Fineco strattona i correnti troppo liquidi. Ecco come e perché.
CHE COSA HA COMBINATO FINECO
Fineco ha inviato una lettera ai suoi clienti in cui li avvisa che per i depositi oltre i 100 mila euro senza mutui né prodotti di risparmio gestito potrebbe scattare la chiusura del conto.
I MOTIVI DELLA MOSSA DI FINECO
Insomma, la banca non guadagna a sufficienza con la liquidità nei conti dei correntisti, vista la politica della Banca centrale europea.
ECCO LA LETTERA DI FINECO AI CORRENTISTI
La lettera di Fineco ai clienti correntisti, per avvisarli che in caso di troppo denaro il conto è a rischio chiusura, è arrivata il 18 marzo – sottolinea Business Insider Italia – con l’indicazione “Proposta di modifica unilaterale di contratto ai sensi dell’art. 118 del Decreto Legislativo n. 385/93 (Tub)”.
LE RAGIONI DELLA DECISIONE
Il motivo di una tale decisione è l’onerosità dei tassi negativi che, scrive l’istituto nella lettera, “hanno un impatto sfavorevole sull’attività di gestione della liquidità, con particolare riferimento a quella depositata dai clienti sul conto corrente”.
CHE COSA SI LEGGE NELLA MISSIVA DI FINECO
La lettera di proposta di modifica unilaterale è già stata recapitata ai clienti, ed è stato spiegato che, “con efficacia a partire dal 18 maggio 2021, la clausola – che già prevede, per ciascuna delle parti, l’incondizionato diritto di recesso dal rapporto di conto corrente – sarà modificata per specificare come la Banca possa avvalersi di tale facoltà, in particolare, qualora al momento del recesso e nei 3 mesi precedenti concorrano tutte le seguenti condizioni: 1) presenza sul conto di una giacenza media di liquidità per un controvalore uguale o superiore a 100 (cento) mila euro; 2) assenza di qualsiasi forma di finanziamento (a titolo esemplificativo e non esaustivo: mutuo, prestito personale, Credit Lombard), anche se già concesso ma non utilizzato ad eccezione delle carte di credito; 3) assenza di qualsiasi forma di investimento in prodotti di risparmio gestito o amministrato”.
IL COMMENTO DI BUSINESS INSIDER ITALIA
In altri termini, commenta Business Insider Italia, chi ha solo un conto corrente aperto con Fineco con oltre 100mila euro, senza prestiti e senza investimenti con la banca, con ogni probabilità si sentirà presto dire “arrivederci”. Il motivo è spiegato nella lettera: il costo della liquidità.
ECCO LA LETTERA DI FINECO
“Gentile cliente – scrive la banca nella missiva – nel corso del 2020, al fine di sostenere e fornire il giusto stimolo all’economia comunitaria, la Bce ha adottato una politica monetaria espansiva ricorrendo a un ampio pacchetto di misure di politica economica che hanno prodotto un incremento della liquidità, con conseguente aumento dei livelli di giacenza in conto corrente e un’ulteriore riduzione dei tassi di interesse interbancari come l’Euribor, il tasso utilizzato dalle banche nelle proprie operazioni di finanziamento. Nello specifico, nel 2020, la media mensile dell’Euribor a 1 mese ha proseguito la sua discesa toccando a febbraio 2021 il valore di -0,553%, con un differenziale negativo pari a -0,098% rispetto a ottobre 2019″.
LE RIDUZIONI DEI TASSI
In particolare, aggiunge Fineco, “l’ulteriore riduzione del tasso Euribor a 1 mese non dipendente dalla sfera decisionale della banca, e la prospettiva che si mantenga su tali livelli per un periodo di tempo ancora lungo hanno determinato, tra gli altri effetti, un impatto sfavorevole sull’attività di gestione della liquidità, con particolare riferimento a quella depositata dai clienti sul conto corrente (specie se per lunghi periodi), rendendola ancora più onerosa per la banca. In tale contesto le condizioni di equilibrio stabilite a novembre 2019 in occasione della revisione delle condizioni economiche del conto Fineco, vengono meno se l’impatto negativo della riduzione del tasso Euribor sul margine d’interesse della Banca non risulti controbilanciato dai ricavi connessi all’utilizzo da parte dei clienti dei servizi di investimento e di finanziamento offerti dalla banca”.
LA POLITICA DELLA BCE
A incidere è la politica espansiva della Bce che ha prodotto un incremento di liquidità, con conseguente aumento dei livelli di giacenza in conto corrente e un’ulteriore riduzione dei tassi di interesse interbancari come l’Euribor, il tasso utilizzato dalle banche nelle proprie operazioni di finanziamento.