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Bancomat

Ecco il vero progetto delle grandi banche sulle commissioni bancomat bocciato dall’Agcm

Due anni di istruttoria hanno portato l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato a respingere il progetto ideato da Bancomat spa per il nuovo modello di prelievo agli Atm. Fatti, numeri e approfondimenti

 

Due anni di istruttoria hanno portato l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato a respingere il progetto ideato da Bancomat spa per il nuovo modello di prelievo agli Atm. Secondo la società guidata dall’attivo amministratore delegato Alessandro Zollo, il nuovo sistema avrebbe garantito più concorrenza e vantaggi per i consumatori, a partire dal tetto massimo alla commissione, fissato a 1,50 euro. Di diverso avviso, invece, l’Authority presieduta da Roberto Rustichelli che vi ha visto un’intesa anticoncorrenziale a vantaggio dei grandi istituti di credito, che fra l’altro detengono le quote più consistenti di Bancomat spa.

ATM E PRELIEVI, QUALCHE NUMERO

Come riportato nel provvedimento finale dell’Antitrust (dati Banca d’Italia), sul territorio nazionale si contano oltre 48mila sportelli Atm bancari e postali (81,5 ogni 1.000 abitanti), poco sotto il dato medio europeo (pari a 83,6 Atm ogni 1.000 abitanti). L’operatività per Atm è pari a circa 17mila prelievi per sportello, inferiore al dato Ue (pari a circa 25mila prelievi per Atm); l’importo medio è di oltre 200 euro (150 euro nella Ue).

Secondo elaborazioni fornite dalla stessa Bancomat spa, il valore totale prelevato tra il 2015 e il 2019 si è ridotto del 24%, così come si è ridotto il numero di prelievi, mentre è aumentato il valore medio di ogni singolo prelievo (+15%).

Il più delle volte gli Atm si trovano fuori dalle filiali di istituti bancari o postali e solo nel 16% dei casi (dato Banca d’Italia 2020) sono “stand alone”, ossia di proprietà di banche o Poste ma fisicamente distanti dalla filiale che li gestisce, o “indipendenti”, cioè non di proprietà di banche o Poste. Va detto che la quota italiana degli “stand alone” e degli “indipendenti” risulta inferiore alla media europea, che si attesta intorno al 30%.

Come per gli sportelli, anche per gli Atm si osserva un trend decrescente. Tra il 2015 e il 2021 – come indicato da via Nazionale – il numero di Atm è diminuito del 13,9%, meno comunque del numero di sportelli (-28,4%). Occorre aggiungere però che si è pure registrata una crescita degli Atm per ciascuno sportello, fatto che comporta un aumento di Atm per filiale: in quegli anni il numero medio di Atm per sportello è salito da 1,44 a 1,73 con un incremento di oltre il 20%.

I VANTAGGI DEL NUOVO PROGETTO SECONDO BANCOMAT

Secondo il consorzio Bancomat, il nuovo progetto produrrebbe efficienze che porterebbero poi a benefici sia per la concorrenza sia per i consumatori. In particolare, riferisce l’Antitrust nel provvedimento, il nuovo modello garantirebbe “il mantenimento di una rete sufficientemente capillare a servizio dei consumatori, consentendo così di continuare ad avere accesso al contante”. Inoltre, avrebbe favorire “l’ingresso, lo sviluppo e gli investimenti da parte di operatori indipendenti, banche piccole e online”; una concorrenza non distorta fra banche anche medio-piccole e online; una maggiore trasparenza dei costi e scelte migliori da parte dei consumatori non solo al momento di sottoscrivere un contratto di conto corrente ma anche al momento della scelta dell’Atm per effettuare il prelievo. Anche per chi dà meno importanza al costo del prelievo, inoltre, ci sarebbero vantaggi con la garanzia di reti Atm più capillari e innovative. Last but not least, il tetto massimo della commissione a 1,50 euro consentirebbe di mettere un limite alle discriminazioni di prezzo al rialzo e di evitare un aumento generalizzato dei costi per i consumatori.

I PRELIEVI IN CIRCOLARITÀ: COSTI PER I CLIENTI E COSTI DEL SERVIZIO

Gli uffici dell’Authority hanno effettuato alcune stime sulla base dei dati forniti da Via Nazionale e di quelli raccolti da Bancomat su un campione rappresentativo di banche. Ne emerge che il volume delle operazioni Atm in circolarità è il 25-30% del totale, a livello di sistema, e che – come da attendersi – risulta in media più elevato per le banche medio-piccole o che non gestiscono una propria rete di Atm.

