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First Republic

Ecco l’escamotage sistemico per non far crollare del tutto First Republic Bank

Che cosa hanno deciso le autorità politiche e monetarie negli Usa su First Republic Bank e come hanno reagito i mercati. Il commento di Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr.

 

Le principali banche degli Stati Uniti si sono consorziate per sottoscrivere dei depositi alla First Republic Bank, per un totale di 30 bln $, con la gioiosa benedizione delle autorità.

*FIRST REPUBLIC POISED TO GET ABOUT $30B IN DEPOSITS FROM BANKS
*FIRST REPUBLIC BANK REVERSES 36% DROP TO TRADE POSITIVE
*JPMORGAN, CITI, OTHERS TO DEPOSIT $30B WITH FIRST REPUBLIC
*BANKS’ INITIAL COMMITMENT TO FIRST REPUBLIC AT LEAST 120 DAYS
*YELLEN, POWELL: DEMONSTRATES RESILIENCE OF THE BANKING SYSTEM
*OFFICIALS SAY SUPPORT BY GROUP OF LARGE BANKS IS ‘MOST WELCOME’

È l’uovo di Colombo: i clienti distolgono i depositi dalle banche regionali e li portano nelle grosse banche interazionali, vigilate? E loro li riportano indietro, supportando le banche regionali. Questa mossa può servire a tamponare la crisi di liquidità di queste banche.

Infatti, mentre la facility Fed richiede, per ottenere la liquidità di dare degli asset, il che ne limita l’utilizzo alla disponibilità degli stessi, in questo caso si tratta di vera e propria raccolta, che va a sostituirsi a quella in uscita. Una fonte in più di supporto, che va a sommarsi alla suddetta facility, e una dimostrazione (non si sa quanto spontanea) di solidarietà del sistema. Ovviamente questo “escamotage” migliora la situazione sul fronte crisi di liquidità-jump to default. Quando alla profittabilità e solvibilità delle banche, la situazione non cambia di molto.

Intanto, questa raccolta avrà un costo, che potrebbe essere in linea coi parametri dell’interbancario. Poi, il costo della raccolta per le banche – grandi e piccole – continuerà a salire, ora che il vaso di Pandora è stato scoperchiato, e i media pullulano di articoli che argomentano sul tema. Infine il trend di uscita della raccolta dai depositi è ormai avviato, come ha rilevato anche Goldman Sachs (U.S. bank deposits have started moving to money market funds – Goldman Sachs).

Ciò detto, nel breve il mercato apprezza la diminuzione del rischio di una serie di crisi di liquidità nel settore. Così le banche hanno invertito la rotta in US, cosa che ha trainato gli indici generali e sovvertito le sorti anche in Europa. Le piazze continentali hanno accelerato al rialzo, mentre il calo della risk adversion ha impattato sui bonds, producendo copiosi rialzi dei rendimenti, con particolare focus sulle parti brevi, in simpatia con quanto visto in US.

Anche il petrolio, fin li in profondo rosso, ha risentito del recupero del sentiment. Le chiusure vedono i principali indici europei recuperare da un terzo a metà delle perdite di ieri. L’€ ha recuperato una frazione di quanto ceduto ieri, e i rendimenti sono tornati a mostrare i bruschi rialzi del primo mattino. Vedremo domani, in una seduta complicata anche dalle scadenze tecniche (triple witching), quanto fiato ha questo rimbalzo.

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