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Ecco come l’Ue vuole conoscere gli oceani: cos’è il Digital Twin Ocean

Per conoscere meglio gli oceani e valutarne le minacce alla biodiversità e le opportunità di navigazione, la Commissione europea ha creato un gemello digitale, il Digital Twin Ocean. Ecco in cosa consiste.

I fondali marini non diventino un “far west”, è stato l’appello di Antonio Guterres, segretario dell’Onu, durante la terza Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani. L’evento si sta tenendo in questi giorni – dal 9 al 13 giugno – a Nizza, in Francia. Ed è un forum per discutere, approfondire e capire tutto ciò che gravita attorno ai mari, dalle competizioni tra Stati agli effetti del cambiamento climatico. Proprio a Nizza, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha svelato un nuovo strumento creato dall’Unione per “comprendere meglio l’oceano”: il Digital Twin Ocean.

COS’È IL DIGITAL TWIN OCEAN

È stata la stessa von der Leyen a descrivere il DTO: “Uno strumento straordinario che ci aiuta a comprendere meglio l’oceano, dall’inquinamento alla navigazione, dai rischi per le nostre cose alla biodiversità”. Nella pratica il DTO è un gemello digitale degli oceani, cioè una rappresentazione virtuale del mare, aggiornato in tempo reale. Un programma fondamentale per tutti gli attori interessati – come le varie comunità oceaniche – per poter avere più informazioni possibili prima di prendere decisioni.

È uno strumento realizzato con migliaia di sensori posizionati nelle acque di tutto il mondo, uniti ai dati satellitari raccolti grazie a Copernicus, il programma di osservazione terrestre. L’obiettivo è registrare i vari dati e intrecciarli con tecniche di intelligenza artificiale. I suoi utilizzi “sono illimitati”, secondo l’Ue, anche perché sarà open source e accessibile a tutti.

I ricercatori potranno “prevedere l’impatto del cambiamento climatico e dell’attività umana sugli ecosistemi marini”. Gli imprenditori potranno “pianificare le attività in mare”, le autorità locali potranno “testare l’efficacia delle infrastrutture resilienti all’innalzamento del livello del mare”, i cittadini potranno “contribuire alle campagne di osservazione biologica ed ecologica”.

COME E QUANTO È STATO FINANZIATO IL DTO

Secondo il sito della Commissione europea, il progetto del Digital Twin Ocean è stato finanziato con 15 milioni di euro ogni anno dal 2021, attraverso il programma Mission Restore our Ocean and Waters. Quindi per adesso dovrebbero essere almeno 75 i milioni di euro investiti nel Dto. Ma è un finanziamento che “integra il progetto Iliad da 19 milioni di euro, finanziato nell’ambito del bando Green Deal”. Di conseguenza, potenzialmente da ancora più fondi.

L’ATTENZIONE DELL’EUROPA VERSO GLI OCEANI

Von der Leyen, a Nizza, oltre a presentare ufficialmente il Dto, ha anche evidenziato altre conseguenze dell’interesse europeo per gli oceani. Come la firma di un nuovo patto oceanico per proteggere le coste europee e la vita nel mare. L’obiettivo Ue è di riportare in vita il 20% degli ecosistemi marini europei entro il 2030. “Ci impegneremo a ridurre della metà l’inquinamento da plastica e nutrienti entro cinque anni”, e “ripristineremo gli habitat naturali e proteggeremo le nostre coste in modo più efficace dall’impatto dei cambiamenti climatici”, ha detto von der Leyen.

In questo ambito, von der Leyen ha annunciato lo stanziamento di un miliardo di euro da dedicare a una cinquantina di progetto in tutto il mondo. Un terzo di questi soldi saranno stanziati esclusivamente per progetti di ricerca e scientifici. E questo patto avrà come obiettivo quello di portare a una legislazione specifica da proporre entro il 2027.

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