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Non solo Russia: perché le sanzioni sullo Swift danneggeranno anche l’Europa

Gli Stati Uniti hanno detto che, in caso di attacco all'Ucraina, escluderanno la Russia dalla rete Swift. Oltre a Mosca, il colpo verrebbe accusato anche dall'Europa e dal sistema finanziario globale. I pareri di economisti e analisti

 

Gli Stati Uniti hanno detto più volte che, se la Russia dovesse invadere l’Ucraina, risponderanno non con le armi ma con l’imposizione di sanzioni economiche. Una delle penalità più dure che potrebbero applicare verso Mosca – di concerto, almeno in teoria, con gli alleati in Europa – consiste nell’esclusione del paese dalla rete SWIFT, ovvero lo standard di riferimento internazionale per le transazioni finanziarie.

CI SONO ALTERNATIVE?

Non esistono, almeno al momento, delle vere alternative allo SWIFT. Dal 2014 la Banca centrale russa ha implementato un proprio sistema per i messaggi finanziari tra le banche nazionali e quelle straniere, ma è poco utilizzato: gli utenti sono appena quattrocento, circa. Le valute digitali e la tecnologia blockchain che utilizzano per le transazioni sono state a volte ritenute delle potenziali minacce al dominio dello SWIFT, ma – come spiega Bloomberg – non sono attualmente in grado di sostituirvisi.

IL DANNO PER L’EUROPA

L’esclusione della Russia dallo SWIFT a seguito di un ipotetico attacco all’Ucraina avrà probabilmente delle conseguenze economiche molto pesanti per Mosca. Ma non solo: anche le nazioni europee potrebbero soffrirne. La Russia è infatti la maggiore fornitrice di gas naturale del Vecchio continente (e dell’Italia: vale circa il 40 per cento del totale delle importazioni); i pagamenti per il combustibile vengono effettuati proprio tramite il sistema SWIFT.

COSA DICE LA RUSSIA

Nikolay Zhuravlev, vice-speaker del Consiglio federale russo (la camera alta del parlamento), ha detto all’agenzia TASS che “se la Russia viene disconnessa dallo SWIFT, non riceveremo valuta straniera ma gli acquirenti, in primo luogo i paesi europei, non riceveranno i nostri prodotti: petrolio, gas, metalli e altri componenti importanti delle loro importazioni”.

COSA PENSANO GLI ECONOMISTI

Affari&Finanza, l’inserto economico di Repubblica, ha raccolto in un articolo le opinioni di diversi economisti sull’ipotetica esclusione della Russia dalla rete SWIFT.

Secondo Brunello Rosa, professore alla London School of Economics, “senza un ‘socio’ del peso della Russia, il sistema globale sarebbe irreparabilmente indebolito”.

Per l’economista Angelo Baglioni dell’Università Cattolica, «si creerebbe di colpo uno spazio insperato per i sistemi alternativi che già sono in preparazione”.

Ovvero la blockchain e le valute digitali. La Cina, per esempio, sta lavorando a un sistema di pagamenti basato sulla propria valuta digitale, lo yuan. Senza contare che nel 2021 la banca centrale del paese ha annunciato la creazione di una joint venture con SWIFT (la società che gestisce la rete): alcuni analisti interpretarono la mossa come una sorta di “garanzia” nel caso in cui Pechino dovesse venire esclusa dal sistema finanziario globale.

LE CRIPTOVALUTE

L’economista americano Ken Rogoff ha detto ad Affari&Finanza che “oggi i Bitcoin”, la criptovaluta più popolare, “sono usati dall’economia sommersa, per gli acquisti illegali di droga sul dark web, gli affari sporchi degli oligarchi, il riciclaggio, l’evasione fiscale”. In caso di espulsione di Mosca dallo SWIFT, il loro utilizzo potrebbe crescere.

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