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Premiolino

Il Premiolino 2023 e l’amore (ricambiato) di Tronchetti per i giornali

Vera novità della edizione 2023 del premio giornalistico milanese è il nuovo sponsor del Premiolino: Pirelli. Fatti, nomi e curiosità

 

La 63esima edizione del Premiolino, uno fra “i più antichi e importanti premi giornalistici italiani”, che Italia Oggi (qui alcuni stralci su Dagospia) descrive in modo sardonico come una ” rimpatriata tra reduci in un mondo, quello del grande giornalismo milanese, che va via via sgretolandosi sotto i colpi della concorrenza social” mentre il Fatto Quotidiano, nell’articolo “Ho visto lei che premia lui… che premia lei che premia me” ci va più pesante e ne parla come una di una di quelle cerimonie nelle quali “Giudici e giudicati spesso si scambiano i ruoli: Riotta vinceva blasoni, ora li assegna; Tortora strappa l’Estense e il Premiolino col voto dei colleghi”, ha come novità più eclatante, probabilmente, l’arrivo di Pirelli in qualità di sponsor.

TRONCHETTI AMA IL GIORNALISMO

E allora ecco Marco Tronchetti Provera, presidente del gruppo Pirelli, salutare i circa 200 invitati al Piccolo Teatro (dove Pirelli è di casa) scherzando sul fatto che “parlare a questa platea di grandi giornalisti è pericolosissimo, tutto potrebbe essere interpretato in qualche modo. Io comunque credo che abbia ancora molto senso il valore della firma, della notizia e della sua interpretazione”.

Sempre Italia Oggi fa notare come “nella prestigiosa formazione, dal prossimo anno, faranno il loro ingresso quattro nuovi membri: Antonio Calabrò (in quota Pirelli, dove è Senior Vice President Cultura della Pirelli & C e direttore della Fondazione Pirelli), Francesco Costa (Il Post), Mattia Feltri (direttore di Huffington Post Italia) e Benedetta Tobagi (La Repubblica)”.

Un amore ricambiato, quello di Tronchetti Provera, per i giornali visto il profluvio di articoli pirellosi sulla stampa; Start Magazine ha notato di recente come la narrazione tronchettiana anche sulla questione golden power sia stata ben accolta dalla stampa italiana.

LA GIURIA

La giuria è composta da Chiara Beria di Argentine (presidente), Piero Colaprico (vicepresidente), Giulio Anselmi, Ferruccio de Bortoli, Milena Gabanelli, Enrico Mentana, Donata Righetti, Valeria Sacchi, Beppe Severgnini, Gian Antonio Stella e Carlo Verdelli.

I PREMIATI

“Qualche settimana fa” – ricorda il Fatto  – Gaia Tortora, vicedirettrice del Tg La7, ha vinto l’Estense per il memoir Testa alta, e avanti: a votarla c’erano anche Alessandra Sardoni, con cui condivide la conduzione di Omnibus, e alcuni colleghi e direttori di altre testate. Stessa scena si è verificata lunedì sera, nel salotto buono di Milano – il Piccolo Teatro, alla consegna del Premiolino a Tortora e altri noti giornalisti come Salvatore Merlo e Mariangela Pira: anche qui, in giuria, una pletora di colleghi e amici, da Enrico Mentana (di cui Tortora è la vice) a Mattia Feltri, da Chiara Beria di Argentine a Benedetta Tobagi, a sua volta fresca di Campiello con La Resistenza delle donne”.

Maurizio Maggiani, Andrea Sceresini, Gaia Tortora, Salvatore Merlo, Michelangelo Coltelli e Mariangela Pira

Tutti amici insomma nella grande famiglia del giornalismo italiano. Anzi, no: poche ore dopo proprio Tortora se la prende via social con la redazione del TgR per l’errore di battitura del suo sottopancia: viene scritto Tortona, stesso nome che fu alla base della persecuzione giudiziaria di cui fu vittima il padre.

 

Il Fatto sgrana con puntualità mista a perfidia il rosario di premi e la stratificazione dei premiati. Come per esempio il Campiello: “Qui, presidente della giuria è Walter Veltroni, un peso massimo dell’intellighenzia, dal cinema ai noir ambientati a Villa Borghese. Su quello scranno, prima di lui, c’è stato Paolo Mieli, con cui condivide un glorioso passato da direttore e il Premio America della Fondazione Italia-Usa. Stesso trofeo per un altro ex direttore, Gianni Riotta, che vanta riconoscimenti come il Grinzane Cavour, il succitato Premiolino e il prestigioso È giornalismo, di cui ora è in giuria assieme a Mieli, Mario Calabresi, Massimo Gramellini e altri come Giulio Anselmi e Gian Antonio Stella che votano anche per il succitato bis Premiolino, il Gotha. Quest’anno hanno scelto come “penna d’oro” papa Francesco, che succede all’altro cronista di razza: Fiorello”.

