La Fenice di Chiara Ferragni vola verso nuovi orizzonti. Per la società dell’influencer e imprenditrice si è infatti concluso il riassetto dell’azionariato, che vede l’entrata in scena del gruppo Avm Gestioni e la progressiva cessione di una parte delle quote di Alchimia, che oggi controlla il 40% di Fenice.
L’ACCORDO E QUANTO VALE FENICE
Alchimia, veicolo di investimento operante nel settore del venture capital fondato da Paolo Barletta con la partecipazione di Annabel Holding di Nicola Bulgari, ha siglato un accordo per la cessione di circa il 26% di Fenice con il club-deal promosso dal gruppo Avm Gestioni guidato da Giovanna Dossena.
L’intesa raggiunta tra Alchimia e Avm prevede una progressiva cessione delle quote di Alchimia fino a un massimo di 20 milioni di euro. La valutazione complessiva di Fenice è fissata a 75 milioni.
“Ringrazio Alchimia e Paolo Barletta che in questi anni hanno creduto nella nostra avventura imprenditoriale. Sono orgogliosa che Avm abbia scelto di investire in questo marchio e che creda che la crescita passi per la continuità manageriale mia e del mio team”. È stato il commento di Ferragni alla conclusione dell’accordo.
L’obiettivo, hanno spiegato le parti, è il consolidamento e la crescita del marchio, ma con Alchimia che non uscirà completamente dall’investimento.
L’AZIONARIATO DI FENICE
Come riferisce Il Sole24Ore, l’attuale azionariato di Fenice vedeva oltre ad Alchimia al 40%; la controllata al 100% da Chiara Ferragni Sisterhood con il 32,5%; Esuriens con il 13,75%, controllata a sua volta al 100% da N1 Srl, che detiene anche un 13,75% diretto ed è a sua volta partecipata da Mofra Shoes al 48%, Camilla Barindelli al 48% e Marco Morgese al 4%.
Ora i nuovi soci, tra cui anche l’imprenditore Edoardo Tabacchi e l’architetto Luca Bombassei che partecipano ad Avm Gestioni, affiancheranno quelli storici.
ALCHIMIA DI BARLETTA
Paolo Barletta, che ha alle spalle 70 anni di esperienza nel settore delle costruzioni e in quello alberghiero, ha fondato Alchimia nel 2018. Nel 2013, secondo il quotidiano economico, aveva investito in Fenice circa 400mila euro, rilevandone il 40%. Una quota che quindi ora vale circa 30 milioni di euro.
“Il percorso iniziato con Chiara Ferragni e il suo brand – ha detto Barletta – è stato un viaggio incredibile. Alchimia è felice di restare socia di Fenice, anche se in piccola parte, per accompagnarla negli anni futuri e continuare questo viaggio iniziato 10 anni fa”.
Quest’ultima operazione è la quinta exit per Alchimia dal 2018, preceduta dalla IPO al Nasdaq di CUE Health, dall’acquisizione della società Texel da parte del gruppo Dazn, dalla vendita parziale dell’italiana Stardust al gruppo GEDI e dalla vendita dell’israeliana DiA a Philips.
La società focalizza i propri investimenti in start-up internazionali in fasi early stage e investe in molteplici settori quali healthcare, blockchain e cryptovalute, agrotech, aerospace, influcencer marketing, edtech, transportation e digital innovation. Attualmente ha un portfolio di 22 investimenti in società operanti sia in Italia sia all’estero, con l’80% del portafoglio allocato tra Stati Uniti, Israele, Regno Unito, Dubai, Islanda e Africa e diversificato nei settori
DOSSENA E AVM GESTIONI
Giovanna Dossena, oltre a essere la fondatrice e Ceo di Avm Gestioni, è docente ordinaria presso l’Università degli Studi di Bergamo. È stata anche membro del consiglio di amministrazione di Brembo dal 1993 al 2014, di Barovier e Toso dal 2010 al 2015.
Avm è una società che si occupa di gestire fondi di private equity e di venture capital. “Il nostro valore aggiunto – ha detto Dossena – si fonda proprio sull’apporto dei nostri soci”, i quali “portano con sé esperienza, reputazione e visione che anche in questo progetto troveranno grande espressione”.
LE ALTRE NEW ENTRY
Gli altri due nomi citati dal Sole, Tabacchi e Bombassei, non sono nuovi all’imprenditoria. Edoardo Tabacchi, il cui padre Dino ha portato alle vette del settore degli occhiali Safilo, prima di lasciarla per poi acquisire nel 2002 Salmoiraghi e Viganò, ha seguito insieme al fratello Emanuele Maria le sue orme.
Con Dino alla guida, nel 2016 quando Luxottica l’ha acquisita, Salmoiraghi e Viganò contava 460 negozi, oltre 1.800 dipendenti e nel bilancio chiuso tra il 2014 e il 2015 i ricavi avevano superato i 190 milioni di euro.
Edoardo, nel 2017, ha poi rilevato il cantiere navale Perini Navi, in seguito fallito. Oggi siede nel board del marchio di moda Kampos.
Anche in casa Bombassei, gli affari sono una cosa di famiglia. Infatti, Alberto, padre di Luca, ha ereditato a sua volta dal padre Emilio l’azienda di impianti frenanti Brembo ed è tra i soci di Italo – Nuovo Trasporto Viaggiatori (Ntv). Luca, invece, è titolare di due studi professionali di architettura, uno a Milano e l’altro a Bergamo.