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Del Vecchio Mediobanca

Ecco la furbata di Del Vecchio anti Mediobanca in Generali

Dopo le dimissioni di Romolo Bardin, i pattisti - oggi al 16,133% - possono portarsi a ridosso del 20% di Generali, superando il 17,22% di Mediobanca, senza fare nessuna comunicazione al mercato.

 

Doppia furbata di Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio per infastidire Mediobanca nella definizione dei nuovi vertici di Assicurazioni Generali. Ecco tutti i dettagli.

LE DIMISSIONI DI BARDIN DAL CDA GENERALI

Dopo le dimissioni di Francesco Gaetano Caltagirone la settimana scorsa, ora è la volta di Romolo Bardin che in Generali era consigliere indipendente e membro dei Comitati per le Nomine e la Remunerazione, per gli Investimenti, per le Operazioni strategiche e per le Operazioni con Parti Correlate.

I MOTIVI DELLE DIMISSIONI DI BARDIN

Il consigliere Bardin – sottolinea una nota di Generali – ha motivato le proprie dimissioni riferendosi alle modalità operative e ad alcune scelte del consiglio e dei comitati a cui partecipa, con particolare riguardo anche al processo di formazione della lista del cda.

IL RUOLO DI BARDIN NEL GRUPPO DEL VECCHIO

Bardin è l’amministratore delegato di Delfin, la holding di Leonardo De Vecchio, che detiene una partecipazione del 6,618% in Generali ed è parte del patto parasociale stipulato con alcune società del gruppo Caltagirone (8,04%) e della Fondazione Crt (1,538%) con una quota totale di oltre il 16,19% in vista della prossima assemblea di bilancio 2021 di fine aprile chiamata anche al rinnovo del cda. I pattisti sono sempre più vicini a Mediobanca, che detiene il 17,25%, primo azionista del Leone.

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE DI GENERALI

Gabriele Galateri di Genola, presidente di Generali, ha dichiarato: “Sono profondamente dispiaciuto per la decisione presa da Bardin. Desidero ribadire, ancora una volta, che la società ha sempre condotto la propria attività secondo gli standard di assoluta trasparenza e rigorosa correttezza, nell’interesse di tutti gli stakeholder. Questi presidi, sottolineo, sono sempre stati rispettati nei nostri rapporti con tutti gli amministratori, nessuno escluso e sempre”.

I VERI FINI DELLE DIMISSIONI DAL CDA DI GENERALI

Dopo le dimissioni di Romolo Bardin, i pattisti – oggi al 16,133% – possono portarsi a ridosso del 20% di Generali, superando il 17,22% di Mediobanca, senza fare nessuna comunicazione al mercato.

IL REPORT DI EQUITA

Scrivono infatti gli analisti di Equita sim: “Tra le ragioni dietro le dimissioni dei consiglieri ci potrebbero essere anche considerazioni di opportunità strategica, con gli azionisti del patto che potrebbero incrementare le proprie quote senza obblighi di segnalazione fino al raggiungimento delle soglie rilevanti e di rispetto di black-out period”.

LE MIRE DELLE FURBATE DI CALTAGIRONE E DEL VECCHIO

Con l’addio comunicare al consiglio del numero uno di Delfin al cda del Leone, oltre a Caltagirone (oggi all’8,04%) anche la holding di Leonardo Del Vecchio non sarà infatti più tenuta a eventuali e ulteriori acquisti di azioni . Contando che oggi detiene il 6,618% della compagnia assicurativa, Delfin dunque ha ampi margini di crescita contando che la successiva soglia rilevante ai fini Consob e’ il 10%.

L’ANALISI DI RADIOCOR SULLE MOSSE DI CALTAGIRONE E DEL VECCHIO

Gli impegni di comunicazione dei cosiddetti internal dealing restano solo per Fondazione CrT, che oggi è all’1,538% ma comunque dovrebbe in programma di salire al massimo al 2% (la prima soglia Consob è il 3%), ha scritto l’agenzia stampa Radiocor del gruppo Sole 24 Ore: “Tutto il patto composto da Caltagirone, Del Vecchio e Fondazione Crt, nella sostanza, non sarà dunque tenuto ad alcun aggiornamento della propria partecipazione complessiva in Generali se non in due eventualità: se superasse la soglia rilevante ai fini Consob (il 20%) o qualora entrasse un nuovo soggetto nell’accordo di consultazione”.

 

 

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