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Ecco come Leonardo-Finmeccanica farà un pensierino a Piaggio Aerospace

L'articolo di Michelangelo Colombo

Leonardo-Finmeccanica sta facendo un pensierino a Piaggio Aerospace? E’ quello che gli osservatori si chiedono dopo le parole odierne del numero uno di Leonardo (ex Finmeccanica), Alessandro Profumo. Ecco tutti i dettagli.

Su Piaggio Aerospace “dobbiamo capire come evolverà  la situazione e poi faremo le valutazioni del caso”. L’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, ha risposto cosi oggi ai cronisti che gli chiedono di un possibile coinvolgimento del gruppo nella società in amministrazione a margine del Leonardo Innovation Day.

“Abbiamo visto che è una società entrata in amministrazione straordinaria e sappiamo che svolge funzioni importanti per l’aeronautica Militare italiana come ad esempio la manutenzione del veivolo Mb 339, che è oggi il sistema di training basico dell’aeronautica militare italiana, quindi importantissima per il nostro cliente e per noi”.

Il gruppo che controlla Piaggio Aerospace, il fondo emiratino Mubadala, ha annunciato di chiedere all’amministrazione straordinaria dopo che il governo non ha dato corso agli impegni del passato per il finanziamento da 766 milioni per il drone militare.

In sostanza, alla fine dal ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, indicata dal Movimento capitanato da Luigi Di Maio, non è arrivato il via libera dai vertici dei Pentastellati.

Ciò detto, aggiungono ambienti parlamentari della maggioranza M5S-Lega, gli emiratini non si sono distinti per un attivismo particolare per Piaggio Aerospace, che evidentemente ha cambiato priorità tecnologiche e geostrategiche rispetto a quando entrò nella società italiana.

Non sono bastati, dunque, i piani che erano allo studio di Leonardo (ex Finmeccanica) per schemi di raggruppamento di impresa con l’obiettivo di proseguire il programma del drone, se non di una vera e propria conversione totale o parziale dei crediti vantati da Leonardo per circa 110 milioni di euro in azioni.

Dagli Emirati però, secondo quanto si dice in ambienti governativi, spingevano per una presenza massiccia di Leonardo nel capitale. Auspicio che non si è avverato.

“Ma in realtà il ricorso alla legge Marzano – ha scritto Alessandro Da Rold del quotidiano La Verità – che concede due anni per la ristrutturazione, potrebbe essere un’opportunità per Leonardo, che in questo modo potrebbe evitare di sobbarcarsi quei 438 milioni di perdite registrate tra il 2014 e il 2016”.

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