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Ecco conti e affari di Pignataro (Ion), nuovo proprietario di Cedacri e Cerved

Ion Investment: chi è e cosa fa il gruppo inglese di Pignataro che sarà il nuovo azionista di maggioranza di Cedacri, la società italiana specializzata in servizi di outsourcing informatico per il settore bancario. L'articolo di Emanuela Rossi

 

È Andrea Pignataro, imprenditore italiano emergente del fintech internazionale, ad aver espugnato il fortino Cedacri, la società italiana specializzata in servizi di outsourcing informatico per il settore bancario. L’ex trader ha sconfitto importanti rivali con il fondo inglese ION Investment Group, di sua proprietà, che negli ultimi dieci anni ha messo a segno colpi importanti a livello mondiale.

COM’È ANDATA LA PARTITA SU CEDACRI

Le indiscrezioni arrivano da La Repubblica che due giorni fa ha evidenziato come, grazie ad una valutazione pari a tre volte i ricavi, ossia di 1,5 miliardi di euro, Pignataro sia riuscito a mettere le mani sul consorzio Cedacri e ha avuto la meglio sulla multinazionale americana Accenture, che veniva data per favorita, e sulla società romana Engineering, controllata dai private equity Bain Capital e Nb Renaissance. In questo modo Ion Investment punterebbe a far diventare la società di software per le banche partecipata al 27% da FSI I, fondo creato da Maurizio Tamagnini, il top per il polo dei servizi finanziari che Pignataro sta costruendo grazie proprio al braccio operativo Ion Investment.

LO SCENARIO DI CEDACRI CON ION

“Ora con la nuova acquisizione di Cedacri l’obiettivo è lo sviluppo ulteriore dell’azienda, già oggi uno dei maggiori gruppi fintech italiani dopo il gigante Nexi-Sia – ha scritto oggi il Sole 24 Ore – Ion investment punta ad accelerarne la crescita grazie anche alle sinergie con il resto del gruppo. L’obiettivo di Cedacri, assieme a Ion, è quello di diventare uno dei leader europei del settore fintech e delle piattaforme per il sistema bancario”.

CHI È ANDREA PIGNATARO

Nato a Bologna, 50 anni, Pignataro è poco conosciuto fuori dai mercati specializzati, ha scritto settimane fa Mf, e da Londra confermano che “ha sempre mantenuto un very low profile”. Prima di fondare Ion Investment Group, 22 anni fa, era trader di obbligazioni alla banca d’affari Solomon Brothers. “Chi ha avuto a che fare con lui – scrive il giornale economico-finanziario – lo descrive come una persona motivata, determinata e risoluta, e alcune persone che hanno lavorato con lui lo hanno dipinto come ‘un maniaco del lavoro 24 ore su 24’”. Vive in una casa di sua proprietà a Belgravia, elegante quartiere centrale di Londra, e nel 2017 si è fatto notare per il suo coinvolgimento diretto in uno sviluppo immobiliare a Canouan, isola caraibica che fa parte di St. Vincent e Grenadine.

Sempre secondo Mf, Pignataro ha investito in una tenuta di lusso che sta cercando di trasformare in un esclusivo resort alla moda. Esattamente due anni fa grazie a una newco con sede a Dublino, Kojima Limited, messa su con Conor Clinch e Ashley Woods, altri due manager di Ion Investment, ha invece comprato il 58,5% di Macron, l’azienda bolognese che produce abbigliamento tecnico sportivo e che nell’attuale campionato italiano di Serie A è divenuto marchio di riferimento vestendo le squadre di Bologna, Hellas Verona, Lazio, Sampdoria e Udinese.

COS’È E COSA FA ION INVESTMENT GROUP

Come ricordava giorni fa Carlo Festa sul suo blog, Ion Investment Group ha sede a Londra ed è specializzato in software, dati e analisi per istituzioni finanziarie. Dal 1999, anno in cui è stato fondato, ha fatto numerose acquisizioni, spesso a leva. Dal 2004 ha condotto 26 acquisizioni per un enterprise value complessivo di 10 miliardi di dollari e nel 2019 ha comprato Acuris da BC Partners e Gic. A questa società di notizie finanziarie fanno capo provider di informazioni e dati come Mergermarket e Debtwire Mergermarket, Debtwire, Unquote e Asia Venture Capital Journal. Nel 2017, invece, insieme a Carlyle, Ion aveva ricapitalizzato Dealogic, che fornisce dati sul mercato internazionale delle fusioni e delle acquisizioni.

L’ultima acquisizione, per una cifra sconosciuta e a cui ha dato il via libera il 10 novembre scorso la Competition and Markets Authority britannica, è quella di Broadway Technology, società di software e applicazioni in campo finanziario.

Ma come opera Ion? Impiega capitale permanente e investe solo in fintech, “con approccio molto concentrato su prodotto e tecnologia, considerati le vere fonti di vantaggio comparato sostenibile”. Di fatto, “opera con le logiche del private equity, agendo con rapidità e flessibilità tipica di questi investitori”. A differenza dei private equity, però, il gruppo di Pignataro investe nelle proprie partecipate operando “trasformazioni profonde in modo tale da permettere di ripensare il modello di business e il portafoglio prodotti delle società per essere meglio posizionate a cogliere le opportunità offerte dalla progressiva digitalizzazione dell’economia”.

Secondo Mf, Ion Investment serve più di 7.500 clienti in tutto il mondo e nel 2019 ha generato un fatturato di oltre 1,9 miliardi di dollari. Inoltre, possiede e gestisce un portafoglio globale di soluzioni software e dati per la gestione dei processi di istituzioni finanziarie, banche centrali e corporation che alimentano il funzionamento del mercato dei capitali internazionali. Dal 2017 a oggi la società madre irlandese di Ion ha pagato dividendi per 195 milioni di euro a entità controllate da Pignataro.

Da ricordare che Ion ha quotato al Nasdaq la spac ScION Tech Growth I di cui Pignataro è presidente esecutivo e Mathew Cestar, che in precedenza ha ricoperto il ruolo di Co-Head Investment Banking e Capital Markets in Emea presso Credit Suisse, è ceo e direttore. ScION Tech Growth I punta a vendere 50 milioni di azioni al prezzo di 10 dollari ciascuna ovvero 500 milioni di dollari. Ogni unità sarà composta da una quota di azioni ordinarie e da un terzo di un warrant, esercitabile a 11,50 dollari. Si tratta di una struttura analoga a quella della spac promossa da Investindustrial e quotata a dicembre al Nyse. I proventi della quotazione di ScION Tech Growth I verranno utilizzati per investire in società tecnologiche, in ambito software e fintech con forte posizione di mercato, prodotti leader e un potenziale di sviluppo globale.

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