESTO D’EUROPA
Va dritta per la sua strada la tedesca Allianz che alla prossima assemblea del 6 maggio discuterà la proposta del board di pagare un dividendo di 9,6 euro per azione. Sebbene si possa attendere un impatto dall’emergenza coronavirus “la nostra posizione finanziaria rimane molto forte”, si legge in una nota diffusa dalla compagnia tedesca al termine della riunione che ha confermato lo stacco della cedola durante il quale sono state considerate attentamente le posizioni espresse dall’Eiopa e dalla Bafin, l’Authority federale di vigilanza finanziaria attiva in Germania. Allianz a pure stabilito di sospendere la seconda tranche di 750 milioni di euro dell’attuale programma di buy-back che sarà riconsiderata “quando l’impatto finanziario ed economico della pandemia da Covid-19 inizierà ad essere più chiaro”.
Sono ancora in riflessione invece i francesi di Axa che hanno convocato un cda straordinario per rimandare dal 30 aprile al 30 giugno l’assemblea e la decisione in merito al pagamento dei dividendi. Tutto ciò, spiega la compagnia, per “avviare un dialogo con le Autorità dell’industria assicurativa francese, europee e straniere”.
Nel Regno Unito l’8 aprile scorso il board di Aviva è stato concorde nel decidere di rimandare il pagamento del dividendo 2019 – pari a 37,9 centesimi per azione – in programma a giugno 2020.
Il cda si dichiara comunque pienamente conscio dell’importanza dello stacco della cedola per i suoi azionisti e per questo ha deciso di riconsiderare la distribuzAssicurazioni e dividendiione nel quarto trimestre del 2020.
Dello stesso avviso Direct Line che – così come Aviva – ha affermato di avere una forte posizione di capitale ma ha sottolineato che per il suo board questa era la cosa più prudente da fare.
Pure Hiscox ha stoppato il pagamento del dividendo di 29,6 centesimi per azione, che era in programma il 10 giugno prossimo, seguendo anche il consiglio dell’Authority britannica. Una scelta, ha rilevato, per aiutare la compagnia a venire incontro “alle necessità di imprese e famiglie in un momento di cambiamenti straordinari determinato dal Covid-19”. La posizione di Hiscox per quanto riguarda capitale e liquidità rimane comunque forte e il board confida di tornare a un ratio del target retail al 90-95% nel 2022.