Fumata nera per i diritti di Serie A 2021-24. L’assemblea della Lega Calcio ha votato l’assegnazione delle licenze audiovisive ma non e’ stato raggiunto il quorum di 14 voti favorevoli a una offerta. I voti a favore dell’offerta presentata da Dazn sono stati 11, mentre sono state 9 le astensioni arrivate, secondo quanto si apprende, da Benevento, Bologna, Crotone, Genoa.
Secondo quanto riferiscono partecipanti all’assemblea, tra i nove astenuti – si legge in un lancio di Radiocor – ci sarebbero posizioni non contrarie alla proposta arrivata da Dazn, ma intenzionate a chiedere approfondimenti ulteriori prima di arrivare al voto. E’ possibile che una nuova assemblea possa tenersi entro 7-10 giorni.
Non si placa dunque la contesa fra Sky e Dazn. Ecco tutti i dettagli.
Per Sky, i rivali Tim e Dazn violerebbero persino la legge Melandri. La denuncia, firmata dal ceo di Sky Italia, Maximo Ibarra, è partita dal quartier generale di Milano Rogoredo ieri sera, sfruttando cioè gli ultimi minuti disponibili prima del vertice (virtuale, per via di alcuni componenti positivi al Covid) odierno.
LE DUE OFFERTE IN CAMPO
Sul tavolo l’assemblea ha trovato due offerte per i diritti di Serie A: quella da 750 milioni di euro di Sky per tutte le partite, con un’altra parte di introiti dalla creazione di un canale Ott della Lega (cui forse, secondo indiscrezioni, si aggiungerebbero i 110 milioni di euro di Eleven Sports) e quella da 840 milioni dell’asse Dazn-Tim (cui aggiungere altri 70 milioni offerti da Sky per 3 delle 10 partite in coabitazione con Dazn). Se le voci sono vere, il primo pacchetto ammonterebbe a 860 milioni contro i 910 del tandem Dazn-Tim. Ma per Sky il pacchetto più remunerativo per la Serie A, ovvero quello delle rivali, nel medio periodo finirebbe per danneggiare economicamente la stessa Serie A e, accusa non secondaria, potrebbe persino colpire i tifosi. Nelle comunicazioni che la succursale italiana del colosso fondato da Rupert Murdoch ha inoltrato al presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino, all’ad Luigi De Siervo e ai presidenti dei club, le accuse sono circostanziate.
COSA DICE SKY SULL’ASSE TRA TIM E DAZN
Sky, in merito all’accordo «strategico» fra Dazn e Tim, definito da Ibarra «un suo concorrente diretto» che dovrebbe contribuire con 340 milioni annui, arriva infatti a ravvedere «potenziali criticità concorrenziali e di compatibilità con la legge Melandri».
Per la precisione, secondo il colosso mediatico, «Tim beneficerebbe di un trattamento preferenziale nella distribuzione di Dazn, pur essendo Tim l’operatore incumbent con maggiore forza di mercato in Italia, in particolare nel segmento broadband». Una lettera, quella di Sky Italia, formalmente indirizzata alla Serie A ma che include in germe possibili doglianze da rivolgere alle autorità competenti. Lo si intende soprattutto quando da Sky rimarcano sul fatto che da tutto ciò i soli, veri, danneggiati, sarebbero gli utenti: «la Serie A non verrà distribuita su tutte le piattaforme e/o devices i tifosi avranno meno scelta». La ruota gira per tutti e Sky, recentemente colpita dai provvedimenti dell’Agcm, sembra alludere la possibilità di farvi ricorso, questa volta in qualità di soggetto leso.
Ma Ibarra solletica pure Paolo Dal Pino, l’ad Luigi De Siervo e i presidenti dei club paventando scenari in cui «le audience ne soffriranno con ricadute importanti sulla pubblicità e sulle sponsorship, con complessiva perdita di valore del prodotto Serie A».
LA REPLICA DI DAZN
Da parte sua Dazn a stretto giro ha fatto sapere che «la possibile acquisizione dei diritti Tv della Serie A per le prossime tre stagioni da parte di Dazn rappresenterebbe un’importante occasione per l’apertura del mercato della pay tv e sarebbe inoltre, l’occasione per accelerare in modo deciso il processo di digitalizzazione e ammodernamento del Paese».
Quanto alla seconda accusa di Sky, ovvero che i contenuti Dazn finirebbero esclusiva di Tim Vision limitando l’audience, si replica che «continuerebbero ad essere fruiti, come già avviene oggi, attraverso i servizi di banda larga di tutti gli operatori telefonici e i dispositivi disponibili».
Infine, Dazn risponde pure sul punto più importante, perché se ci fosse una reale penalizzazione dell’utenza, le autorità garanti potrebbero davvero decidere di muoversi: «Appare, da ultimo, particolare la preoccupazione espressa circa una penalizzazione dei tifosi che, si dice, non avrebbero più garantita una pluralità di visione, considerando che il mercato del calcio è storicamente caratterizzato da un soggetto dominante come anche emerso dalle recenti decisione di Agcm». La stoccata finale è velenosa. La partita è iniziata, ma più che calcio sembra una sfida di kickboxing.