Era il 23 maggio quando, nell’ambito dell’inchiesta sulla Fondazione Milano Cortina, la Procura di Milano faceva trapelare di voler fare luce sulla relazione tra la Fondazione e Deloitte, la società americana di consulenza. A maggio la Guardia di Finanza effettuò alcune perquisizioni presso la sede della Fondazione, responsabile dell’organizzazione dei Giochi Olimpici Invernali e negli uffici di Quibyt, una società di Orvieto che aveva ottenuto appalti per i servizi digitali delle Olimpiadi, e la società di consulenza Deloitte, che aveva sostituito Quibyt.
FONDAZIONE MILANO CORTINA 2026: UN BUCO DA 107 MILIONI DI EURO
Al vaglio dei magistrati, come scrive il Corriere della Sera, c’è il rapporto tra i 7 milioni di euro che “Deloitte Italy spa Società Benefit” versa alla Fondazione Milano Cortina 2026 come “sponsor” dei Giochi e i 74 milioni di euro che “Deloitte Consulting srl Società Benefit” ha fatturato nel 2022-2023 alla Fondazione per consulenze di cui è “abituale fornitore”. Cifre molto alte per un ente che, come scrive il Sole 24 ore, negli ultimi 4 anni ha accumulato perdite per 107 milioni. Dei debiti della Fondazione se ne era occupata anche Report, nella puntata “Sforo Olimpico”.
FONDAZIONE MILANO-CORTINA 2026 E DELOITTE: 4 MILIONI PER IL SITO INTERNET
Le indagini della Procura non si sono fermate e oggi uno dei filoni dell’inchiesta va a toccare la partnership tra la Fondazione Milano Cortina 2026 e Deloitte che è anche partner dell’Italia Team e dell’Italia Paralympic Team nei prossimi Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024.
La società di consulenza, come scrive Il Fatto Quotidiano, ha in essere un contratto da 4 milioni in tre anni per costruire il sito internet della Fondazione Milano Cortina. Quest’ultima, in realtà, già dispone di un portale online e nel primo semestre del 2025 la gestione dovrebbe passare nelle mani del Comitato Olimpico Internazionale. Il primo portale era stato costruito dalle società dell’imprenditore Luca Tomassini, su cui la Procura di Milano sta indagando per corruzione, insieme all’ex ad di Fondazione Milano Cortina 2026, Vincenzo Novari, e un ex dirigente della Fondazione, Massimiliano Zuco. È proprio Zuco che, in alcune intercettazioni, avrebbe parlato di “verosimili fenomeni corruttivi”, ponendo “l’attenzione su un giro di mazzette che coinvolgerebbe quantomeno un dirigente di Deloitte”, sotto la “gestione Varnier”, di cui viene sottolineato “l’ampio potere discrezionale”, si legge sul Sole 24 ore.
IL CONTRATTO DA 176 MILIONI DI EURO PER LA SICUREZZA INFORMATICA
Ma il portale non è l’unico e nemmeno il più ricco contratto su cui sta indagando la Procura di Milano. Deloitte Usa si occupa della gestione della sicurezza informatica dei giochi: questo contratto vale 176 milioni di dollari. L’ipotesi della Procura, sulla base delle intercettazioni, è che l’assegnazione dei contratti non abbia rispettato procedure di gara regolari.
I RAPPORTI TRA DELOITTE E LA FONDAZIONE MILANO CORTINA 2026
Lo scorso settembre la Fondazione Milano Cortina 2026 annunciava che “Deloitte Italia” era diventata “partner nei servizi professionali di Milano Cortina 2026”. Una partnership quadriennale “destinata a segnare il percorso che porterà il nostro Paese a ospitare i prossimi Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali”. La partnership con Fondazione Milano Cortina 2026 si aggiunge a “quella decennale, già comunicata, tra Deloitte Global e il Comitato Olimpico Internazionale, che durerà fino al 2032 e riguarderà cinque edizioni dei Giochi, sia estivi sia invernali”.
Due anni fa il presidente del Coni, Giovanni Malagò, parlava in questo modo della partnership con Deloitte. “Siamo orgogliosi, tutti i comitati organizzatori acquisiscono una partnership con queste multinazionali che offrono servizi – aveva detto il presidente Malagò nel corso della presentazione della partnership con Deloitte per i Giochi invernali del 2026 -. Siamo felici che sia Deloitte, perché lo ha fortissimamente voluto, conosciamo gli interlocutori che sono molto seri. Danno molto valore aggiunto, ce li teniamo stretti perché senza di loro questi Giochi sarebbero meno vincenti e probabilmente meno efficienti”.