Parola d’ordine: recuperare. La Francia si era già mossa in questa direzione un anno fa ma ora, dopo alcuni passi compiuti in primavera, le istituzioni hanno deciso di agire a livello europeo. Il Parlamento Ue infatti ha adottato la sua posizione negoziale sulle nuove misure per rafforzare il diritto alla riparazione.
L’obiettivo è ridurre l’impatto ambientale del consumo di massa e favorire l’economia circolare.
LA PROPOSTA E IL VOTO
La proposta della Commissione Ue, presentata lo scorso marzo, mira a promuovere un consumo più sostenibile, agevolando la riparazione dei prodotti difettosi, riducendo i rifiuti e sostenendo il settore della riparazione.
Ieri, con 590 voti favorevoli, 15 contrari e 15 astensioni, il Parlamento ha adottato a larghissima maggioranza il suo mandato per i negoziati con i governi Ue su un nuovo “diritto alla riparazione” per i consumatori.
GARANZIA, DIRITTI DEI CONSUMATORI E DOVERI DEI VENDITORI
Il testo adottato prevede che, durante il periodo di garanzia legale, i venditori diano priorità alla riparazione se è più conveniente o se costa quanto la sostituzione del prodotto, a meno che non risulti impossibile o disagevole per il consumatore. I deputati propongono, inoltre, di prorogare la garanzia legale di un anno dopo l’avvenuta riparazione.
Affinché la riparazione sia più conveniente per il consumatore, si vuole anche garantire che i produttori offrano dispositivi sostitutivi e, nel caso un prodotto non possa essere riparato, se ne potrà proporre uno ricondizionato.
Per lavatrici, aspirapolvere, smartphone e biciclette, i consumatori avranno il diritto di richiederne la riparazione anche dopo la scadenza della garanzia.
BONUS E INCENTIVI PER RIPARATORI E CONSUMATORI
La proposta prevede poi che i riparatori indipendenti, i professionisti del ricondizionamento e gli utenti finali abbiano accesso a tutti i pezzi di ricambio, alle informazioni e agli strumenti necessari per una riparazione a un costo ragionevole.
Per incoraggiare i consumatori a scegliere il recupero invece che la sostituzione, il testo annuncia piattaforme online che aiutano a trovare nella loro zona i riparatori (compresi i cosiddetti “repair café”) e i venditori di articoli ricondizionati. Secondo il relatore René Repasi (S&D, DE), infatti, “le persone vogliono prolungare la durata di vita dei loro dispositivi, ma spesso è troppo costoso o difficile”. Parole confermate anche da uno studio della Commissione europea da cui emerge che il 77% dei cittadini dell’Ue preferisce la riparazione all’acquisto di nuovi beni.
Sono previsti anche buoni e altri incentivi finanziari attraverso fondi nazionali per la riparazione al fine di rendere il tutto più accessibile e conveniente.
I PROSSIMI PASSI AFFINCHÉ DIVENTI LEGGI
Dopo la decisione del Parlamento europeo, oggi anche il Consiglio dovrebbe adottare la propria posizione negoziale, dopodiché potranno iniziare i colloqui con il Parlamento. La prima riunione è prevista per il 7 dicembre.
“Ci aspettiamo – ha aggiunto Repasi – che il Consiglio adotti presto la sua posizione, in modo da poter avviare i negoziati per trasformare queste misure in legge e aprire la strada a un’economia europea veramente circolare”.
PERCHÉ UNA LEGGE SUL DIRITTO ALLA RIPARAZIONE
Come osserva il Parlamento Ue, i numeri parlano chiaro. Gettare via beni di consumo riparabili per acquistarne di nuovi ha un profondo impatto sull’ambiente. Secondo i dati forniti, infatti, “ogni anno nell’Ue si producono 261 milioni di tonnellate di emissioni equivalenti di CO2, 30 milioni di tonnellate di risorse e 35 milioni di tonnellate di rifiuti”.
Stando a quanto scritto da Eunews, che riporta le stime della Commissione Ue, la proposta si tradurrebbe in “18,5 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra, 1,8 milioni di tonnellate di risorse e 3 milioni di tonnellate di rifiuti risparmiate nell’arco di 15 anni”.
A cui si aggiungerebbe “anche un sostanziale risparmio economico: 15,6 miliardi di euro nei prossimi 15 anni per venditori e produttori, per i consumatori questo dato dovrebbe raggiungere i 176,5 miliardi di euro nello stesso arco temporale, mentre la crescita e gli investimenti nel settore delle riparazioni aumenteranno di 4,8 miliardi di euro”.