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Esg, i fondi d’investimento verdi sono in rosso?

A pochi anni di distanza dall'esplosione dei fondi Esg, gli investitori e le società finanziarie cominciano già a prenderne le distanze: colpa dei ritorni economici deludenti e della politica. Tutti i dettagli.

Nel 2023, finora, gli investitori hanno ritirato più di 14 miliardi di dollari dai cosiddetti “fondi ESG”: quei fondi di investimento, cioè, che prestano particolare attenzione sostenibilità ambientale, sociale e di governance delle operazioni finanziarie.

WALL STREET FA MARCIA INDIETRO SUGLI INVESTIMENTI “SOSTENIBILI”

La marcia indietro di Wall Street dagli investimenti sostenibili a pochi anni di distanza dall’esplosione della loro popolarità è dovuta principalmente ai ritorni economici deludenti. Un altro fattore è stata la politicizzazione della sigla ESG, che negli Stati Uniti ha alimentato i contrasti tra gli ambienti progressisti (generalmente più attenti alle questioni ecologiche) e quelli conservatori (più scettici verso alcune posizioni green che ritengono ideologiche).

Larry Fink, l’amministratore delegato di BlackRock, la più grande società di investimento al mondo, aveva spiegato qualche mese fa di aver rinunciato a utilizzare il termine ESG proprio perché sta venendo “usato come un’arma” da parte della politica. L’anno scorso, ad esempio, lo stato della Florida – governato dal Partito repubblicano – ha annunciato il ritiro di 2 miliardi di dollari in asset gestiti da BlackRock per via dell’adesione della società ai fattori ESG.

COSA DICE L’ANALISI DI MORNINGSTAR

Stando a un’analisi di Morningstar riportata dal Wall Street Journal, nel terzo trimestre del 2023, per la prima volta, sono stati più i fondi che hanno liquidato o eliminato i criteri ESG dalle loro pratiche di investimento di quelli che li hanno aggiunti. “Si tratta di un’inversione di tendenza rispetto a non molto tempo fa”, scrive il quotidiano, “quando le società stavano riorganizzando i loro fondi in crisi [in fondi ESG, ndr] per trarre profitto dai miliardi di dollari che confluivano nei prodotti d’investimento sostenibili”.

Hartford Funds, per esempio, nel 2021 ha aggiunto il termine “sostenibile” nel nome del suo principale prodotto obbligazionario, attirando investimenti per 100 milioni di dollari; adesso però, dopo i risultati deludenti del 2022, Hartford sta tornando sui suoi passi e potrebbe addirittura vendere alcuni degli asset “di sostenibilità”.

I FONDI ESG CHIUDONO, O CAMBIANO NOME

I dati di Morningstar e del Wall Street Journal dicono che almeno altri cinque fondi d’investimento hanno annunciato che quest’anno rinunceranno ai criteri ESG e che altri trentadue fondi sostenibili chiuderanno. Nel 2023, tuttavia, non sono stati solo i fondi ESG a perdere soldi, ma anche quelli convenzionali; tuttavia, secondo il Wall Street Journal “l’impatto è stato più forte per i prodotti climatici e gli altri prodotti tematici colpiti dagli alti tassi di interesse e da altri fattori”.

Il cambio di nome di molti fondi precedentemente indicati come ESG si deve anche all’azione regolatoria della SEC (l’ente statunitense di vigilanza sulla borsa valore: l’equivalente della CONSOB italiana), che ha adottato una norma per contrastare l’utilizzo di terminologie fuorvianti sulla loro “sostenibilità”. I fondi hanno due-tre anni di tempo per adeguarsi, a seconda delle loro dimensioni.

COSA HA COMBINATO DEUTSCHE BANK SUGLI ESG

A settembre il braccio d’investimento della banca tedesca Deutsche Bank, DWS Investment Management Americas, ha accettato di pagare 19 milioni di dollari per chiudere un’indagine proprio sulla presunta comunicazione ingannevole in merito all’uso dei fattori ESG nelle operazioni finanziarie. DWS chiuderà anche un fondo che nel 2019 aveva rinominato ESG.

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