L’ESALTAZIONE DEL FOGLIO

“Tra i vincitori del Premiolino 2023” oltre a Maurizio Maggiani, Gaia Tortora e Mariangela Pira (che rivela ai colleghi la sua vita di sacrifici “Eh, sì, mi sveglio tutti i giorni alle 4.30”) “anche il vicedirettore del Foglio Salvatore Merlo” – si legge sul Foglio. “Considerato uno tra i più prestigiosi premi in ambito giornalistico e da questa edizione sostenuto da Pirelli, nel suo Albo d’Oro figurano firme illustri come quelle di Giorgio Bocca, Camilla Cederna, Oriana Fallaci, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Alberto Ronchey, Eugenio Scalfari, Franca Sozzani, Piero Angela e il Cardinale Carlo Maria Martini”.

Salvatore Merlo ed Enrico Mentana

LA CONFESSIONE DI MERLO

Italia Oggi annota la confessione fatta in sala da Salvatore Merlo, tra l’altro nipote di Francesco Merlo, firma del quotidiano Repubblica: “I miei compagni di classe del liceo non solo non hanno mai letto il Foglio, ma non lo hanno neppure mai visto”. Del resto, prosegue il vicedirettore del quotidiano Il Foglio, “siamo letti nei Palazzi e dai giornalisti. E molto copiati. Abbiamo la fortuna di non avere l’editore, c’è il padrone della testata che l’affitta a un gruppo di giornalisti fortissimi. Poiché noi stavamo criticando aspramente il governo, è addirittura accaduto che il proprietario della testata (l’immobiliarista Valter Mainetti, ndr) ha scritto una lettera da pubblicare in cui si dissociava dal Foglio, per dire”.

L’AMORE DEL FOGLIO PER PIRELLI

Notoria la la passione del Foglio per Pirelli, perché la testata “senza editori” segue con interesse le attività collaterali del gruppo di Marco Tronchetti Provera. “Fondazione Pirelli, o la memoria di essere industria“, scriveva Ivan Berni qualche anno fa, ovviamente sul Foglio: “Da dieci anni un formidabile archivio aperto di scienza, tecnica ma anche advertising”. ” Oggi – sottolineava – Pirelli ha una maggioranza cinese, ma dei nuovi azionisti di controllo non c’è, o quasi, traccia nell’headquarter della Bicocca”.

Chiara Beria D’Argentine e Marco Tronchetti Provera

Questo, sul Foglio, il ritratto di Calabrò, che dal prossimo anno siederà tra i giurati del Premiolino: “Siciliano di Patti si è fatto le ossa all’Ora di Palermo durante gli anni della guerra di mafia, poi è stato all’Economia a Repubblica, al Sole 24 Ore e infine direttore dell’agenzia ApCom. Ora è una specie di divulgatore-apostolo della cultura d’impresa e tiene i fili delle contribution di Pirelli nelle istituzioni culturali – a Milano fra gli altri il Piccolo Teatro, il Teatro Franco Parenti, l’Orchestra Verdi – e da responsabile Cultura di Confindustria e vicepresidente di Assolombarda è l’uomo chiave nei rapporti fra imprenditoria, cultura e istituzioni. Scrive libri, Calabrò – l’ultimo “La morale del tornio” – e tiene con frequenza quasi quotidiana un blog sul sito della Fondazione”.

Il Calendario Pirelli ha fatto pace con le donne. È ora di passare oltre“, si è letto sempre sul Foglio in tempi più recenti grazie alle apprezzatissime paginate a firma di Fabiana Giacomotti, notissima per miscelare con sapienza economia, moda, industria e costume: “A precisa domanda sul futuro del Calendario Pirelli – gli infiniti tentativi di imitazione sono falliti, ma è anche vero che nemmeno gli ante-boomer usano più un calendario cartaceo, senza contare che il mondo vira verso un futuro più sostenibile, perché non pensare magari a un NFT che andrebbe bene anche ai collezionisti – l’amministratore delegato di Pirelli Marco Tronchetti Provera ribadisce il valore culturale del progetto, la bellezza di riunire ogni anno i talenti più significativi dello zeitgeist, ricorda che la tiratura resta comunque limitata, specifica che Pirelli usa solo materiali sostenibili”.  Mentre quest’anno (Il Foglio non perde una sola uscita): “Africa, re e regine per il calendario Pirelli “senza tempo”, a firma dello scrittore Michele Masneri. Come è senza tempo la sfilata di premiati e giurati al Premiolino.

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