Per il 2021 il costo unitario del prelievo in circolarità sostenuto dalla banca proprietaria dell’Atm era compreso in un range medio tra 0,75 e 0,78 euro, nel 2020 tra 0,79 e 0,82 euro (informazioni raccolte da Bancomat Spa su un campione di istituti aderenti al circuito). Simili le spese secondo Palazzo Koch: la stima del costo medio del prelievo presso Atm per l’istituto proprietario del totem era pari nel 2020 a 0,90 euro, con “un range di variazione significativo, a seconda del tipo di intermediario o del modello distributivo”.

Il costo industriale del servizio è pari a 1,5 euro per operazione, sia per quelle di propri clienti presso propri ATM sia per le operazioni di clientela di banche terze. Tale costo – sostenuto dalla banca proprietaria dell’Atm – scenderebbe a 0,90 euro, escludendo “la quota di costi indiretti connessi con la tenuta del conto corrente” e tenendo conto “che i costi aumentano per gli ATM “remoti” o “indipendenti” (fonte: Bancomat).

Per quanto riguarda il servizio di prelievo in circolarità all’interno del circuito Bancomat, dall’analisi del campione di banche svolta dagli Uffici dell’Autorità risulta che per il 2021 la commissione massima effettivamente applicata dalle banche che emettono la carta ai consumatori è pari in media a circa 1,90 euro (con valori compresi fra 0 e 2,50 euro), mentre la commissione media effettivamente applicata è pari a circa 0,85 euro (con valori compresi fra 0 e 2 euro). La commissione media è invece pari a 1 euro se si escludono i casi in cui non sono applicate commissioni dirette esplicite.

L’Autorità osserva però che questa analisi non tiene conto delle commissioni che le banche emittenti possono applicare ai propri correntisti sotto forma di maggiorazioni del canone di conto corrente. In questo senso, diversi istituti hanno affermato di applicare un canone maggiore nel caso in cui sia prevista la possibilità di effettuare prelievi in circolarità gratuiti.

COME SI COMPORTANO LE DIVERSE BANCHE

Prendendo in considerazione le commissioni dirette effettivamente applicate sul servizio in esame, l’indagine effettuata dagli Uffici dell’Autorità ha messo in luce che, per il campione di banche intervistato, il numero di prelievi cui non è applicata alcuna commissione diretta è pari a circa il 15% dei prelievi totali – e a circa il 50% dei prelievi in circolarità -, mentre il numero di prelievi cui è applicata la commissione massima è pari a circa il 9% dei prelievi totali e a circa il 29% dei prelievi in circolarità. In media, la commissione media effettivamente applicata è pari a circa 0,85 euro (media semplice) e a 0,96 euro (media ponderata).

CONCLUSIONI

Il volume delle operazioni in circolarità è il 25-30% del totale, a livello di sistema, e risulta in media più elevato per le banche medio-piccole o che non gestiscono una propria rete di Atm (stime sulla base dei dati di Banca d’Italia e sulla base dei dati raccolti da Bancomat su un campione rappresentativo di banche).

Dall’analisi del campione di banche su cui si è incentrata l’istruttoria dell’Antitrust emerge che gli istituti di grandi dimensioni e con una rete diffusa a livello nazionale applicano, di regola, una commissione superiore alla media e che va oltre 1,30 euro. Dal lato opposto, le banche di piccole-medie dimensioni e dal carattere tipicamente locale di solito non applicano una commissione diretta ai prelievi in circolarità o ne adottano una dall’importo contenuto e inferiore alla media. Del resto, in altri casi, la commissione media applicata è invece in linea con i valori medi, ma la percentuale di prelievi in circolarità senza commissione diretta è comunque superiore al 50%.

Da queste considerazioni, evidenzia Piazza Verdi, ne consegue che “le banche più piccole e meno capillari appaiono applicare commissioni in media più basse e comunque garantiscono in maniera più ampia la gratuità dei prelievi”.

Dunque, le banche piccole – e fra queste anche quelle che operano esclusivamente online – non hanno alcun interesse a far applicare una commissione fissa ai prelievi in circolarità: questo farebbe perdere loro molto appeal mentre nulla cambierebbe per gli istituti di dimensione maggiore che peraltro – rispetto a loro – possono offrire più servizi e un numero ben maggiore di Atm.

 

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