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Carige

Ecco perché Mincione vuole maritare Banca Carige con Banco Bpm o Ubi

Tutte le mire esplicite e recondite del finanziere Raffaele Mincione che punta alla presidenza di Carige con la lista anti Malacalza e pro Fiorentino ad

Quali sono gli obiettivi di Raffaele Mincione in Carige? Con quali banche il finanziere vuole far convolare a nozze la banca guidata dall’ad, Paolo Fiorentino?

A queste e ad altre domande che da mesi investitori, azionisti e addetti ai lavori risponde oggi l’azionista di Carige che ha presentato una lista per il cda dell’istituto ligure in contrapposizione a quella depositata dal maggior azionista di Carige, ossia la famiglia Malacalza.

A svelare piani e obiettivi è lo stesso Mincione in una intervista al quotidiano Mf/Milano Finanza.

LA STRATEGIA DI MINCIONE

Vuole vendere subito?, ha chiesto Andrea Montanari di Mf. Risposta di Mincione: “Sposo la linea della Bce, in termini di concentrazioni di mercato. Ma sono azionista e non voglio certo svendere. Se diventerò il presidente di Carige  intenderò definire un percorso chiaro e coerente e portare a compimento un’operazione di mercato”.

LE IPOTESI BANCO BPM E UBI PER CARIGE

Domanda di Mf: “Tutti pensano a un suo piano per aggregare la banca con il Banco Bpm. O ci sono altri pretendenti come Ubi?” Ecco come ha risposto Mincione: “Ora, a un mese dell’assemblea e come ipotesi di scuola vedo le opzioni che cita lei, quindi Banco Bpm  e Ubi ben posizionate e affiancate. Ma esistono anche altre opzioni di mercato”.

IN SUBORDINE BPER E CREDEM

Il finanziere, comunque, pensa anche come ipotesi a Bper  e Credem: “Sono due nomi che possono avere senso. Ma c’è spazio per delle sorprese. Partendo dal presupposto che Carige  resti un brand territoriale si può trovare una fabbrica prodotto che voglia fare alleanze strategiche”.

IL TRIO ALLEATO ANTI MALACALZA

Anche se Mincione ha detto a Mf di non aver incontrato un alleato come l’altro azionista Volpi, il trio che si contrappone ai Malacalza è formato è rappresentato dalla lista che il finanziere e azionista di Carige Raffaele Mincione ha presentato domenica, in vista dell’assemblea dei soci della banca, fissata per il 20 settembre. Ne fanno parte, stretti da un patto di sindacato, lo stesso Mincione e gli imprenditori Gabriele Volpi (al 9,08%) e Aldo Spinelli. Quest’ultimo controlla lo 0,75% delle quote di Carige ma, afferma, «sto salendo». E, pur senza dire di quanto, spiega di essere pronto anche a superare il 3%, chiedendo l’ok a Bankitalia qualora decidesse, appunto, di spingersi oltre quella percentuale. Anche Mincione, peraltro, con il suo 5,4% ha dichiarato più volte di essere in ascesa nella quote.

CHI E’ E COSA FA MINCIONE

Un trio singolare, secondo il Sole 24 Ore di oggi, che così li ritrae: “Mincione è un finanziere italiano che opera da Londra con il suo Capital Investment Trust. Già numero uno della divisione europea di Salomon Smith Barney, Mincione, muovendosi tra fondi lussemburghesi, affari immobiliari e operazioni in Russia, a Malta e nei Caraibi, non è nuovo ad avventure bancarie”.

VOLPI E SPINELLI RITRATTI DAL SOLE

E Volpi? Ha creato in Nigeria, dove risiede da 40 anni, un gruppo della logistica con un fatturato stimato in due miliardi di dollari: “Ex dipendente della Carlo Erba, l’imprenditore con la Intels possiede le concessioni di diversi porti in Africa ed è titolare di molte attività in Italia; oltre a essere il secondo azionista di Carige, è socio di Eataly e Moncler ed è promotore di progetti immobiliari in Liguria. Inoltre controlla l’accademia calcistica Abuja Football College, lo Spezia Calcio e la squadra di pallanuoto Pro Recco. Suo consulente principale per gli affari bancari è Gianpiero Fiorani, ex ad della Popolare di Lodi, a suo tempo condannato per falso in bilancio”. La passione per il calcio accomuna Volpi all’imprenditore della logistica e terminalista Spinelli, già presidente del Genoa e oggi del Livorno.

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