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Fininc Autostrade

Fininc, tutto sul gruppo Dogliani che punta su Autostrade per l’Italia

Il gruppo italiano Fininc sta studiando il lancio di un'offerta per Autostrade per l'Italia (Aspi). Fatti, numeri e reazioni

E’ in arrivo un’offerta per Autostrade per l’Italia da Fininc.

Ieri Bloomberg ha rivelato la notizia dell’interessamento di Fininc, holding che fa capo alla famiglia cuneese Dogliani, per Autostrade per l’Italia con un’offerta da 8 miliardi di euro (che arriverebbe a 20 miliardi includendo i debiti) per rilevare la società da Cdp, Macquaire e Blackstone.

La holding guidata da Matterino Dogliani (nella foto) è impegnata prevalentemente nella progettazione e realizzazione di grandi opere infrastrutturali e industriali, dalle principali arterie di traffico stradale, viadotti e gallerie, fino alla siderurgia.

La notizia arriva a poco più di due anni da quando Autostrade per l’Italia è tornata sotto il controllo pubblico, con il via libera della cessione al consorzio guidato da Cdp, con il fondo statunitense Blackstone e il fondo australiano Macquarie, da parte dell’assemblea di Atlantia (a sua volta controllata da Edizione, la holding della famiglia Benetton). La cessione è avvenuta il 31 maggio 2021 al prezzo di 9,1 miliardi.

Eppure fonti del governo, di fatto azionista di maggioranza di Aspi attraverso Cdp Equity (gruppo Cdp controllato dal Tesoro), smentiscono di esserne a conoscenza e di sostenere il progetto. Secondo quanto si apprende da fonti di palazzo Chigi, è totalmente destituita di fondamento l’indiscrezione riportata da Bloomberg — che cita fonti vicine al dossier che chiedono l’anonimato per la riservatezza della materia — secondo cui il governo italiano sarebbe a conoscenza e intenderebbe sostenere un’offerta per Aspi da parte di Fininc.

Sempre secondo Bloomberg, Dogliani starebbe collaborando con una società di investimenti internazionale per l’offerta, mentre Cdp potrebbe mantenere una quota di minoranza. Tuttavia, non va dimenticato che, in base al patto parasociale stipulato nel maggio 2022, il consorzio guidato da Cdp ha concordato un periodo di blocco di cinque anni sul proprio investimento, cioè fino al 2027, che potrebbe rappresentare un ostacolo per un accordo.

Tutti i dettagli.

QUAL È L’ATTUALE ASSETTO AZIONARIO DI ASPI

Al momento Aspi è controllata all’88,06% da Holding Reti Autostradali S.p.A. (HRA), una nuova società di diritto italiano di proprietà di Cdp Equity (51%), Blackstone Infrastructure Partners (24,5%) facente capo a Blackstone e dei fondi gestiti da Macquarie Asset Management (24,5%).

Inoltre 5% di Aspi è nelle mani di Silk Road Fund, un fondo di investimento a medio e lungo termine con un capitale totale di 40 miliardi di dollari (al 31.12.2022), mentre il 6,94% appartiene a
Appia Investments, veicolo di investimento costituito nel 2017, partecipato da: Allianz Capital Partners (60%), EDF Invest (20%) e DIF (20%), fondo azionario indipendente per investimenti nel settore infrastrutturale a livello internazionale.

 

COME E QUANTO SONO LEGATI GLI AZIONISTI

Il 3 maggio 2022, ovvero già quando avevano assunto il controllo di Autostrade per l’Italia, i soci della holding Hra (Cdp, Blackstone e Macquarie) che detiene l’88% di Aspi hanno firmato firmato i patti parasociali per la governance dell’azienda i quali prevedono anche un vincolo a non vendere le azioni per cinque anni, a meno che non si sia tutti d’accordo nel cambiare gli assetti di controllo della holding.
Secondo il Sole 24 Ore, “la finestra di cinque anni non è frutto di una scelta a caso ma rispecchia la volontà di tutti gli azionisti di essere per Aspi soci di lungo periodo, per supportarne il maxi piano di investimenti”.

