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Generali Cattolica

Ecco come i soci di Cattolica coccolano Assicurazioni Generali

I soci di Cattolica Assicurazioni hanno approvato a maggioranza l'aumento di capitale da 500 milioni chiesto da Ivass e spianato di fatto la strada all'intervento salvifico di Generali nel capitale della compagnia veronese

 

Cattolica Assicurazioni ha fatto il primo passo verso l’addio alla cooperativa e la trasformazione in società per azione (ipotesi considerata in passato come una jattura).

Lunedì 29 giugno ci sarà il secondo passo: il cda si riunirà per convocare l’assemblea che approverà la trasformazione in spa.

I soci di Cattolica Assicurazioni sabato 27 giugno hanno approvato a maggioranza l’aumento di capitale da 500 milioni chiesto a sorpresa da Ivass per riportare, in tempi stretti, l’indice di solvibilità a un livello adeguato e il cambiamento nello Statuto.

All’assise hanno partecipato complessivamente 1376 soci. Di questi circa il 73% degli aventi diritto ha detto sì all’iniezione di liquidità per un importo massimo di 500 milioni di euro, anche «con limitazione del diritto di opzione e con riserva a favore di soggetti finanziari e/o investitori istituzionali».

Secondo il presidente di Cattolica, Paolo Bedoni, è la dimostrazione di un’unità ritrovata: i soci “hanno dimostrato con il loro voto di condividere il processo di riforme che abbiamo avviato fin dalla quotazione e l’aumento di capitale necessario ad avviare un nuovo momento di consolidamento e sviluppo della società”, ha detto .

Sembra una vita fa – ha notato l’Ansa – che Bedoni dichiarava a quotidiano della Cei, Avvenire, “rimanere coop ci permette di non essere scalati, di mantenere il rapporto con il territorio, di redistribuire la ricchezza che siamo capaci di creare, favorendo coesione e stabilita’”.

Ma né lui né il cda poteva prevedere una pandemia o il calo dei tassi: l’indice di solvency è andato giù e Ivass, l’Authority per le assicurazioni, ha chiesto un piano dettagliato e un aumento di capitale subito.

E’ stata così studiata un’operazione con cui Generali ha di fatto messo in sicurezza la compagnia veronese; per Cattolica che evita il rischio commissariamento e per il mercato che ha visto un rimbalzo del 38% nelle quotazioni (a 4,98 euro avvicinandosi ai 5,55 euro per azione che pagherà Generali).

I prossimi passi vedono lunedì la convocazione di un cda per convocare (entro il 31 luglio come previsto dagli accordi con Generali) l’assemblea straordinaria che avrà all’ordine del giorno la trasformazione in società per azioni (da realizzarsi il 1 aprile 2021).

Sul tavolo della discussione ci saranno anche i primi passi formali per l’ingresso di Generali con la prima tranche riservata da 300 milioni dell’aumento di capitale da lanciare in autunno. A quel punto il Leone sarà il primo azionista al 24,4% con la possibilità di partecipare pro quota a una successiva ricapitalizzazione da 200 milioni.

“Una tabella di marcia dunque serrata e che in prospettiva potrebbe registrare l’arrivo di Generali a Verona a settembre, con l’aumento di capitale riservato da 300 milioni a 5,55 euro a cui farebbe seguito l’iniezione di liquidità da 200 milioni rivolta al mercato – ha scritto il Sole 24 Ore – L’obiettivo sarebbe di concludere il rafforzamento entro l’autunno per poter poi abbandonare i panni della società cooperativa in aprile 2021. Nel mentre Trieste, sancito l’ingresso nel capitale, farebbe anche il proprio debutto nel cda Cattolica con tre rappresentanti, a valle delle dimissioni di altrettanti consiglieri. Qualcuno già si immagina che tra questi potrebbe esserci anche Marco Sesana, country manager Italia di Generali e promotore dell’operazione portata poi in consiglio dal ceo Philippe Donnet”.

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