Il gruppo immobiliare cinese Evergrande possiede un debito di 305 miliardi di dollari ed è sull’orlo di un collasso che, se dovesse accadere, potrebbe avere ripercussioni profonde ed estese, anche al di fuori dei confini della Cina. Lo scrive CNBC, che riporta la dichiarazione dell’economista Mark Williams, secondo cui il crollo di Evergrande si rivelerebbe il “test” più grande per il sistema finanziario cinese da anni.
Evergrande è l’azienda di sviluppo immobiliare più indebitata al mondo, non riesce a ripagare i suoi fornitori e ha detto recentemente che le sue vendite continueranno a calare in maniera significativa anche a settembre, aumentando la pressione sul suo flusso di cassa. Quest’anno il prezzo delle sue azioni è crollato di quasi l’80 per cento.
LA RISPOSTA DELLE BANCHE
Stando a Reuters, alcune banche, come HSBC, Standard Chartered e Bank of East Asia, si sono rifiutate di estendere nuovi prestiti agli acquirenti di due progetti residenziali non completati di Evergrande a Hong Kong.
Il Wall Street Journal scrive che il settore immobiliare vale circa il 7 per cento di tutti i prestiti societari della Industrial and Commercial Bank of China (ICBC), la banca cinese a maggioranza statale e una delle più grandi al mondo. Alla fine di giugno, quasi il 4,3 per cento dei prestiti immobiliari di ICBC erano in sofferenza rispetto al 2,3 per cento circa di sei mesi prima.
L’IMPATTO SU FORNITORI E INVESTITORI
Se Evergrande non potrà ripagare il suo debito, le banche saranno probabilmente le prime a venire colpite. Ma non le uniche: il default della società potrebbe contagiare a catena anche i vari fornitori, e quindi settori industriali diversi da quello immobiliare. Ci sono poi gli investitori: lunedì un centinaio di loro si sono presentati davanti alla sede di Evergrande a Shenzhen per protestare e chiedere il rimborso dei prestiti.
LE AGENZIE DI RATING
Mercoledì l’agenzia di rating S&P ha ulteriormente declassato Evergrande da “CC” a “CCC”, dando un giudizio negativo sulle prospettive della società: ha citato la ridotta liquidità e i rischi di default, così come la possibilità di una ristrutturazione del suo debito.
Il 7 settembre scorso Fitch ha invece declassato Evergrande da “CC” a “CCC+”, dicendo di considerare probabile il suo default. Secondo l’agenzia, le banche più piccole e maggiormente esposte a Evergrande potrebbero riportare degli aumenti significativi dei prestiti in sofferenza (non-performing loans, o NPL).