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Generali

Generali, come e perché Donnet sculaccia Caltagirone

Che cosa ha detto l'amministratore delegato di Generali, Donnet, sul piano di Caltagirone

 

E’ una “visione autocratica” quella di alcuni azionisti di Generali come Caltagirone, che ha un piano “pericoloso” per il futuro del colosso assicurativo,.

E’ una delle maggiori stilettate lanciate dal capo azienda del gruppo Assicurazioni Generali; Philippe Donnet, all’indirizzo del costruttore romano che punta a scalzare Donnet e dunque azzoppare la strategia di Mediobanca – maggiore azionista del Leone – di confermare il vertice del gruppo assicurativo.

CHE COSA HA DETTO DONNET DI GENERALI SUL PIANO DI CALTAGIRONE

Su Generali non c’è una guerra, ma un tentativo di presa di controllo da parte di pochi soci di minoranza. Il consiglio ha scelto una strada diversa, che passa per l’indipendenza del cda, una lista con forte maggioranza di consiglieri indipendenti dal profilo internazionale ( presidente compreso), e competenze di business, gestione del risparmio, digitale, Esg. In assemblea due visioni si confronteranno: quella del cda e la visione autocratica di alcuni soci di minoranza”, ha detto, in un’intervista a la Repubblica, Philippe Donnet, in merito alla posizione del socio Francesco Gaetano Caltagirone che vorrebbe Luciano Cirinà al suo posto.

LA LISTA DEL CDA PER GENERALI

“Se vince la lista del cda, gli azionisti avranno scelto il team di manager, la strategia e i candidati al cda attuali”, ha aggiunto il capo azienda delle Assicurazioni Generali. Per Donnet “il prossimo consiglio potrà lavorare meglio, grazie alla qualità dei candidati scelti che tutto avrà l’interesse di tenere fuori dal cda i problemi che stanno al livello degli azionisti. Vedo una situazione più tranquilla che in passato, anche se mi aspetto che il prossimo cda spinga i manager a fare sempre meglio. Ma non è una guerra, dunque non serve pacificare”.

LE CRITICHE DI CALTAGIRONE A GENERALI RINTUZZATE DA DONNET

A chi dice che non ha operato abbastanza sulle fusioni per rinverdire i fasti del Leone, Donnet replica: “Anzitutto questa idea dei fasti, della grandeur, mi pare un po’ la stessa retorica delle guerre risorgimentali. Io mi occupo di business e di dare soddisfazione a tutti gli azionisti: che non vanno remunerati con i fasti, ma con dividendi. Tutti gli azionisti questi anni hanno incassato buoni dividendi, e su questo non si sono mai lamentati”.

GLI AUTOELOGI DI DONNET

Non solo, aggiunge Donnet: “Il piano realizzato a fine 2021 fu approvato da tutto il cda, e allocava 3-4 miliardi in acquisizioni, oltre a un quadro strategico per farle. Abbiamo fatto esattamente ciò che avevamo detto. Nel mondo della finanza è la regola base: fare quel che si dice, dire quel che si farà. Il mercato ci dà credito per questo, anche sulle acquisizioni. Pensi che lo scorso novembre il cda Generali ha definito l’acquisto di Cattolica, unica Opa in Italia senza un rilancio o tempi estesi, ‘un capolavoro’”.

IL PIANO DI CALTAGJRONE E’ PERICOLOSO PER GENERALI SECONDO DONNET

Del piano di Cirinà e Claudio Costamagna, che vede utili in crescita fino al 14% annuo, dice: “Intanto, più che un piano strategico è un insieme di slide fatte da consulenti che da una parte riflettono delle ossessioni più che delle idee, dall’altra fanno confusione tra ambizione e rischio. Non sono numeri più ambiziosi del nostro piano: sono solo più rischiosi, e senza remunerare di più gli azionisti anzi, mettendo a rischio i dividendi che invece il nostro piano prevede in costante crescita. Lo ritengo molto pericoloso, anche alla luce del peggioramento macro, con una guerra che non si sa quanto durerà, più rilascia e meno crescita. In questo quadro, promuovere agli azionisti un rischio molto più alto con identica remunerazione non ha senso finanziario”.

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