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Epi: Deutsche Bank, Bnp e Ing chiedono soldi pubblici per fare la guerra a Paypal, Visa e Mastercard

All'European Payment Initiative (Epi) - di cui fanno parte banche come Deutsche Bank, Bnp Paribas, Ing, UniCredit e Santander - servono finanziamenti pubblici per procedere. Tutti i dettagli

 

Finanziamento pubblico cercasi.

L’anno scorso sedici delle più grandi banche europee e processori di carte di credito si sono uniti nella European Payment Initiative (Epi) per creare un gigante dei pagamenti in grado di fronteggiare l’”oligopolio” dominato dagli Stati Uniti.

L’Epi ha lanciato un appello martedì per ottenere denaro pubblico, dal momento che i finanziatori privati ​​non sono disposti a raccogliere tutto il denaro necessario.

I pagamenti con carta in Europa sono elaborati infatti prevalentemente da società con sede negli Stati Uniti. Quattro transazioni su cinque in Europa sono gestite da Mastercard e Visa, secondo EuroCommerce, un gruppo di lobby di rivenditori europei.

L’obiettivo di Epi è dispiegare, a partire dal 2022, una rete di pagamento in concorrenza con quelle delle americane Visa e MasterCard.

Oggi l’Epi sta cercando di coinvolgere più banche e altri operatori dei pagamenti entro dicembre per iniziare a implementare la sua rete di pagamenti istantanei e con carta.”Il finanziamento pubblico sarebbe bello”, ha detto l’amministratore delegato di Epi Martina Weimert a un evento organizzato dalla Federazione europea degli istituti di pagamento. “Non nascondiamolo: sarà un investimento enorme. È costoso”.

Tutti i dettagli.

COS’È L’EPI

La European Payments Initiative (Epi) è stata lanciata lo scorso luglio ed è diventata una società ad interim a dicembre con 22 banche come azionisti.

L’iniziativa punta a costruire e implementare un nuovo circuito di accettazione dei pagamenti per consentire ai privati ​​di pagare i propri acquisti senza passare attraverso le reti di accettazione dei due colossi americani Visa e MasterCard. Sono proprio queste infrastrutture che consentono di collegare la banca di un cliente con quella di un commerciante, permettendogli di accettare pagamenti con carta di credito.

Questo nuovo dispositivo dovrebbe consentire di elaborare pagamenti con carta, ma anche bonifici, addebiti diretti e pagamenti mobili.

TRANSIZIONI PEER TO PEER GIÀ L’ANNO PROSSIMO

Secondo l’ad Weimart, l’Epi “costruirà un nuovo sistema e sostituirà in gran parte una pletora di sistemi nazionali per ridurre la frammentazione e le sovrapposizioni nei pagamenti”.

L’obiettivo di avviare nel 2022 transazioni peer-to-peer basate su pagamenti istantanei, seguite dall’e-commerce.

LE BANCHE DIETRO EPI

Le banche dietro l’iniziativa includono Deutsche Bank, BNP Paribas, ING, UniCredit e Santander. Attualmente elaborano più della metà di tutti i pagamenti in Europa.

(Qui l’approfondimento di Start sul perché Intesa Sanpaolo si è sfilata dal progetto Epi l’anno scorso.)

I FINANZIAMENTI RICEVUTI FINORA

Finora Epi ha ricevuto più di 30 milioni di euro dai suoi promotori, secondo quanto dichiarato al Ft dal presidente della European Payment Initiative lo scorso maggio.

UNA FASE CRITICA

Weimert ha affermato che l’Epi si trova ora in una “fase critica” del processo decisionale nelle prossime settimane.

Le banche e altri azionisti di Epi “possono contribuire solo un po’”, ha detto Weimert, senza fornire dettagli sull’investimento necessario.  Proprio per questo il “finanziamento pubblico sarebbe bello”, secondo Weimart.

“È un cambiamento importante, quindi ci vorrà del tempo. Chiunque ti dica che è una scelta facile e da fare in modo rapido, beh, non sta davvero cercando di trasformare l’ecosistema europeo”, ha concluso Weimert.

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