IL GRUPPO FININC DELLA FAMIGLIA DOGLIANI PUNTA SU AUTOSTRADE PER L’ITALIA

Ed ecco che a un anno da quegli accordi, agli azionisti di Aspi potrebbe giungere già un’offerta.
Per Bloomberg, il gruppo Fininc guidato dalla famiglia Dogliani starebbe collaborando con una società di investimenti internazionale per una possibile offerta amichevole di circa 8 miliardi di euro per Autostrade per l’Italia. L’operazione potrebbe essere valutata intorno ai 20 miliardi di euro (incluso il passivo), rendendola una delle più grandi operazioni di fusione e acquisizione avvenute in Italia nell’ultimo decennio, sottolinea l’agenzia.

CHE COSA DICE IL GOVERNO

Subito dopo l’indiscrezione di Bloomberg  su un’Opa su Aspi da parte del gruppo piemontese, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Salvini auspica che l’eventuale offerta venga formalizzata, per averne chiari i contorni” hanno commentato fonti del Mit pur confermando che “il governo non ha alcuna proposta formale sul tavolo”.

“Se un grande imprenditore italiano – proseguono le fonti del Mit – riesce a mettere insieme i fondi per un piano di investimento fondamentale per l’Italia, come quello di Aspi, dalla Gronda di Genova al Passante di Bologna, dai lavori sulla A1 alla A14 Adriatica fino al nodo di Firenze, è sicuramente di grande interesse”.

Di posizione diversa Palazzo Chigi, le cui fonti hanno definito “totalmente destituita di fondamento l’indiscrezione secondo cui il governo italiano sarebbe a conoscenza e intenderebbe sostenere” l’offerta.

SALVINI SPOSA DOGLIANI

Eppure, oggi proprio il ministro Salvini rilancia la possibilità di un nuovo proprietario – italiano ovviamente – per l’asset autostradale.

Su Aspi “c’è un piano d’investimento da decine di miliardi. Se arriva un sistema industriale italiano con capitali stranieri per accedere agli investimenti per me è solo una buona notizia”. Lo ha affermato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, a margine dell’inaugurazione di Expo Ferroviaria. Il riferimento è alle indiscrezioni di stampa secondo cui la Fininc di Matterino Dogliani starebbe considerando l’ipotesi di lanciare un’offerta per Autostrade per l’Italia.
Il ministro ha citato alcuni investimenti che vedono coinvolta Aspi, in particolare “la Gronda di Genova, il passante di Bologna, il nodo di Firenze e ai lavori sulla A14 sulla dorsale adriatica che sono per me fondamentali. Sono ovviamente vicende che riguardano aziende private; se però una grande impresa italiana, sana e liquida, riesce a raccogliere capitali stranieri per portarli a investire nello sviluppo del nostro Paese, per me e’ solo una buona notizia. Non entro nel merito di vicende che riguardano i privati, però a me interessa che Aspi investa, cosa che negli anni passati non sempre ha fatto”, ha concluso Salvini.

GLI INCONTRI DEI DOGLIANI CON I MINISTERI

Secondo quanto risulta a La Stampa, nelle scorse settimane Dogliani avrebbe incontrato sia alti esponenti del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sia alti rappresentanti del ministero dell’Economia e delle Finanze e avrebbe illustrato il progetto e le intenzioni di entrare nel capitale insieme a un investitore. “L’obiettivo potrebbe essere quello di sostituire i fondi Blackstone e Macquarie (che posseggono il 49% di Hra) più che quello di rilevare l’intera infrastruttura” osserva il quotidiano torinese.

I POSSIBILI PARTNER DI FININC NEL DOSSIER ASPI

Come dicevamo, il gruppo piemontese sta cercando alleati nella possibile operazione.
“L’alleato di Dogliani che aveva studiato il dossier Aspi due anni fa (in parallelo alla trattativa di Cdp con Benetton) potrebbe essere Cvc o Permira, entrambi con una divisione nelle infrastrutture” sottolinea oggi il Messaggero.

