Sebbene l’epidemia causata da un nuovo ceppo di vaiolo delle scimmie, il cui nome ufficiale è mpox, sia per ora circoscritta all’Africa (a parte un unico caso al di fuori del continente riscontrato in Svezia), l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato lo stato di emergenza internazionale. Questa volta, a differenza dell’epidemia scoppiata nel 2022, a essere maggiormente colpiti sono i bambini, anche neonati.
La danese Bavarian Nordic e la giapponese KM Biologics, con i loro vaccini, e Siga Technologies, con un antivirale, sono al momento le uniche case farmaceutiche che propongono trattamenti per la malattia e la Borsa ha subito reagito all’annuncio dell’Oms. Anche BioNTech sarebbe al lavoro per un nuovo vaccino a mRna.
I VACCINI CONTRO L’MPOX
La Repubblica Democratica del Congo, da dove è partita l’epidemia e il Paese in cui si registra il maggior numero di infezioni, ha approvato a fine giugno i due vaccini contro l’mpox raccomandati anche dall’Oms.
Si tratta di Jynneos di Bavarian Nordic, già utilizzato nel 2022 negli Stati Uniti e in Europa, e di LC16 prodotto da KM Biologics. Lo Stato africano deve però ancora istituire un piano di immunizzazione e richiederli ufficialmente ai produttori e ai governi che desiderano fare donazioni attraverso il gruppo mondiale per i vaccini, Gavi.
LC16, ricorda il New York Times, era stato utilizzato nei bambini giapponesi negli anni Settanta. Ora, gli studi clinici finanziati dalla Coalition for Epidemic Preparedness Innovations stanno valutando se anche Jynneos può proteggere i bambini e le persone che sono già state esposte al virus.
L’Oms sta inoltre sostenendo lo sviluppo di un nuovo vaccino a base di mRna prodotto da BioNTech che proteggerebbe dall’mpox e da virus correlati, come il vaiolo. Inoltre, anche Tecovirimat, un antivirale prodotto da Siga Technologies, sembrerebbe utile nella cura della malattia.
TITOLI IN FIBRILLAZIONE
L’annuncio dell’Oms di dichiarare l’mpox “emergenza internazionale” lo scorso 14 agosto ha subito fatto salire in Borsa i titoli di alcune case farmaceutiche. È il caso di Bavarian Nordic che ieri è cresciuto del 17% a Copenaghen e di Siga Technologies che a Wall Street ha segnato un balzo del 21%.
Ma anche il fornitore di strumenti medici Precision System Science Co., riporta Bloomberg, ha registrato un’impennata del 39% in Giappone, mentre il produttore di kit di rilevamento del virus Shanghai ZJ Bio-Tech Co. ha guadagnato l’8,4% in Cina.
E pure altre aziende cinesi che forniscono prodotti simili sono state al centro dell’attenzione. Le azioni della Daan Gene Co. con sede a Guangzhou, che sviluppa kit diagnostici, sono salite, così come quelle della Assure Tech Hangzhou Co. produttrice di dispositivi per test rapidi.
COSA PENSANO GLI ANALISTI
Che piega prenderà l’epidemia sarà più chiaro nelle prossime settimane e, dunque, gli analisti ci vanno cauti. “La recente comparsa del virus mpox in Africa può potenzialmente evocare i ricordi della pandemia Covid-19”, ha dichiarato a Bloomberg, Manish Bhargava, gestore di fondi presso Straits Investment Holdings a Singapore. “Data la fase iniziale dell’epidemia, ci si aspetta che gli investitori mantengano un atteggiamento vigile, in attesa di ulteriori dati prima di reagire”.
Per Tony Ren, responsabile della ricerca sanitaria in Asia di Macquarie Capital, la reazione del mercato all’ultima epidemia potrebbe essere passeggera: “Vediamo un impatto limitato del virus mpox sul settore e non ci aspettiamo che la dichiarazione dell’Oms sia così significativa per il settore biofarmaceutico o per l’economia in generale”.
QUANTI VACCINI CI SONO A DISPOSIZIONE
Ma oltre alle speculazioni del caso è importante sapere quanti vaccini effettivamente sono pronti per essere consegnati e somministrati.
Finora Bavarian Nordic si è detta disposta a donare 15.000 dosi di Jynneos da distribuire nei Paesi africani. Ma, per i Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie, si tratta di una minima parte dei 10 milioni di dosi necessarie per controllare l’epidemia. Considerando anche le donazioni della Commissione europea per ora si supererebbero le 200.000 dosi.
L’amministratore delegato di Bavarian Nordic, Paul Chaplin, ha dichiarato che altre 300.000 dosi sono pronte per essere spedite immediatamente e assicura di poter fornire 2 milioni di dosi entro l’anno e altre 8 milioni di dosi entro il 2025: “Abbiamo l’inventario e le capacità. Quello che ci manca sono gli ordini”, ha detto a Bloomberg.
Ma le scorte di vaccino, in preparazione a future epidemie, osserva Politico, sono conservate anche in altri luoghi. L’Unione europea ha firmato un contratto per 2 milioni di dosi nel novembre 2022, mentre alcuni Paesi europei detengono scorte nazionali. Inoltre, questo mese, la Biomedical Advanced Research and Development Authority (Barda) statunitense ha ordinato alla Bavarian Nordic di ricostituire le scorte di vaccino.
Per sostenere le attività di sorveglianza, preparazione e risposta, l’Oms prevede un fabbisogno immediato di 15 milioni di dollari.