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Ddl Beneficenza

Ecco i trucchetti fiscali di Chiara Ferragni

Gli escamotage tributari usati dai consulenti di Chiara Ferragni per versare meno imposte al fisco. Fatti, numeri e approfondimenti

Circa 100 milioni di euro. Si aggira intorno a questa cifra il patrimonio della costellazione di società che fanno capo a Chiara Ferragni, imprenditrice digitale e più importante tra le influencer italiane, che ultimamente sta navigando in acque non proprio serene. Sul suo capo, e su quello delle sue aziende (tra tutte Fenice Srl, la società che produce il marchio con il suo nome), pende un’indagine della Procura di Milano che si aggiunge, e segue, una multa, da un milione di euro, comminata dall’Antitrust per via una poco trasparente comunicazione in merito alla sponsorizzazione di un pandoro cui era collegata una campagna di beneficienza.

Gianluca Massini Rosati, nel libro dal titolo “Fiscalmente inattaccabile. La strategia definitiva per ridurre drasticamente le imposte e vivere serenamente il rapporto con il fisco (in uscita il 5 marzo 2024 per Sperling & Kupfer) ha ricostruito la struttura societaria delle aziende di Chiara Ferragni e spiegato in che modo è riuscita, rispettando la legge, a tagliare l’importo della tassazione a suo carico.

IL COMPLESSO DELLE SOCIETÀ DI CHIARA FERRAGNI

La crisi che sta vivendo Chiara Ferragni è prima di tutto reputazionale, proprio per questo a rischiare di più è La Fenice srl, ex Serendipity, la società di via Turati, a Milano, che conta 23 dipendenti e 14,2 milioni di euro di fatturato, di cui Ferragni è amministratrice delegata. Chiara Ferragni è a capo, oltre che della Fenice Srl (ricavi per 14,2 milioni di euro nel 2022), anche alla Tbs Crew Srl (ricavi per 14,6 milioni di euro nel 2022), azienda multata dall’Antitrust, che segue le altre attività di Chiara Ferragni e dei suoi collaboratori, dalla consulenza in digital marketing ai progetti di comunicazione per altri brand, allo scouting. In TBS, come scrive Mario Gerevini sul Corriere della sera, la concentrazione di deleghe su di lei è totale: «potere di compiere in nome e per conto della società tutti gli atti di ordinaria e straordinaria amministrazione con poteri di subdelega».

I NUMERI DELLE SOCIETÀ DI CHIARA FERRAGNI

Su tutte le aziende di casa Ferragni c’è la Sisterhood, la holding del gruppo, con un fatturato da 4,5 milioni con 2,4 di utile. Sotto il suo ombrello ricade, oltre a La Fenice srl e Tbs Crew Srl, anche la Ferragni Enterprises, che gestisce le proprietà immobiliari ed è proprietaria del nuovo superattico di 27 vani da oltre 10 milioni a Citylife (lo 0,1% della società è di proprietà della mamma di Chiara Ferragni). Andiamo ai numeri del gruppo. La TBS Crew ha realizzato 14,5 milioni di ricavi (+100% sul 2021) e 5,1 di utile (+200%). Fenice Srl è controllata al 32,5% da Ferragni, con il socio Paolo Barletta al 40% e altri come Morgese al 27%: ha segnato 15,6 milioni di fatturato con 3,4 di utile. La Fenice Srl, ha ricevuto una valutazione da 75 milioni di euro: a questa essa fanno capo tutte le linee produttive legate alle licenze del marchio, dall’abbigliamento ai gioielli e ai profumi.

LA NORMATIVA MADRE FIGLIA USATA DA CHIARA FERRAGNI

La spiegazione del complesso societario che fa capo all’imprenditrice digitale più famosa d’Italia, serve all’autore del libro per  spiegare in che modo Chiara Ferragni ha utilizzato le possibilità offerte dalla normativa Madre-Figlia per riuscire a ridurre l’imponibile su cui calcolare le imposte sulla distribuzione degli utili. Tale normativa prevede infatti che solo il 5% degli utili distribuiti a una società madre dalla società figlia costituisca base imponibile per il calcolo dell’Ires, determinando una riduzione di oltre il 95% delle imposte, che passano dal 26% all’1,2%, si legge su Mf-Milano Finanza.

UN POSSIBILE DISIMPEGNO DELL’IMPRENDITRICE

Chiara Ferragni, che segue personalmente le sue società, potrebbe pensare a un progressivo disimpegno. La crescita del giro di affari ha amplificato la necessità di un adeguato presidio del rispetto delle regole e della tutela della reputazione aziendale. L’inchiesta avviata dalla procura di Milano potrebbe essere una buona opportunità.

IL RIASSETTO SOCIETARIO DELLA FENICE SRL

Del resto, facce nuove, hanno già iniziato ad affacciarsi “nell’impero Ferragni”. Lo scorso luglio la Fenice Srl ha operato un riassetto dell’azionariato, che ha visto l’entrata in scena del gruppo Avm Gestioni e la progressiva cessione di una parte delle quote di Alchimia, che controllava il 40% di Fenice. Alchimia è il veicolo di investimento operante nel settore del venture capital fondato da Paolo Barletta con la partecipazione di Annabel Holding di Nicola Bulgari. Alchimia ha ottenuto la cessione di circa il 26% di Fenice con il club-deal promosso dal gruppo Avm Gestioni guidato da Giovanna Dossena. L’intesa raggiunta tra Alchimia e Avm ha previsto una progressiva cessione delle quote di Alchimia fino a un massimo di 20 milioni di euro.

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