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Recovery Plan Lavoro

Luigi Di Maio svolta a sinistra e i sindacati sbandano

Le “Mille Battute” di Giuseppe Sabella, direttore di Think-in, esperto di Industria 4.0 e blogger di Start Magazine, su che cosa sta succedendo tra il ministro Di Maio e i sindacati dei lavoratori Luigi Di Maio è il primo ministro del Lavoro deciso a intervenire non sulla flex ma sulla security nell’epoca contrassegnata non dall’inamovibilità del posto…

Luigi Di Maio è il primo ministro del Lavoro deciso a intervenire non sulla flex ma sulla security nell’epoca contrassegnata non dall’inamovibilità del posto fisso ma dalla temporaneità del lavoro.

Il decreto dignità, invece, ha semplicemente puntato ad irrigidire le regole della flessibilità assumendo che ciò favorisce la stabilità, ovvero che così le aziende finiscono per stabilizzare le persone a tempo indeterminato. La strada è già stata in qualche modo sperimentata dalla riforma Fornero e sappiamo, invece, che ciò non fa che aumentare la precarietà e il lavoro nero.

È vero che il sindacato col decreto dignità non c’entra nulla, ma è anche vero che le voci emerse dalle confederazioni sono tutt’altro che critiche nei confronti del provvedimento. Ciò significa che oggi sta tornando a prevalere un orientamento che ben conosciamo, che non guarda avanti ma indietro, che ritiene che la soluzione del lavoro precario non sia la crescita qualitativa e quantitativa dell’occupazione ma il ritorno alle regole vecchie.

Guardare avanti significa mettere a tema la questione non solo delle politiche attive del lavoro ma anche degli investimenti, di come incentivarli, come rendere più attrattiva l’economia per gli investitori esteri. E non, soltanto, come punire gli abusi. Il decisore che si preoccupa solo di sanzionare non coglie la complessità della realtà.

Twitter: @sabella_thinkin

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