L’ultima riunione del FOMC ha rivelato che la leadership della Fed intravede ancora un profilo di rischio asimmetrico per la politica monetaria – il rischio di fare “troppo poco” sulla stretta monetaria è ancora maggiore rispetto a “fare troppo”.
COSA HA DECISO LA FED E COSA HA DETTO POWELL
Di conseguenza, il Comitato ha mantenuto invariata la frase chiave del comunicato, che “prevede rialzi in corso nell’intervallo target”.
Durante la conferenza stampa, il presidente Powell ha ribadito tale posizione, sottolineando i rischi di rialzo dell’inflazione derivanti da un mercato del lavoro eccezionalmente rigido e la possibilità di un aumento ancora maggiore rispetto alla mediana del 5,25% indicata nel SEP (Summary of Economic Projections) di dicembre.
COME VANNO SALARI E PREZZI
Di conseguenza, il presidente Powell ritiene che le curve di Phillips dei salari e dei prezzi rimangano ancora ripide, anche a fronte di una moderazione sempre più evidente sul fronte dei salari e dei prezzi, anche in presenza di un mercato del lavoro rigido e squilibrato.
“NON SIAMO ANCORA GIUNTI AL PICCO DEI TASSI”
In un contesto simile, il messaggio lanciato dal presidente Powell si è dimostrato risoluto: “non siamo ancora giunti al picco dei tassi”; e “quando ci arriveremo, ci resteremo” più a lungo di quanto i mercati si aspettano, e forse andremo oltre (con i rialzi dei tassi), se necessario.
MESSAGGI DA FALCHI E DA COLOMBE
I mercati hanno registrato un forte rally nonostante il messaggio da “falco”, perché gli investitori sanno che la Fed non è onnisciente né dogmatica. Quando la banca centrale è in modalità “dipendente dai dati” sono le condizioni economiche a farla da padrone e gli operatori di mercato vedono un peggioramento di inflazione e di crescita più marcato di quello che vede la stessa Fed – questa l’osservazione che il presidente Powell ha fatto in conferenza stampa.
L’aspetto più da “colomba” della riunione è stata l’interpretazione del presidente Powell sul perché le condizioni finanziarie si siano allentate negli ultimi mesi. Invece di definire le condizioni di mercato più favorevoli come un’incomprensione della funzione di reazione della Fed, Powell ha spiegato il tutto come una divergenza di opinioni sull’andamento e sull’entità della disinflazione a cui probabilmente assisteremo quest’anno.
Riteniamo che la lettura del mercato sia probabilmente quella più accurata e manteniamo la nostra aspettativa che la Fed sospenda la sua campagna di rialzo dei tassi a marzo al 5%, dato che continuano ad arrivare prove convincenti di una disinflazione su larga scala.
I TIMORI DI FED E MERCATI
Per concludere, è importante ricordare che le banche centrali e gli investitori hanno un diverso orientamento sui rischi. Per il presidente Powell, il pericolo maggiore è una spirale inflazionistica al rialzo. Per gli operatori di mercato, invece, il rischio è quello di perdere un notevole rimbalzo del mercato nel momento in cui la disinflazione prenderà piede.