Boeing riavvia la produzione del 737 Max, il suo aereo di linea più venduto.
Secondo fonti di Reuters, il colosso aerospaziale statunitense ha riavviato la produzione del suo jet 737 Max nella fabbrica di Renton, nello stato di Washington la scorsa settimana, circa un mese dopo la fine di uno sciopero di sette settimane da parte di 33.000 lavoratori. Lo sciopero è costato alla Boeing circa 50 milioni di dollari al giorno, secondo l’analista della Bank of America Ron Epstein, per un totale finora di 2,7 miliardi di dollari, rileva il Financial Times.
La produzione del suo jet 737 Max è finalmente ripresa venerdì, mentre Boeing ha dichiarato martedì che un secondo stabilimento dello stato di Washington che costruisce i cargo 767 e 777 riprenderà “nei prossimi giorni”, scriveva ieri la Cnn.
Riavviando le linee di produzione, Boeing può tornare a generare liquidità, dopo che il 59% dei dipendenti ha votato il 4 novembre per accettare l’ultima offerta contrattuale dell’azienda, dopo aver respinto due precedenti offerte nelle ultime settimane. Senza un accordo, gli stabilimenti che costruiscono gli aerei di linea 737, 767 e 777 sarebbero rimasti ancora fermi, prosciugando ulteriormente i ricavi dell’azienda sempre più a corto di liquidità e rischiando di provocare ulteriori interruzioni nella sua catena di approvvigionamento.
Secondo Reuters la società ha circa 4.200 ordini dalle compagnie aeree per il suo modello più venduto quindi rimettere in moto la linea di produzione del 737 Max è essenziale per la ripresa del produttore di aerei pesantemente indebitato.
Una buona notizia per il nuovo amministratore delegato di Boeing Kelly Ortberg, spianandogli la strada per andare avanti con i piani per ricostruire la cultura aziendale e migliorare la qualità del lavoro nelle sue fabbriche.
Tutti i dettagli.
RIPARTE LA PRODUZIONE DEL BOEING 737 MAX
Dunque la ripresa della produzione arriva circa un mese dopo la conclusione del maxi sciopero che ha paralizzato la produzione e aggravato la crisi finanziaria del gruppo.
I piani di Boeing di aumentare la produzione del 737 Max a un obiettivo di 56 aerei al mese sono stati ostacolati da una serie di battute d’arresto tra cui due incidenti mortali, la pandemia di Covid-19, problemi nella catena di fornitura, preoccupazioni sulla sicurezza della produzione e un maggiore controllo normativo, insieme al recente sciopero, ricorda Reuters.
LA POSIZIONE DELLA FAA
Giovedì scorso Mike Whitaker, il capo della Federal Aviation Administration (Faa), l’autorità aeronautica Usa, ha dichiarato a Reuters che Boeing non aveva ancora ripreso la produzione del 737 Max ma che aveva pianificato di farlo entro la fine del mese. La scorsa settimana Whitaker ha rifiutato di dire quando pensava che la Faa avrebbe ripristinato la capacità di Boeing di produrre più di 38 aerei al mese, ma ha detto che sarebbe stato sorpreso se ci fossero voluti meno di diversi mesi prima che l’azienda si avvicinasse al massimo di 38.
L’ente regolatore della sicurezza ha assunto un ruolo di supervisione più attivo da quando un tappo della porta è saltato via da un volo 737 Max dell’Alaska Airlines subito dopo il decollo all’inizio di gennaio. La Faa ha quindi imposto dei limiti al numero di jet Max che la Boeing poteva costruire. Un’indagine iniziale ha scoperto che il jet aveva lasciato una fabbrica della Boeing senza i quattro bulloni necessari per tenere fermo il tappo della porta.
I PIANI DEL COLOSSO AERONAUTICO
Dal disastroso inizio 2024 con lo scoppio del portellone del 737 Max 9 durante il volo 1282 dell’Alaska Airlines, il produttore di aerei americano è sotto esame delle autorità (Boeing sta affrontando le indagini del Dipartimento di Giustizia e della Faa sull’incidente di gennaio) e sta perdendo un sacco di soldi e la fiducia dei consumatori nel frattempo. Questi problemi hanno portato a un sostanziale rallentamento della produzione presso Boeing, con ripercussioni sull’intero settore dell’aviazione commerciale globale.
Sempre Boeing ha già avvertito gli investitori che sconterà flussi di cassa negativi anche nel 2025, dopo aver consumato oltre 10 miliardi di dollari nei primi nove mesi dell’anno. Ha anche annunciato che avrebbe tagliato circa 17.000 posti di lavoro e ritardato la consegna del 777X di un altro anno, fino al 2026, portandola a sei anni di ritardo.
Ma, oltre ai problemi identificati dopo l’incidente dell’Alaska Airlines, il ritardo di quattro settimane nella ripresa della produzione mostra quanto sia stato grave l’impatto dello sciopero di due mesi, osserva la Cnn. Oltre a chiudere la produzione della maggior parte dei jet commerciali della Boeing, ha anche interrotto le operazioni di molti dei suoi fornitori, che hanno dovuto richiamare al lavoro i dipendenti licenziati.
IL COMMENTO DEGLI ANALISTI
Gli analisti di Jefferies prevedono che la Boeing produrrà una media di 29 aerei 737 Max al mese nel 2025, hanno affermato domenica in una nota ai clienti. Se la produzione restasse al di sotto di quanto avrebbe voluto il produttore di aerei, l’azienda americana potrà comunque contare sulla raccolta fondi – tramite l’emissione di 112,5 milioni di nuove azioni -, effettuata a fine ottobre per un totale di 21 miliardi di dollari.
UNO SGUARDO AI NUMERI
Infine, la Cnn fa il punto sugli ordini e sulle consegue del produttore di aeri americano: Boeing ha consegnato un totale di 318 aerei commerciali quest’anno. Ciò è in calo del 31% rispetto allo stesso periodo del 2023. La società ha registrato 427 ordini lordi finora quest’anno, in calo di oltre il 60% rispetto allo stesso periodo del 2023, quando ha registrato uno dei suoi migliori anni per gli ordini nella sua storia, appena prima che l’incidente di Alaska Airlines causasse un quasi arresto dei nuovi ordini. A novembre, dopo la fine dallo sciopero, ha registrato 49 ordini lordi, sebbene siano stati ridotti di 14 cancellazioni.