ECCO I NUMERI DEL GRUPPO FININC DEI DOGLIANI

L’attività principale del Gruppo Fininc è nel settore delle infrastrutture, con focus particolare sul settore stradale autostradale e ferroviario, si legge sul sito web. La società impiega, direttamente e indirettamente, oltre 3.000 persone nelle sue linee di business.
Sempre sul sito web del gruppo piemontese, Fininc comunica di aver chiuso il bilancio 2020 con ricavi di oltre 300 milioni di euro e Ebitda a 28 milioni di euro. La Fininc è una holding di partecipazioni industriali e il core business del Gruppo FININC consiste nella costruzione e gestione, anche in concessione, di importanti progetti infrastrutturali, soprattutto stradali e ferroviari. Il Gruppo è cresciuto negli anni, anche grazie alle attività diversificate in settori specialistici ad elevato contenuto tecnologico come quello aerospaziale, l’automotive, l’impiantistica, le telecomunicazioni, l’automazione e la robotica nonchè la produzione di vini nobili del Piemonte, in particolare quelli delle Langhe, dove si trovano i propri vigneti e la cantina di invecchiamento nonché, più recentemente, anche l’attività alberghiera, svolta in una struttura di alto pregio, anch’essa situata in uno tra i più noti borghi delle Langhe. Il Gruppo ha inoltre intensificato le proprie attività anche all’estero, grazie all’acquisizione di nuove commesse che hanno dato una maggiore visibilità in ambito internazionale.

COME NASCE IL GRUPPO

La famiglia Dogliani fondò la Fininc con sede a Torino negli anni ’60. Il gruppo, tuttora di proprietà della famiglia, si concentra principalmente sulla costruzione di strade a pedaggio in tutto il mondo, nonché sull’ingegneria civile e sugli impianti industriali. Fininc è nota per la costruzione dell’autostrada del Frejus che collega l’Italia alla Francia, nonché della Pedemontana Veneta nei pressi di Venezia. Nel Sud Italia ha realizzato parte dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria.

AZIONI E CDA DI FININC IN MANO ALLA FAMIGLIA DOGLIANI

Il gruppo Fininc è interamente controllato dalla famiglia Dogliani. L’azionariato è così composto: il 68,8% appartiene a Matterino Dogliani (presidente), 13,7% a Treasuriry Shares, il 5,2% è in mano a Fiorenzo Dogliani, il 4,6% a Claudio Dogliani (ad), il 4,6% a Oreste Dogliani e il restante 3,1% fa capo ad Antonino Dogliani.
Compongono il cda, oltre al presidente Matterino Dogliani, Claudio Dogliani (ad) insieme ai consiglieri Francesco Dogliani e Ignazio Dogliani.

IL CONTO ECONOMICO DEL GRUPPO FININC

Infine, in base bilancio consolidato 2021 consultabile sul sito web della società, Fininc ha registrato ricavi pari a 256,8 milioni di euro nel 2021, in calo rispetto a 304,6 milioni dell’anno precedente. Scendono però anche i costi: 245 milioni nel 2021 in confronto a 281 milioni del 2020. “I Ricavi dell’esercizio registrano una diminuzione di euro 47,8 M rispetto al 2020, sostanzialmente dovuta ai rallentamenti sulla commessa di maggior impatto economico (Superstrada Pedemontana Veneta) nel settore delle “Costruzioni, engineering, concessioni e multi utility”” spiega la relazione di bilancio.

Il bilancio consolidato al 31 dicembre 2021 chiude con un utile netto di competenza del gruppo di  739mila euro (rispetto ai 9 milioni nell’esercizio 2020). Contrazione dell’Ebitda che passa da 28 milioni nel 2020 a 17,5 milioni nel 2021.

Allo stesso tempo migliora la posizione finanziaria netta, pari ad euro 6,3 milioni,  rispetto all’anno precedente (31,4 milioni di euro). Nel corso del 2021 l’azienda ha effettuato investimenti in immobilizzazioni immateriali e materiali per un ammontare complessivo di 1 miliardo (pressoché stabile rispetto all’anno precedente).

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