È probabile che, mercoledì, la Federal Reserve aumenti i tassi di 25 punti base, che rappresenterebbe una riduzione del ritmo dei rialzi, dopo i 50 punti base di dicembre e i 75 punti base di novembre.
L’INFLAZIONE RALLENTA NEGLI USA
La principale, e probabile, spiegazione di questa flessione dovrebbe essere il rallentamento delle recenti letture dell’inflazione, che potrebbe rendere la Fed meno preoccupata. Ci sono anche segnali di rallentamento dei consumi privati, soprattutto a ridosso del periodo natalizio, che suggeriscono che la domanda stia tornando ad allinearsi maggiormente con l’offerta. È probabile, inoltre, che la Fed indichi di tenere conto dei lunghi ritardi della politica monetaria, dopo i forti rialzi dei tassi del 2022.
UN MERCATO DEL LAVORO TROPPO RIGIDO?
È importante notare che la Fed è concentrata sul mercato del lavoro statunitense, continuando a temere che rimanga troppo rigido, con la conseguenza che i salari potenzialmente resilienti alimentino l’inflazione dei servizi. In particolare, le aperture di posti di lavoro JOLTS (Job Openings and Labour Turnover Survey) sono ancora troppo elevate, soprattutto rispetto al numero di disoccupati. Questo è il motivo per cui riteniamo molto improbabile che la Fed si appresti a breve a sospendere i rialzi dei tassi. È probabile che la Fed intenda continuare a spingere i tassi oltre il 5% nel breve, in linea con il dot plot di dicembre (che indicava un tasso terminale del 5,1% quest’anno).
IL PENSIERO DEL “FALCO” POWELL
Una delle incertezze principali della riunione di mercoledì sarà il modo in cui Powell valuterà l’evoluzione delle condizioni finanziarie. Il rischio primario è che Powell esprima, da “falco”, il suo disappunto per il recente allentamento delle condizioni finanziarie e per il forte aumento dei prezzi azionari registrato in questo primo mese dell’anno. Nella riunione di dicembre, Powell aveva insistito sulla trasmissione della politica monetaria statunitense attraverso i mercati finanziari.
LE ASPETTATIVE SULLA FED
La nostra view è che la Fed continuerà ad aumentare i tassi di interesse con incrementi di 25 punti base e che il tasso sui Fed funds si assesterà leggermente al di sopra del 5% entro maggio 2023; da qui, poi, la Fed farà una pausa e manterrà i tassi stabili fino alla fine dell’anno. È probabile che la Fed si opponga alle attuali previsioni di mercato di tagli dei tassi a partire da luglio.
A nostro avviso, l’asticella per tagliare i tassi è alta e probabilmente richiederebbe diversi mesi di perdita netta di posti di lavoro, cosa che sembra improbabile prima dell’inizio del 2024. In questa fase, la Fed è più preoccupata per una ri-accelerazione dell’inflazione che per una forte disinflazione dovuta a una recessione economica. Il rischio principale, tuttavia, è che la Fed possa aver sottovalutato i ritardi delle politiche e che la crescita del 2023 possa essere frenata più del previsto dalla forte stretta monetaria del 2022. Il rischio di un errore di politica monetaria resta quindi elevato.