Dopo 53 giorni, i dipendenti degli stabilimenti di Boeing sulla costa ovest degli Stati Uniti hanno posto fine allo sciopero che ha paralizzato la produzione di aerei dallo scorso 13 settembre.
Boeing può ora riprendere la produzione e tornare a generare liquidità, dopo che il 59% dei dipendenti ha votato ieri per accettare l’ultima offerta contrattuale dell’azienda, dopo aver respinto due precedenti offerte nelle ultime settimane.
Le azioni del produttore di aerei sono aumentate di quasi il 2% nelle contrattazioni pre-mercato di martedì.
“Questo è lo sciopero più costoso che gli Stati Uniti abbiano visto negli ultimi 25 anni” segnala Les Echos. Lo sciopero è costato alla Boeing circa 50 milioni di dollari al giorno, secondo l’analista della Bank of America Ron Epstein, per un totale finora di 2,7 miliardi di dollari, rileva il Financial Times.
Il presidente Joe Biden e la segretaria del lavoro ad interim Julie Su, che hanno facilitato i colloqui contrattuali, si sono congratulati con i lavoratori e l’azienda per il risultato. “Abbiamo dimostrato che la contrattazione collettiva funziona”, ha dichiarato Biden, riporta Reuters.
Può tirare quindi un sospiro di sollievo per il colosso aerospaziale statunitense già alle prese con gravi difficoltà finanziarie e le ricadute di una serie di scandali di sicurezza susseguitisi negli ultimi anni riacutizzati con l’incidente di gennaio quando è saltato in aria un pannello di una porta di un aereo 737 Max. La scorsa settimana il produttore di aerei ha lanciato un aumento di capitale da 19 miliardi di dollari per rimpinguare le finanze e scongiurare il declassamento sulla scia del maxi sciopero iniziato da 33mila macchinisti durato oltre sette settimane.
Tutti i dettagli.
COSA PREVEDE IL NUOVO CONTRATTO DI LAVORO
I lavoratori di Boeing hanno approvato con il 59% le modifiche al contratto di lavoro che prevede un incremento dei salari su quattro anni del 38% e più contributi pensionistici. L’azienda aveva inizialmente offerto il 25% prima che i dipendenti incrociassero le braccia circa otto settimane fa.
In particolare, il nuovo contratto include anche un bonus di firma di 12.000 dollari.
La Boeing ha affermato che la paga media annuale dei macchinisti alla fine del nuovo contratto quadriennale sarà di 119.309 dollari, in aumento rispetto ai 75.608 precedenti.
L’aumento di stipendio potrebbe aggiungere 1,1 miliardi di dollari alla massa salariale della Boeing nei quattro anni, mentre un bonus di ratifica di 12.000 per ogni membro del sindacato potrebbe comportare altri 396 milioni di dollari di deflussi, secondo gli analisti di Jefferies.
INCLUSA LA COSTRUZIONE DI UN NUOVO AEREO A WASHINGTON
Il contratto garantisce inoltre che quando Boeing lancerà il suo prossimo aereo, questo sarà costruito nello Stato di Washington, una vittoria sindacale fondamentale data la storia dell’azienda di spostare il lavoro lontano dalle sue fabbriche sindacalizzate o di minacciare di farlo.
IL COMMENTO DELL’IAM
Hanno votato più di 26.000 iscritti al sindacato interno che rappresenta 33mila lavoratori, con un’affluenza vicina all’80%.
“La sciopero finirà e ora spetta a noi tornare al lavoro, iniziare a costruire gli aerei, aumentare i tassi di produzione e riportare questa azienda al successo finanziario”, ha dichiarato Jon Holden, capo della filiale di Seattle dell’International Association of Machinists and Aerospace Workers (Iam). “Sono orgoglioso dei nostri membri”, ha detto Holden. “Hanno ottenuto molto e siamo pronti a guardare avanti”.
LE PAROLE DEL CEO DI BOEING SULLA FINE DELLO SCIOPERO
Da parte sua, l’ad di Boeing, Kelly Ortberg, ha affermato che l’azienda è soddisfatta di aver raggiunto un accordo con i lavoratori. “Anche se gli ultimi mesi sono stati difficili per tutti noi, siamo tutti parte della stessa squadra”, ha aggiunto Ortberg.
La svolta rappresenta una vittoria per il nuovo amministratore delegato di Boeing Kelly Ortberg, spianandogli la strada per andare avanti con i piani per ricostruire la cultura aziendale e migliorare la qualità del lavoro nelle sue fabbriche, commenta Bloomberg.
IL COLOSSO AEROSPAZIALE STATUNITENSE PRONTO A RISALIRE LA CHINA
Senza un accordo, gli stabilimenti che costruiscono gli aerei di linea 737, 767 e 777 sarebbero rimasti ancora fermi, prosciugando ulteriormente i ricavi dell’azienda sempre più a corto di liquidità e rischiando di provocare ulteriori interruzioni nella sua catena di approvvigionamento. Sempre Boeing ha già avvertito gli investitori che sconterà flussi di cassa negativi anche nel 2025, dopo aver consumato oltre 10 miliardi di dollari nei primi nove mesi dell’anno. Ha anche annunciato che avrebbe tagliato circa 17.000 posti di lavoro e ritardato la consegna del 777X di un altro anno, fino al 2026, portandola a sei anni di ritardo, puntalizza il Ft.