La società britannica EY, anche nota in passato come Ernst & Young, ha rifiutato un’offerta del gruppo statunitense di private equity TPG, che le aveva proposto di scorporare le attività di revisione contabile da quelle di consulenza per acquisire una quota di queste ultime.
A luglio TPG aveva presentato a EY il suo piano per la separazione dei business della Big Four (si chiamano così le quattro maggiori società di revisione contabile al mondo: Deloitte, PwC, KPMG e appunto EY), dopo che la stessa EY aveva cercato, senza successo, di scorporare l’unità dedicata alla consulenza e di quotarla con un valore di 100 miliardi di dollari.
LE DICHIARAZIONI DELL’AD CARMINE DI SIBIO
Stando alle informazioni ottenute dal Financial Times, TPG aveva riproposto il piano di scorporo di EY (chiamato progetto Everest), ma con qualche modifica. In un comunicato, l’amministratore delegato di EY, Carmine Di Sibio, ha dichiarato che “l’approccio di TPG era una manifestazione d’interesse preliminare e non c’è stato un impegno ulteriore. Non stiamo partecipando attivamente ad alcuna transazione”. Proprio Di Sibio è stato il principale promotore di Everest; EY sta cercando un suo sostituto, dato che l’ad ha detto che lascerà l’incarico a giugno dell’anno prossimo, dopo il fallimento del progetto lo scorso aprile.
FAVOREVOLI E CONTRARI ALLO SCORPORO
Il Financial Times ha scritto, sulla base delle informazioni ricevute, che per EY sarebbe difficile impegnarsi in un accordo di scorporo prima di aver selezionato un sostituto per Di Sibio. Anche perché la separazione delle attività dovrebbe venire approvata dalle varie divisioni nazionali della società: la divisione statunitense è contraria al progetto Everest. I favorevoli allo scorporo sostengono invece che permetterà alle due unità di crescere più velocemente, liberandole dalle regole sul conflitto di interessi che vietano alle società di vendere servizi di consulenza ai clienti dei servizi contabili.
LA PROPOSTA DI TPG
La proposta di TPG veniva incontro ad alcune critiche dei partner americani al progetto Everest: non volevano, per esempio, che la maggior parte delle attività fiscali venisse scorporata dal business di revisione contabile per confluire in quello di consulenza. TPG proponeva dunque che una quota più ampia delle pratiche fiscali rimanessero all’interno dell’unità di audit.