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Dipartimento Di Stato

Il Dipartimento di Stato americano è infuriato con il governo Meloni?

Che cosa si dice a Washington sul governo Meloni a proposito dei rapporti Italia-Cina. La lettera di Francis Walsingham

Caro direttore,

sono da poco tornato in Italia dopo una decina di giorni negli Stati Uniti fra New York e Washington. Non ho letto per alcuni giorni la stampa italiana e non so dunque se qualcuno ha già scritto questa notizia – tu la chiameresti indiscrezione -, ossia che il Dipartimento di Stato americano è imbufalito perché il governo italiano non muoverà foglia sul rinnovo automatico – in assenza di interventi dell’esecutivo – del patto parasociale tra Cassa depositi e prestiti (Cdp) e il colosso statale cinese State Grid su Cdp Reti, la holding cui fanno capo quote strategiche di aziende italiane energetiche: il 31,35% di Snam, il 29,85% di Terna e il 26% di Italgas. Ricordo che State Grid Corporation of China ha acquisito nel 2014 (durante il governo presieduto da Matteo Renzi) il 35% di Cdp Reti da Cassa depositi e prestiti, controllata dal ministero dell’Economia e partecipata dalle fondazioni bancarie.

Allo stato attuale il patto parasociale scade a fine novembre prossimo ma sarà automaticamente rinnovato per un periodo di tre anni, ha scritto nei giorni scorsi la Reuters: “Entrambi i gruppi avevano la facoltà di comunicare alla controparte la propria intenzione di non rinnovare il patto almeno sei mesi prima della successiva scadenza, ma non se ne sono avvalsi”.

Agenzia alla mano, il Dipartimento di Stato – tramite quello che è praticamente un suo ufficio presso l’ambasciata americana a Roma, guidata da Jack Marcell [nella foto], che si occupa di codeste faccende – ha avuto una conferma ufficiosa da ambienti della presidenza del Consiglio.

Apriti cielo a Washington, e dunque pure all’ambasciata americana, dove leggono e apprezzano molto una testata – come quella di Formiche di Paolo Messa, alto dirigente di Leonardo negli States – che li aveva quasi confortati giorni fa con un titolo (Cinesi ancora in Cdp Reti? Il governo ha la carta Golden Power) che faceva presagire un intervento anti-Cina della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Ma evidentemente – nonostante l’ingresso nella società che edita Formiche di altri soci vicini agli Stati Uniti e al Regno Unito come quelli della società Utopia (Public Policy, Advocacy & Communication), con presenze assidue a Palazzo Chigi come si è potuto constatare anche dai social, hai fatto notare tu di recente -, Palazzo Chigi non ha esaudito le attese americane.

Una personalità molto vicina al governo Meloni che segue anche questi dossier e che ho contattato per avere delucidazioni mi ha così risposto: l’esecutivo Meloni ha già deciso di non rinnovare il memorandum d’intesa sulla Via della Seta firmato dal governo gialloverde presieduto da Giuseppe Conte nel 2019, una decisione che è stata altamente gradita dall’amministrazione Biden e altamente sgradita alla Cina; disdettare il patto in Cdp Reti sarebbe stato un doppio, rilevante, colpo contro la Cina. Inoltre, mi ha fatto presente il mio interlocutore, anche in un altro caso recente – la golden power in Pirelli – l’azione dell’esecutivo non è stata particolarmente gradita a Pechino.
Relata refero, caro direttore: su Pirelli penso che tu abbia un’altra opinione dopo aver letto gli approfondimenti di Start Magazine da cui si evince – diciamo – che Tronchetti Provera tronchettianamente ha pensato come al solito al suo particulare invece che a questioni geopolitiche e di sicurezza di cui penso che se ne infischi beatamente.
Comunque sia, ti saluto cordialmente e ti auguro buon lavoro.
Francis Walsingham
Ps: dimenticavo, davvero esilarante questo vostro recente pezzo sugli amori fra Pirelli e alcuni giornali.

 

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