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Epi Visa

Epi, perché il Bancomat Ue per sfidare Visa e Mastercard farà flop

Alcune banche europee stanno temporeggiando con la European Payments Initiative (Epi), un nuovo progetto di pagamento che dovrebbe competere con Mastercard e Visa. Ecco i dettagli

 

Non decolla la European Payments Initiative (Epi), il progetto di rete di pagamento in concorrenza con quelle delle americane Visa e MasterCard.

L’obiettivo di Epi è dispiegare una rete di pagamenti paneuropea a partire dal 2022. Ma la tabella di marcia rischia di non essere rispettata.

A luglio 2020 sedici delle più grandi banche europee e processori di carte di credito si sono uniti nella European Payment Initiative (Epi) per creare un gigante dei pagamenti in grado di fronteggiare l’”oligopolio” dominato dagli Stati Uniti.

Ma due anni dopo le banche Commerzbank e DZ Bank stanno pianificando di uscire dal progetto a causa delle preoccupazioni per un costo relativamente alto di partecipazione al capitale per gli istituti tedeschi.

Lo scorso novembre l’Epi ha lanciato un appello per avere risorse pubbliche necessarie al progetto. I finanziatori privati ​​non sono disposti infatti a raccogliere tutto il denaro necessario.

“Anche UniCredit, unico gruppo italiano a figurare tra i soci fondatori di Epi, pare probabile che si sganci dall’iniziativa dato che la sua adesione riguardava la controllata tedesca Hvb che aveva partecipato per solidarietà di sistema in Germania”, segnala Il Sole 24 Ore.

“La decisione finale è attesa nei prossimi giorni quando la Epi Interim Company, come annunciato nell’ultima comunicazione del 23 dicembre, svelerà la lista definitiva degli aderenti e i piani dettagliati del progetto che erano stati calendarizzati «tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio»”, sottolinea il quotidiano confindustriale.

Tutti i dettagli.

COS’È L’EUROPEAN PAYMENT INITIATIVE

La European Payments Initiative (Epi), lanciata a luglio 2020, è diventata una società ad interim a dicembre 2020 con 22 banche come azionisti.

L’iniziativa punta a costruire e implementare un nuovo circuito di accettazione dei pagamenti per consentire ai privati ​​di pagare i propri acquisti senza passare attraverso le reti di accettazione dei due colossi americani Visa e MasterCard. Sono proprio queste infrastrutture che consentono di collegare la banca di un cliente con quella di un commerciante, permettendogli di accettare pagamenti con carta di credito.

L’OBIETTIVO DI EPI È SFIDARE IL DUOPOLIO DI VISA E MASTERCARD

I pagamenti con carta in Europa sono elaborati infatti prevalentemente da società con sede negli Stati Uniti. Quattro transazioni su cinque in Europa sono gestite da Mastercard e Visa, secondo EuroCommerce, un gruppo di lobby di rivenditori europei.

Il nuovo dispositivo dovrebbe consentire di elaborare pagamenti con carta, ma anche bonifici, addebiti diretti e pagamenti mobili.

LE BANCHE DIETRO EPI

Le banche dietro l’iniziativa includono Deutsche Bank, BNP Paribas, ING, UniCredit e Santander. Attualmente elaborano più della metà di tutti i pagamenti in Europa.

I FINANZIAMENTI RICEVUTI FINORA

Finora Epi ha ricevuto più di 30 milioni di euro dai suoi promotori, secondo quanto dichiarato al Ft dal presidente della European Payment Initiative lo scorso maggio.

L’APPELLO PER INVESTIMENTI PUBBLICI

Lo scorso novembre l’Epi ha lanciato un appello per ottenere denaro pubblico, dal momento che i finanziatori privati ​​non sono disposti a raccogliere tutto il denaro necessario.

L’Epi sta cercando di coinvolgere più banche e altri operatori dei pagamenti entro dicembre per iniziare a implementare la sua rete di pagamenti istantanei e con carta.”Il finanziamento pubblico sarebbe bello”, ha detto l’amministratore delegato di Epi Martina Weimert a un evento organizzato dalla Federazione europea degli istituti di pagamento. “Non nascondiamolo: sarà un investimento enorme. È costoso”.

UN PROGETTO IN FRANTUMI?

Ma a oggi l’Epi “si sta definitivamente sgretolando — secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore — dopo le recenti defezioni arrivate dalle grandi banche spagnole a partire da Bbva e Santander (la cui presidente Ana Botin è anche alla guida della Federazione europea delle banche) e per quelle non ufficiali ma ormai date per certe certe delle tedesche Commerzbank e Dz Bank”.

Anche le operazioni tedesche di Unicredit non avrebbero più in programma di partecipare.

GLI ISTITUTI DI CREDITO ITALIANI FUORI DAL PROGETTO

“Nessun’altra banca italiana aveva aderito e ora l’assenza di Paesi e mercati importanti come Germania, Spagna e Italia rende improbabile che il progetto Epi spicchi il volo. Almeno per come era stato concepito inizialmente, peraltro con la benedizione della Bce, ovvero attraverso l’iniziativa di una società a capitali privati controllata e finanziata dalle grandi banche dell’Eurozona” sottolinea il quotidiano confindustriale. (Qui l’approfondimento di Start sul perché Intesa Sanpaolo si è sfilata dal progetto Epi nel 2020.)

BUONA NOTIZIA PER L’EURO DIGITALE?

Infine, per un progetto che che potrebbe inabissarsi un altro è pronto a emergere.

“Se la fine del progetto Epi dovesse essere confermata, potrebbe essere una buona notizia per l’euro digitale – commenta Andrea Filtri, capo della ricerca di Mediobanca Securities – che potrebbe diventare lo strumento diretto per i pagamenti. Ma questo implica che la scelta sulla tipologia di euro digitale copra uno spettro più ampio possibile di applicazioni e servizi” riporta il Sole 24 Ore.

L’euro digitale è una Cdbc ovvero una valuta digitale emessa dalla Bce. La moneta elettronica “sarà pronto nel 2023”. Lo ha annunciato la presidente della Bce stessa, Christine Lagarde a metà gennaio.

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